POLITICA DELLE DONNE, Testi. Intervista a Karin Ullrich

by Donatella Massara on novembre 27, 2014

INTERVISTA A KARIN ULLRICH

 

Materiali per una storia della danza femminile, della ginnastica e del movimento. La Scuola Carla Strauss – movimento in movimento di Johanna Wollmann

Introduzione

Intervista a  Johanna Wollmann

Intervista a Alessandra Signorini

Intervista a Claudia Mizrahi

Intervista a Ruth Eulenberger

Testimonianza di Rossella Majuri Meusel

Le testimonianze delle allieve della Scuola Carla Strauss

Sito Scuola Carla Strauss

 

Io lavoravo all’ospedale di Cantù come capa fisioterapista, e lavoravo anche molto volentieri in quella situazione. Era un impegno di otto ore al giorno. Avevo però una bambina piccola che non volevo lasciare e mio marito aveva preso una casa lontano da Cantù e non volevo viaggiare. Cercavo un lavoro part time, un medico mi aveva aveva parlato della signora Strauss. Io non la conoscevo e lui mi disse “Ci vada è una donna in gamba.” E così mi sono presentata. Sono stata assunta immediatamente, quando ha sentito che venivo da Berlino. Dovevo cominciare la settimana dopo. Io sono fisioterapista Ho vissuto sotto il regime dell’est da dove poi sono scappata, negli anni ’60. Ma all’epoca – erano gli anni ’50 – ho studiato all’ospedale della Charitè, il più famoso ospedale, tuttora, di Berlino. La scuola durava tre anni. E’ una vera scuola dove si imparano veramente i movimenti, provandoli l’uno sull’altro. Solo dopo un anno gli allievi vanno a toccare un paziente. E’ una scuola molto seria che esisteva già da prima della guerra. Sono esperienze che nel nord si facevano già da molto tempo, anche in Svezia. Sono metodi curativi di movimento che cominciano dalla passività del paziente per arrivare a attivarlo. Quello che c’era di interessante era la grande pratica nella cura della scoliosi

 

Poiché qui non esisteva un sistema di ginnastica per curare. Allora c’erano moltissime bambine e bambini con la scoliosi adesso ce ne sono di meno perché la gente fa più sport. Alla signora Strauss interessavo per fare ginnastica correttiva con ragazze e ragazzi dai 12 ai 16 anni. Erano gruppi solo di 5 o 6 partecipanti con la scoliosi. Poi seguendo lei e anche Johanna a poco a poco sono entrata nel suo metodo, perché la ginnastica è diversa dalla fisioterapia. E così ho cominciato nel 1974 con gli adolescenti. Avevo solo due ore alla settimana, ma poi la signora Strauss – che entrava sempre mentre noi facevamo lezione – mi ha aumentato le ore. Dopo otto anni ho avuto i bambini molto piccoli. Insegnavo con la pianista che era Luisa Tescari e ci siamo allontanate dalla ginnastica unicamente correttiva, perché il portamento era la materia più importante, come diceva la signora Strauss. Quindi i movimenti più importanti erano quelli dell’allungamento verso l’alto, dell’elevazione. Per la prima volta ho usato la musica. So suonare il pianoforte e ho il senso del ritmo.

