Cinema, Recensioni, “Angeli del sole” di Rudi Lagemann, 2006

by Donatella Massara on maggio 30, 2015

Segnalato su Facebook è “Angeli del sole” film del 2006 del regista Rudi Lagemann, brasiliano vincitore del primo premio al Festival di Gramado. Il film è stato presentato in questi giorni perché una versione sottotitolata in italiano è visibile su Internet. Proposto come un film che è stato nascosto agli occhi delle platee europee, è in realtà semplicemente uno dei tanti film indipendenti che circuitano nei festival, nei cinema d’essai e in questo caso in streaming.

Il tema è lo sfruttamento sessuale di bambine, bambini e adolescenti che in Brasile secondo le stime delle associazioni per i diritti umani sarebbero 100.000. Il film sovvenzionato dal Ministero della Cultura del Brasile racconta una storia basata su fatti realmente accaduti, documentata in articoli pubblicati. Racconta la storia di un’adolescente di 12 anni venduta dalla poverissima famiglia dove è nata. E’ la seconda figlia che segue questa strada e la più piccola sarà pronta l’anno dopo per la stessa sorte. E così Maria si trova a fare la prostituta fra i minatori in mezzo alla foresta amazzonica. Un’amica più esperta le propone la fuga che non gli riesce e morirà ferocemente ammazzata dal ‘papi’, il protettore, padrone del bordello. La ragazzina con i capelli corti che non vuole fare crescere invece viene punita ma ha la vita salva, dopo qualche mese riesce a scappare di nuovo e questa volta ce la fa. Si trova, in seguito all’indirizzo che le aveva dato una compagna con la prospettiva di essere asservita a una mezzana che le procura un documento con la data di nascita falsa e una parrucca perché con quei capelli corti sembra troppo una bambina. Maria scappa ancora. Il film finisce con Maria diventata Isabela come certifica il suo documento falso, che non, avendo un soldo in tasca, sale su un camion e in cambio del passaggio è costretta a prostituirsi ancora, avendolo deciso lei, però. Il film è raccontato come un’avventura e fa delle ragazzine le protagoniste coraggiose che non indietreggiano, sono le eroine che subiscono giovanissime le condizioni di sfruttamento estremo, senza neppure il diritto di avere garantita la propria incolumità né di scegliere la propria vita. Gli uomini come bestie e allevati come tali espletano le funzioni che il loro sesso richiede e non si chiedono niente. E’ comunque un cammino verso la libertà quello di Maria, Ma non solo il suo anche quello delle altre compagne che non vogliono scappare ma anzi dicono che nel bordello hanno trovato il migliore dei mondi possibili è un cammino verso la libertà. E’ la libertà dell’adattamento contro la libertà di tenere fede a quello che si sente dentro di noi.