POLITICA DELLE DONNE, Testi Intervista a Alessandra Signorini

by Donatella Massara on novembre 3, 2014

Materiali per una storia della danza femminile, della ginnastica e del movimento. La Scuola Carla Strauss – movimento in movimento di Johanna Wollmann

INTERVISTA A ALESSANDRA SIGNORINI

Introduzione

Intervista a  Johanna Wollmann

Intervista a Claudia Mizrahi

Intervista a Karin Ullrich

Intervista a Ruth Eulenberg

Testimonianza di Rossella Majuri Meusel

Le testimonianze delle allieve della Scuola Carla Strauss

Sito Scuola Carla Strauss

 

 

 

 

D. Come presenteresti Carla Strauss?

 

A. Come una donna che aveva studiato molto e si era guardata molto in giro. Lei parlava senza falsi pudori di un benessere totale. Lei parlava veramente del corpo della donna, diceva dovete conoscere il vostro corpo e lo diceva già nel suo libro del 1933. Lei non aveva paura di pronunciare nessuna parola riguardante il corpo. L’utero, la vagina andavano conosciute attraverso il movimento, le tecniche come poteva essere lo yoga, la ginnastica, non come prova di forza muscolare, ma come conoscenza tua, di capacità di sentire il tuo corpo.

 

D. Allora c’era proprio un interesse per la sessualità femminile?

 

A. Penso sia stato nell’85, e avevo appena cominciato a lavorare con lei, quando mi portò come ‘modella’. Avevo una vergogna terribile, vestita di un accademico nero, che è una tuta intera nera, a un corso di sessuologia. Io sono abbastanza pudica, lei mi stese su un tavolo e faceva vedere tutti questi movimenti di mobilità della zona lombare, del bacino, spiegò tutta l’importanza del sentire le zone interne e del perineo proprio per la sessualità. Ero imbarazzatissima di tutta questa gente che era davanti a me. Erano medici, insegnanti c’era anche un prete. Lei spiegava degli esercizi di ginnastica per tonificare il perineo che è molto importante per la sessualità femminile. Se pensi che parlava di questi argomenti cinquantanni prima, era una cosa molto innovativa e sicuramente non italiana.

 

D. Tu come hai iniziato?

 

A. Ho iniziato come allieva di ginnastica a dieci anni di Ruth Eulenberger che era una dei capisaldi della Scuola Strauss e per molti anni ho fatto ginnastica con lei. Lei abita molto vicina a mia mamma, nello stesso quartiere. Negli anni ’70 ha iniziato a fare un corso di ginnastica al quartiere degli Olmi a cui partecipava anche mia mamma. Era un servizio che lei faceva rivolto a tutti, a prezzi popolari. E il corso c’è ancora adesso e lo faccio io. E’ un servizio rivolto a tutti, in un quartiere di case popolari. Negli anni ’70 avevo espresso il desiderio di fare ginnastica e Ruth aveva detto ai miei di mandarmi alla Strauss. Per i miei era un costo. Andavo due volte alla settimana in via Brera. Partivamo io e quattro mie amiche con un nonno che ci portava fino in centro! Poi sono passata di grado e ho iniziato la danza jazz con Rossella Maiuri. Nel frattempo facevo una scuola di tipo sanitario dove studiavo ortopedia, anatomia, fisiologia anche se imparavamo tutto il contrario di quello che diceva la Strauss, perchè facevamo i busti, le suole ortopediche. Intanto la scuola si è trasferita in corso Vittorio Emanuele e la segretaria della signora Strauss andava in pensione. Ci voleva una persona che affiancasse il figlio della signora Strauss. E sono stata assunta con un contratto di formazione. Ho una formazione interna alla Scuola Strauss. Seguivo tutte le lezioni della signora Strauss che poi mi chiedeva “Che argomento ho trattato oggi?” così faceva Ruth. E poi mi chiedevano di portare degli esercizi per esempio per sviluppare gli addominali, in dieci versioni diverse. Quindi lavoravo in segreteria e poi facevo lezioni di tutti i tipi, andavo a vedere le lezioni delle anziane, delle signore giovani, dei bambini, delle adolescenti. Perchè c’era veramente un range dai tre agli ottantanni. E erano ginnastiche tutte diverse. C’erano dei corsi di ginnastica correttiva per adulti con il mal di schiena oppure posturali per le ragazze.

 

D.Cosa puoi dire del Metodo Strauss?

 

A. Proprio perchè non è così codificato hai la possibilità di adattarlo su una persona. E’ un metodo molto libero nelle sue regole. Le regole che ci dava la signora Strauss erano se fai un movimento, fai sempre il contromovimento. Fai sentire come può muoversi il corpo, fai sempre allungare la muscolatura prima di portare un sollecito. Se vuoi lavorare sugli addominali prima comunque prepari la zona lombare perchè potrebbe avere delle ripercussioni durante questo esercizio. Lavora il corpo quasi sempre dalla testa ai piedi. Bisogna poi tenere presente chi hai di fronte, mi devo mettere nei panni di questa persona. Ognuna deve fare il suo meglio. Non puoi andare dritta per la tua strada, hai un programma ma poi ti trovi dei problemi e devi adattarti.

Guardando le testimonianze delle allieve e degli allievi, io mi accorgo che facciamo un bel lavoro. Faccio un lavoro che mi piace e vedo la gratitudine della gente, anzi a volte mi sento di avere dato troppo poco per quanto sono grate le persone. E a volte non ci rendiamo neanche conto dell’importanza di questo lavoro. Perchè se le persone arrivano qui da trentanni c’è qualcosa di più che io non riesco a bene a capire.

 

D. Possiamo dire qualcosa sulle relazioni fra donne che ci sono qui nella scuola?

 

A. Sicuramente la scuola è sempre stata gestita da grandi donne. La signora Strauss era una grande donna, Johanna è una donna molto diversa ma è una grande donna. Alla signora Strauss sarò sempre grata per il lavoro dentro la palestra e per il lavoro fuori che riguarda il trattare il cliente, con un rispetto che secondo me adesso non c’è più. Una volta c’era uno stile. Sono stata grata anche a suo figlio che per quanto riguarda il lavoro di segreteria mi ha insegnato tanto. Johanna mi ha insegnato a capire quanto faccio bene il mio lavoro, se dico sono brava è merito di Johanna. E questo aiuta tutti.

 

D. Allora le relazioni femminili portano una maggiore autostima con la consapevolezza di fare bene il proprio lavoro.

 

A. L’universo femminile è però anche molto difficile, è complesso, le donne sono faticose, a volte, gli uomini sono più semplici. Puoi trovare degli uomini sensibili che capiscono questo lavoro, poi è vero che sono magari trenta donne che lo capiscono e otto uomini. Non ritengo che in assoluto il mondo femminile sia meglio, io sono stata guidata da due grandi donne.