INCONTRI, Articoli: Alain Tourain e Le monde des Femmes a Milano

by Donatella Massara on aprile 3, 2008

Lunedì 21 gennaio all’Università di Milano-Bicocca nel primo pomeriggio Alain Touraine, su invito di Carmen Leccardi, ordinaria di sociologia della cultura, ha presentato e discusso il suo libro di prossima traduzione e pubblicazione in Italia Le monde des femmes, Fayard, 2006.

Carmen Leccardi precisa che questo testo fa parte di una lunga riflessione dell’autore in cui le donne appaiono come soggetti.

"Il titolo da me proposto era Il tempo delle donne, ma l’editore l’ha cambiato perché ne esisteva già un altro con lo stesso titolo. Il mio intento in questa ricerca che vuole essere di sociologia generale e non uno studio di genere era il superamento della dicotomia: donne vittime o protagoniste?" Il metodo è quello della interazione sociologica, una modalità di tipo relazionale, molto poco oggettiva e distante dalla intervista, frutto di una ricerca sul campo, condotta con due gruppi di lavoro di donne francesi e musulmane e risultato di tre anni di lavoro durante un seminario alla Scuola di Studi Superiori di sociologia di Parigi, dove A. Touraine insegna.

Disegna un quadro di battaglie femministe della prima metà del ‘900, per i diritti: al voto, le donne inglesi, all’aborto che trova l’opposizione della Chiesa, in Spagna hanno iniziato i vescovi, in Italia il papa, il vaticano. In Francia abbiamo la legge sull’aborto voluta da Simone Veil. Perciò dopo tutte queste battaglie per i diritti si è come imposto al senso comune l’immagine della donna come vittima.

Se prendiamo l’ambito economico tutti sono concordi nel rilevare una evidente ineguaglianza fra uomini e donne e la rappresentazione risulta debole, tranne che nei paesi nordici e dell’Europa orientale. Il cammino verso l’uguaglianza è molto lento o addirittura potrebbe anche non esistere .. Molte donne sono collocate a livello di lavori meccanici e ripetitivi oppure in passato in settori non di mercato come l’educazione e la sanità. Ma godevano di più tempo libero. Adesso questi settori sono entrati a pieno titolo nel mercato. Nell’industria, nelle banche, nel governo e nell’esercito l’ingresso delle donne è molto lento. Su 40 imprese ce n’è una diretta da una donna ed è quella dell’industria nucleare. Mi sono posto allora la domanda se ci sia veramente un percorso verso l’uguaglianza.

Nell’ambito familiare c’è una crescita quantitativa della violenza sofferta dalle donne. Questa scoperta è stata una sorpresa. Un terzo degli episodi di stupro sono subiti in famiglia. Dieci-venti anni fa non si sentiva parlare di questi fatti. Anche il fenomeno dell’incesto dei padri sulle figlie ha

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raggiunto proporzioni elevate. Perciò c’è questa percezione della donna

vittima di violenze. Il paradigma vittima/padrone presuppone una società senza attori, attrici. Siamo veramente oggi a questo punto: colonizzati/colonizzatori, operai/padroni, cioè dentro un sistema senza attori protagonisti.

In quel momento ho deciso di smettere di leggere libri sulle donne, studi di genere, inchieste, questionari, e ho deciso di ascoltare la parola delle donne stesse. E qui sono arrivato al tema del mio libro, al cuore della ricerca.

Ho deciso di porre semplice domande dirette alle donne dei gruppi di lavoro: "Come vi definite?" E tutte hanno risposto :"Sono una donna"

Non mi sono servito di nessun questionario elaborato! Un’altra risposta: "La cosa più importante nella mia vita è di costruirmi come donna.."

Queste parole apparentemente semplici, in realtà pesano come macigni.

"Come potrete sapere se vi siete realizzate o avete fallito la vostra vita?"

La maggioranza ha risposto prendendo come riferimento la sessualità.

"Siete consapevoli di una certa superiorità delle donne rispetto agli uomini? E in che cosa consiste questa superiorità?"

"La differenza fra gli uomini e le donne è che le donne sono in grado di fare due cose alla volta mentre gli uomini no. Noi siamo capaci di vivere una vita privata e una vita pubblica. Gli uomini sono orientati solo alla vita pubblica." E non si tratta di psicologia femminile o maschile. Stanno parlando di un cambiamento della società di cui loro sono le agenti primarie. Da cinquecento anni, cioè da quando è cominciata la modernità in Occidente ( in Cina e nei paesi arabi no), cioè la civiltà degli uomini a cavallo, le donne si sono sempre occupate dei bambini, del cibo e della salute. Secondo l’immagine di un arco ben teso si è tirato l’ineguaglianza fino al punto massimo di tensione, il più lontano possibile. L’astuzia della società occidentale ha conquistato le risorse più rare.. Aumentando enormemente la forza di concentrazione e l’ineguaglianza è cresciuto anche il rischio di esplosione dei conflitti e l’accumulazione delle risorse. Grosso modo dopo 300 anni di funzionamento del sistema le persone a capo dell’arco teso hanno cominciato a ribellarsi così abbiamo avuto la rivoluzione francese e il taglio della testa del re, il movimento operaio, i sindacati, i diritti, le leggi, la decolonizzazione, lo statuto dei lavoratori. L’arco in questione si è disteso, allentato.. Da una società dell’arco teso

