POLITICA DELLE DONNE, Testi. Le testimonianze delle allieve della Scuola Carla Strauss

by Donatella Massara on marzo 21, 2015


Le testimonianze delle allieve della Scuola Carla Strauss


Introduzione

Intervista a  Johanna Wollmann

Intervista a Alessandra Signorini

Intervista a Claudia Mizrahi

Intervista a Karin Ullrich

Intervista a Ruth Eulenberger

Sito Scuola Carla Strauss

Testimonianza di Rossella Majuri Meusel

 

Elisabetta De Matteis frequenta la scuola da 50 anni.

E’ lei che mi ha sempre dimostrato più che gentilezza l’attenzione che non sarebbe dovuta quando appena ci si saluta e che invece ci fa sentire in mezzo a un contesto. L’attenzione è quella qualità per cui ognuna/o di noi sa di non essere sola/o. Lei mi ha parlato della riconoscenza che ha verso la signora Strauss perchè è stata per lei una maestra non solo di ginnastica ma di vita, dimostrandole attenzione e passandole delle conoscenze importanti per il suo benessere.

 

Dice Giovanna Bellasio, anche lei frequenta la scuola da 50 anni e l’apprezzo per la sua spigliata comunicativa: “Sono arrivata alla Scuola Strauss nel 1955 portata da una mia compagna di scuola che già la frequentava e mi è subito piaciuto il metodo di ginnastica che insegnava. Mi ricordo l’emozione di partecipare al tradizionale saggio di fine anno al Teatro Manzoni per il quale ci si preparava per mesi. Poi, dopo la maturità, ho interrotto per una decina d’anni perché ero spesso all’estero per studio e poi iniziavo a lavorare. Ma nel 1970, a 29 anni suonati, mi sono accorta che stavo diventando un “gatto di marmo” e grazie al fatto che lavoravo in centro ho potuto riprendere. Nel frattempo la Scuola Strauss da via Borgonuovo si era trasferita in via Brera e io facevo delle gran corse per approfittare della pausa pranzo. Ho sempre fatto anche gli stages speciali estivi in luglio quando venivano dei maestri da oltre oceano, ricordo Walter Nix e Charles. Ma soprattutto mi ero accorta che se a causa della mia attività lavorativa (dirigente in un’agenzia di pubblicità) saltavo qualche lezione, mi ritrovavo più irritabile e irrequieta del solito. Adesso che sono in pensione frequentare è diventato indispensabile per mantenermi in forma, elastica, agile e soprattutto di buon umore. Dico sempre che non mi importa delle rughe ma voglio sempre essere in grado di correre dietro l’autobus. Questa mia filosofia ha contagiato anche il mio compagno che dal 2007 è diventato anche lui un “aficionado” del Metodo Strauss.”


Guia Beretta partecipa alla scuola da 40 anni con la sua consapevolezza gentile dice parole profonde che colgono il senso della danza “Oltre all’immediato benessere fisico (elasticità,  leggerezza nei movimenti), durante gli anni mi sono resa conto che il lavoro sul corpo era anche interiore: consapevolezza e scoperta dei miei limiti e punti deboli caratteriali. Quindi da parte mia c’è stata una accettazione e ricerca di un continuo miglioramento.”


Cristiana Sartorio è arrivata alla Strauss a 4 anni. Sono passati parecchi anni da allora ma ha conservato nello sguardo la stessa espressione della bambina attenta, riflessiva e un poco corruciata che vediamo nelle foto d’archivio.

Carla Strauss è stata un punto di riferimento a Milano fin da quando eravamo bimbe. Della Signora Strauss – per chi ha avuto la fortuna di conoscerla – abbiamo dei meravigliosi ricordi e pensieri di gratitudine. Ogni volta che si riparla di lei in modo “ufficiale” si scopre qualcosa di nuovo e non smettiamo mai di stupirci.