In quegli anni a via Brera c’era molto movimento, molto cambio di persone. La Strauss a settembre invitava coreografi, ballerine, e noi con le allieve facevamo la formazione. La signora Strauss aveva una grande fama e venire da lei a fare ginnastica e danza era quasi un dovere. Faceva anche bon ton. Però io cominciavo alle otto di mattina. Qui in centro c’erano moltissimi avvocati, architetti e professioniste e c’erano le impiegate a quel tempo che frequentavano la scuola perché lavoravano in centro. Alla sera avevo un gruppo di soli uomini. Loro seguono meno bene delle donne, perché le seconde fanno ginnastica anche per bellezza. Gli uomini seguono ma poi risolto il problema smettono, allora abbiamo rifatto un corso misto serale, con marito e moglie, però non è che vada molto bene perché le mogli riprendono il marito lo rimproverano se sbaglia, invece di lasciare a me di fare le correzioni. E così i mariti si stufano. Io adesso insegno la ginnastica Strauss che è molto in sintonia con il mio modo di curare. Il bello con la signora Strauss era che lei era una mente apertissima verso qualsiasi novità e elaborava il suo metodo e era sempre pronta a prendere qualcosa di nuovo per potere rinnovare quello che faceva lei e guardava sempre molto alla salute e al benessere. E inoltre guardava sempre a tutta la persona. Quindi una persona dolente per qualche cosa lei la trattava globalmente non è che faceva la ginnastica nella parte lombare perché quella persona aveva lì il dolore. Lei si chiedeva perché quella persona ha quel dolore perché è tutto il corpo che deve essere curato non solo quella parte. E’ tuttora la nostra scelta. Noi quando qualcuna ha disturbi alla cervicale noi curiamo la spina dorsale in sé, perché è come una molla ma se qualche pezzo non funziona la molla non è più tale, perché se qualcuna l’ha troppo tirata ovviamente non è più una molla. La ginnastica Strauss è simile alla danza perché utilizza la musica, questo è già un aspetto più piacevole. Se noi ci muoviamo come seguendo una musica possiamo anche muoverci in un ritmo altrimenti è una ginnastica secca senza l’accompagnamento dei suoni. E inoltre questa piacevolezza del suono musicale permette di tenere per più tempo determinati passi. La gente non sa come cammina e come camminare, perchè non sa come si muove il corpo quando camminiamo perchè il busto non sta fermo ma ruota. Quello che ho imparato dalla Strauss è la posizione del bacino che è come una scatola e qui c’è la spina dorsale. Questo è il portamento l’essere dritta sapendo qual’è la posizione del bacino. Se tu lo vuoi insegnare è molto più facile con un ritmo, con una musica che senza. La signora Strauss era cresciuta nel movimento danzante ma non in punta di piedi, sempre nell’andare nell’atmosfera, lei parlava di vivere in questa atmosfera che abbiamo tutto intorno in cui siamo non come soggetti piatti ma in profondità sia dietro, davanti e di fianco. Per lei era importante che le persone si vedessero non come davanti a uno specchio, perchè c’è un dietro e c’è un lato e questo è molto più facile insegnarlo con la musica. Anche se lei usava la musica come sottofondo, non tanto come ritmo.

Quello che c’era di bello quando c’era la Strauss è che eravamo veramente come una famiglia. Eravamo abbastanza tante le insegnanti e lei riusciva a tenerci bene insieme. Prima che arrivassi io c’erano solo allieve, gli uomini o gli adolescenti sono arrivati con il mio corso. Io credo che sia stato un effetto dell’educazione italiana. Quando io andavo a fare ginnastica in Germania c’era sempre un ambiente misto, ma dalla Strauss ci sono sempre state solo donne. C’erano solo le donne perchè la Strauss era una danzatrice e la danza è per le donne. Lei ha sempre avuto bambini fino agli undici anni ma dopo non ce n’erano più. Adesso ci sono alcuni uomini, anche nei miei corsi e uno è mio marito.

Adesso c’è la nuova scuola. Johanna è abbastanza simile alla Strauss nel modo di prendere la vita perchè anche lei è molto riflessiva. La Strauss era sempre piena di pensieri, leggeva e studiava. E anche Johanna lo fa. Va proprio sulle orme della Strauss. Non come insegnante perchè è più viva e fa anche la danza jazz, mentre la Strauss non era così convinta, per quanto avesse molte volte invitato una ballerina tedesca, un’americana, un nero e altri professionisti. A lei quello che piaceva molto era il tip tap, perchè non ha movimenti stressanti, è movimento delle gambe e del bacino e devi avere una posizione giusta perchè è un guaio se non hai la posizione giusta, con quella velocità dei piedi il portamento deve essere corretto e a lei piaceva moltissimo come danza.