Immagine-storia Reynalda del Carmen di Lorena Giachino, 2006, Cile

by Donatella Massara on luglio 30, 2007

    Reynalda Del Carmen, My mama y yo di Lorena Giachino Torres, Cile 2006

 

Ancora di più che in altri documentari di registe colpisce in questo film la ricerca femminile sulla storia. Lorena Giachino non va a interrogare la cosiddetta grande storia. Non va demistificare la figura dei potenti. Vuole invece ricostruire la storia di Reynalda del Carmen, grande amica di sua madre fino dall’infanzia

 Per molti anni le due donne sono state legate da amicizia, compagne di scuola, si sono iscritte alla  facoltà di Tecnologia medica, hanno lavorato come infermiere specializzate nello stesso ospedale. Ma Reynalda dopo il colpo di stato del 1973 viene arrestata come appartenente al Partito Comunista, poi rilasciata con l’impegno di presentarsi tutti i giorni all’ufficio di polizia. Ubbidisce e un giorno non si presenta a firmare e entra in clandestinità. Le sue tracce si perdono nel 1976. Alcune ancora ricordano di averla vista all’angolo di una strada portata via da una macchina. Sappiamo che era incinta ma del suo corpo non ci sono più tracce, forse è stata uccisa in una clinica, forse in una miniera, forse sepolta in una fossa comune ma l’acqua ha disperso i resti riconoscibili di quei corpi. La madre di Lorena ricorda qualcosa ma la memoria le fa resistenza, ha avuto un coma diabetico e qualcosa si è irreparabilmente perduto dentro di lei, rimane il dolore per la perdita dell’amica, il desiderio di trovarne la sepoltura, il rimpianto per quello che ci sarebbe stato fra loro.

 

Il documentario di Lorena è una ricerca di questo corpo e di quello che ne è stato. Dopo 30 anni ci sono però solo più le fotografie di Reynalda, i ricordi di sua madre, della nonna, delle colleghe di lavoro. E’ così che riaffiora anche in noi che guardiamo la memoria di una storia che abbiamo vissuto, qualcosa di terribile sapevamo stava avvenendo, a distanza, la cancellazione di migliaia di donne e uomini . Si scontrano le speranze e le sconfitte attorno a qualcosa che non c’è più e non ci sarà mai più e lascia la sua traccia nella memoria di chi è sopravvissuta e di chi come Lorena raccoglie un lascito.

 

La storia che raccontano le donne ha qualcosa di straordinario e di assolutamente diverso dalla storia maschile e  passando attraverso l’immagine cinematografica prende un colore particolare e immediatamente avvertibile. La storia è quella che una madre, una nonna hanno raccontato a una figlia e che attraverso di loro è diventata eccezionale. Reynalda come tante altre diventa la protagonista del racconto e ci conduce sotto il velo che copre le cose, le smuove, l’occhio si avvicina fino a vedere le emozioni che nessuno riesce dimenticare, fino a scontrarsi dove continua a lavorare il percorso della memoria che implacabile traccia il suo solco. Eppure, nello stesso tempo, tutto avviene con leggerezza. Una giovane donna vuole sapere, ricostruire, fermare in immagini, non vuole punire, condannare, vendicare perché tutto questo è già avvenuto. Il percorso della sua conoscenza va ben oltre: va a vedere dove nasce l’amore che sua madre ha avuto per lei, va a cercarlo prima della sua nascita quando sua madre aveva l’amicizia con un’altra donna, e attraverso di lei che è una parte della sua storia chiama anche noi a partecipare attivamente, a sentire la sconfitta di quegli anni e a rivivere nel presente quella storia che è anche la nostra. Siamo di fronte a una ricerca che mette insieme le domande delle figlie e la narrazione della storia, riguardandola l’autrice la cambia, rinnovandone i lutti ma anche rivelandone le azioni di forza che perseverano. C’è nel documentario un modo di fare storia delle donne che lo distanzia da documenti pure di grandissimo interesse come  il film di Patricio Guzmàn che ha raccontato la storia del Cile in Salvador Allende The Battle of Chile. 2006.

Il documentario Reynalda del carmen, my madre y yo di Lorena Giachino è distribuito da Documè di Torino che ringrazio per avermelo dato in visione dopo i contatti con la regista e con Tekfestival di Roma che ha proiettato il film nell’edizione 2007 del Festival (Tekfestival promuove la rassegna Cinema delle Donne)