LIBRI, Recensioni, Maricla Boggio, Franco Cuomo, Passione 1514, Marsilio, 1973

by Donatella Massara on marzo 11, 2015

“Passione 1514” di Maricla Boggio e F.Cuomo, Marsilio 1973 è un’opera teatrale che abbiamo rappresentato in una versione organizzata, ideata e diretta da Ombretta De Biase per la VI rassegna di Anima Mundi (9,3,2015 a Milano al Teatro Franco Parenti). Hanno partecipato Angelica Cacciapaglia, Maurizia Ferrari, Giovanni Giangiobbe, Annamaria Indinimeo, Francesco Manicone, Donatella Massara, Laura Modini, Cristina Salardi, Francesco Tinnirello. Ricerca iconografica e costumi: Carla Cella.

Nel 1973 Maricla Boggio è stata cofondatrice con Dacia Maraini del Teatro La Maddalena di Roma, teatro femminista, gestito e diretto soltanto da donne.

“Passione 1514” racconta una storia immaginata ma sorretta da frammenti di storia accaduta. Il 1514 è l’anno di una delle rappresentazioni sacre che nel medioevo e ancora nei secoli successivi venivano messe in scena per il periodo pasquale. Questa è avvenuta nel Duomo di Bolzano e di essa è rimasta la pianta della cattedrale con i vari siparietti – le mansion – sui quali avvenivano le rappresentazioni seguite dal pubblico.

La rappresentazione del 1514 era stata particolarmente grandiosa e aveva impegnato gli attori per tre giorni di fila. Sono rimasti fra i documenti anche i nomi del regista Benedikt Debs e del viceregista, impresario e architetto Vigil Raber. Due nomi che ricorrono nella storia del teatro anche perchè entrambi sono noti per avere collezionato i copioni delle rappresentazioni sacre, fra cui quella di Coventry, che fu una delle più famose. Un altro documento rimasto è l’elenco degli attori e delle parti che interpretavano. E’ qui che cade l’occhio su chi erano costoro, rappresentanti sia dei ceti benestanti borghesi che di quelli meno abbienti ma soprattutto colpisce che solo una donna, moglie di un mercante sia stata inserita nel gruppo registrato. Tutte queste componenti vanno a collocarsi in un’epoca di transizione perchè solo dopo alcuni anni con la Riforma protestante l’idea di un mondo unificato dal papato e sorretto dal suo potere non solo religioso finirà. Un nuovo mondo stava delineandosi e nel teatro possiamo pensare che si rigiocassero i valori sociali, le convinzioni fidenti nei dogmi della fede cattolica ma anche la spinta a dare vita a una rappresentazione religiosa, carica di emozioni, sentimenti e fiducia. La messa in scena è la ricostruzione di un passato, collocato fra terra e cielo, il mondo di sotto e quello di sopra che si confondono nella verve della parola. Di tutto questo parla la piece di Maricla che, nonostante scritta più di 40 anni fa, è ancora molto vivace. Perchè in questo mondo del teatro dentro al teatro a un certo punto in mezzo alla compagnia di attori, abbastanza scassati, fa irruzione un rappresentante del potere religioso, un domenicano. Deve arrestare Gaia, una delle attrici, una ragazza di diciannove anni accusata di essere una strega. A quel punto tutto si rovescia, e mentre sono ancora all’Annunciazione, il regista decide che non è quello che vuole rappresentare. C’è troppa finzione. Rappresenterà la passione di Cristo perchè la crocifissione di Gesù è la storia di Gaia che finirà torturata e così confesserà di essere una strega per essere, poi, condannata al rogo. Quando attrici e attori avvertono che fuori dalla chiesa qualcosa di tragico sta succedendo, a poco a poco si allontanano dalla scena, per andare a vedere, perchè non possono fare altro per quella giovane. Nessuno ha avuto il coraggio di difenderla. Solo il regista rimarrà in scena, a chiedersi cosa si può fare perchè la finzione di una fede in una chiesa inaridita, oppressiva e fasulla non diventi ancora più finta sulla scena teatrale.