E’ grazie a lei ed al suo grande carisma, che una persona stupenda – Johanna Wohlmann – ha avuto la capacità e la cocciutaggine di portare avanti il percorso della Signora Strauss. Non solo mantenendo vivo il metodo Strauss nella sua scuola, ma continuando a creare gioia e soddisfazione delle sue allieve. Johanna fu scelta, giovanissima dalla Signora Strauss per introdurre a Milano la Jazz Dance in senso lato: oggi penso sia l’unica insegante in grado di riempire dei corsi di jazz con “ragazze” over 50. Eh si, ragazze ci sentiamo ad ogni lezione di Johanna e Le siamo tutte infinitamente riconoscenti. E, come sempre la Signora Strauss aveva visto giusto!

Credereste mai che queste “ragazze” si gasino ogni volta e raggiungano livelli impensabili di scioltezza, ritmo, allegria e salute psicofisica?

Alcune hanno vissuto il percorso della scuola Strauss, altre -già ex-neofite-, che in brevissimo tempo hanno afferrato il metodo Johanna: tutto cio’ che lei fa, parte sempre da un discorso di beneficio per il corpo ed un esercizio per la mente.

Penso che possiamo davvero ringraziare Carla Strauss e Johanna Wohlmann per essere parte della nostra vita!”

 

Dice Margherita: “Carla Strauss. Settimana dopo settimana, già tanto tempo è passato e non me ne sono accorta. Nell’indimenticabile grande palestra in Corso Vittorio Emanuele 22, e ora nella più piccola e familiare in corso Buenos Aires. Come mai dopo tanti anni non mi annoio? Ogni lezione segue un filo comune, ma non è mai uguale. Una volta con una palla, una volta con un nastro, un’altra solo con il corpo. Mi accorgo che tutto il corpo lavora ogni volta, con quel giusto impegno che non è mai uno sforzo eccessivo. Quando lo sforzo c’è, è proporzionato, coerente con quello che posso fare senza sentirmi inadeguata. Come è possibile che Karin e le altre maestre riescano a variare sempre le loro proposte, e nello stesso tempo mantenere l’impianto comune? Qual è il segreto?
Forse è proprio nella radice nel metodo che ha creato Carla Strauss. Credo che lei sia andata a scoprire qualcosa di speciale nel corpo femminile. Con una ricerca personale basata su un’altissima competenza anatomica e fisiologica, ha creato un modo di muoversi che va “dall’interno” all’esterno del corpo. Qualcosa che ha a che fare con il ritmo profondo della vita. Probabilmente per questo le nostre maestre hanno potuto non limitarsi a ripetere quello che hanno imparato, ma a integrarlo negli anni con nuove conoscenze e ispirazioni, con il proprio contributo creativo.

Considero con una sorta di pena le immagini di quelle palestre in cui la gente si sfianca sugli attrezzi, sudando per perdere quello che poi nella loro vita accumula, facendo finta di correre su un tapis roulant invece che in un prato. No, qui è tutta un’altra cosa. C’è qualcosa di speciale. Credo che sia la gioia. Siamo qui, insieme, con le nostre maestre che si muovono per noi e con noi, ognuna con il suo stile, una un po’ più ginnasta, una più musicale. Nei loro movimenti ci rispecchiamo, anche se siamo un po’ anziane e qualche volta ci sentiamo un po’ goffe. Non c’è competizione, non ci sentiamo mai inadeguate. E’ un modo di muoversi che ci consente di “stare in buona compagnia” del nostro corpo; muovere il corpo e in questo modo conoscerlo e accettarlo. So che vado in palestra anche perché così mi è passato il mal di schiena, ma ogni volta entro in dialogo con quanto il mio corpo mi dice, ed esco rinfrancata e contenta. Questa ora è uno spazio per me.
Grazie a Carla Strauss, una pioniera geniale, e grazie alla sua scuola, alle nostre maestre creative e generose!”