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siamo passati ad una società senza scopi, senza mobilitazioni, una società del supermercato. Ma c’è solo questo? Direi di No. In Francia da 50 anni, altrove più recentemente, si va formando un grande progetto. Poiché la società degli uomini era fondata sulla polarizzazione, bisogna depolarizzare, riunificare ciò che è stato tenuto a distanza, separato. Noi e gli altri..i barbari. Ebbene le donne sono le agenti principali di questo cambiamento, di questa depolarizzazione, reintegrazione. Perché?

Alle donne era vietata la soggettività. Potevano dire noi, loro, il popolo, la collettività ma non potevano dire IO. A partire da me, creando in me ciò che diventerà il modello che vale per tutti contro il modello della polarizzazione. Riunire in sé il pubblico e il privato va al di là dell’opposizione uomo-donna e di tutti i conflitti.

"L’affermazione di sé come essere di desiderio, così si fa la costruzione di sé.. E il riconoscimento dell’altro come creazione della propria libertà. Questo non è né egoismo né godimento solitario. Narcisismo come coltivazione di sé e non come immagine di sé da ammirare nello specchio d‘acqua. " a pag. 75-76 del libro

allo specchio Vorrei portare un esempio per chiarire questo punto e andare al cuore stesso della mia ricerca: alla terza riunione del gruppo di lavoro, condotto da una ricercatrice musulmana velata, una donna di circa 32 anni stava vivendo un dramma: abitava con i genitori, sottomessa alla legge della verginità obbligata, adorava i genitori però non tollerava più la sorveglianza del fratello maggiore e voleva andarsene. Ma si sentiva lacerata e piangeva. Una scena commovente, tutte erano coinvolte. Poi si è alzata, ha smesso di piangere e ha detto: " Mi rendo conto che per la prima volta in vita mio ho detto IO."

Qui vorrei citare fra gli altri reazionari Hactington che ha predicato l’inevitabilità dello scontro di civiltà.. Idea già esposta da altri suoi pari.

Possono essere i cinesi, gli indiani, gli americani che provocheranno questo shock . Non sappiamo ma.. E invece no, questa donna dice che ci può essere un’altra soluzione :" Sono una musulmana ma non accetto il controllo della comunità musulmana su di me, sono francese voglio lavorare, voglio una professione moderna, voglio costruirmi il mio io, prendendo da tutte le parti, essere un soggetto dentro di me in relazione alla mia comunità, non mi schiero sennò sarebbe la guerra, non rifiuto a priori niente né del mondo occidentale né del mondo musulmano.

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Accetto e respingo nello stesso tempo. Voglio scegliere e costruirmi la mia vita, come una vita di donna.

E gli uomini in tutto ciò? Non ho condotto studi specifici con uomini. Ho tentato con gruppi di uomini in parallelo ma non hanno parlato.

Siamo in presenza di due livelli. E’ chiaro che esistono le donne violentate, maltrattate, picchiate, ma non credo che stiamo andando verso un ritorno

del maschio. Viviamo già in una società di donne, anche se vediamo gli uomini, la Chiesa resistere a questo cambiamento. Gli uomini hanno qualche vantaggio, più soldi, hanno il potere che permette loro una transizione a questa realtà che fanno fatica ad accettare. Siamo in una cultura delll’essere dentro, della soggettività, orientata dall’interno più che dall’esterno e perciò le donne hanno l’iniziativa e gli uomini non resisteranno a lungo. Da 30 anni siamo in questa situazione: gli anni 60-70 sono stati segnati dal cambiamento strutturale, centrato più sulla personalità che sull’economia. Mentre le istituzioni ed il linguaggio sono rimasti ancora vincolati ai valori del passato. Non sono le donne che si devono avvicinare agli uomini ma viceversa. Per esempio nel campo del lavoro domestico siamo ancora lontani. Gli uomini se ne occupano in percentuali molto ridotte, microscopiche.

Dibattito.

Antonella Nappi

L’ascolto dell’altro che è anche ascolto della natura e saper mediare. Questo è il vero cambiamento. Il mondo è sempre stato delle donne. La soggettività come misura, gli uomini non hanno la misura..

Pinuccia Barbieri

Nella nostra pratica politica alla Libreria delle donne io con altre abbiamo costituito un gruppo sul lavoro e abbiamo ascoltato l’esperienza delle donne e trovo una conferma, molti punti in comune con quanto lei sta dicendo e ha scritto nella sua ricerca. Le donne fanno due, tre lavori contemporaneamente.. E’ uscita una pubblicazione della Libreria delle donne, un Quaderno dal titolo Parole che le donne usano nel mondo del lavoro oggi, in cui diamo conto di parole ed esperienze che non compaiono nelle ricerche tradizionali. Adesso abbiamo creato un altro gruppo che a messo a tema il part-time e la maternità, in cui ascoltiamo la parola delle donne.. Come conciliare questi due desideri?

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Alain Touraine

La cosa che sorprese me e le altre ricercatrici fu che le donne parlavano assai poco degli uomini. La parola coppia non è stata mai pronunciata. Il pensiero profondo è costruire se stessa non per comunicare con l’altro, ma comunicare con l’altro per costruire se stessi. La relazione amorosa era definita come un mezzo, una modalità importante per arrivare al più alto livello di costruzione di sé, il MOI. Non è obbligatorio l’amore eterosessuale, no al grande amore romantico, ma grazie al grande amore potersi costruire. Per esempio a Lille, hanno chiesto alla sindaca Mme Audry che alcune piscine comunali fossero riservate a sole donne. Le piscine pubbliche per legge sono miste. In America ci sono tanti club per sole donne. Questi fatti traducono bene il discorso dell’importanza del rapporto con se stesse o con un’altra donna più che con un uomo. Sulla seduzione per esempio in America le donne parlano contro la seduzione e contemporaneamente usano i prodotti della pubblicità che condannano.

E’ una contraddizione aperta.. In un gruppo di ricerca sulla seduzione eravamo ad un punto morto. Una donna marocchina, molto bella e intelligente trovò una risposta soddisfacente. "Quando torno a casa dopo avere visto in giro per la città manifesti e spot, mi guardo allo specchio e penso .. Mi hanno rubato i miei capelli, hanno rubato il mio viso.." Questa frase molto semplice ci dice che le donne sono contro l‘apparato perché hanno il sentimento che le diserotizzano trasferendo l‘eros nei manifesti, negli spot. Una macchina con un uomo nudo sul cofano è una macchina erotizzata e un uomo diserotizzato.. Le donne non hanno niente contro la seduzione ma capiscono che nella pubblicità è l’oggetto che diventa erotico. Evidentemente ci sono delle differenze fra i paesi. Negli Stati uniti gli uomini non amano le donne.. Gli uomini sono conquistatori a cavallo.. Persiste il mito della frontiera che si spostava.. E le donne sono prostitute. Questa ostilità contro le donne è una immagine puritana. All’università per esempio un professore non può ricevere una studentessa nel suo studio se non tenendo la porta aperta. Sotto c’è la convinzione che tutti gli uomini sono dei violenti. In Europa non ho mai sentito una cosa simile.

Di fronte al comportamento delle donne che cercano di conciliare tutto c’è una reazione macista degli uomini…

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Francesca Z aycik

Le donne vogliono scegliere, le giovani donne non riescono a scegliere cosa fare, come essere. E’ vero che non sappiamo se arriveremo ad una società di eguali. E’ vero che la costruzione della soggettività femminile è importante. Se però persiste una condizione di non potere, di pochi soldi per attuare la soggettività : poter scegliere quado lavorare, fare figli.. A cosa servirà questa soggettività? Qual è la relazione fra la costruzione del sé e la politica della rappresentanza nella società per permettere a tutti l’esercizio della soggettività? Anche noi abbiamo fatto una ricerca sulla seduzione che riguardava donne che lavorano in alte posizioni, vicine al tetto di cristallo e oltre. E’ emerso che la seduzione è stata utilizzata perché anche gli uomini la utilizzano. E’ un modo di essere donna e come risposta a forme di discriminazione, di difficoltà di affermare la propria professionalità, il merito. C’è molta consapevolezzza e cinismo insieme…

Silvia Marastoni

Lei ha detto che sono gli uomini che devono avvicinarsi alle donne e non viceversa. Che cosa ha notato in Francia su questo auspicato avvicinamento? In Italia si sono costituiti negli ultimi anni alcuni gruppi di uomini che si parlano a partire dai fatti di violenza sessuale sulle donne..

Sulla proposta del 50/50 avanzata in Italia cioè dell’uguaglianza della rappresentanza politica Luce Irigaray auspicava la costruzione di altro dall’esistente e non cercare di trovare spazio dentro queste isituzioni. Lei cosa ne pensa?

Alain Touraine

Le donne come tutti non credono alla politique politicienne, come la chiamano da noi, cioè ai partiti, la considerano uno scacco totale. Ma soprattutto questa politica è il mondo degli uomini.

Trascrizione a cura di Laura Minguzzi