LIBRI, Recensioni. Patricia Highsmith “Ripley sott’acqua”, Bompiani

by Donatella Massara on agosto 20, 2015

Patricia Highsmith,”Ripley sott’acqua”, Bompiani, 1992 e book 2012 è il quinto volume dedicato a Ripley e l’ultimo romanzo scritto dalla Highsmith. Esce nel 1991 e lei morirà nel 1995. L’impressione che lasciano addosso i suoi romanzi non è certo la felicità, di primo impatto. Ma è talmente brava che fa felici!!! 
Il mondo in cui viviamo è pervaso da individui che sotto la facciata di estrema cortesia sono degli assassini, le cui fortune e il cui piacere di vivere è subalterno all’assenza di etica. Ripley non uccide per caso. Uccide quando c’è la stretta necessità, un paio di mafiosi per soldi e persone che hanno ingombrato pervicacemente il suo cammino di affarista. Ripley fa quello che è giusto fare, per lui. Dopo uno dei suoi feroci assassini pensava che avrebbe passato una notte tormentata, invece al mattino si risvegliò non avendo mai dormito così bene in vita sua. Come un bimbo, insomma. Il delitto è la componente cainica dell’animo umano. Il nostro inconscio lo comprende. Anche la moglie bellissima Heloise non capisce, non sa, non vuole sapere nulla dei suoi traffici. Per tutto il romanzo dice poco e di solito esprime il suo io in un bel “oh oui Tomè”. Non è stupida, affatto, anzi ha capito molto più di quello che da a vedere e quando intuisce il pericolo per Tom glielo fa capire ma lui non vuole vederle sulla sua bella faccia quella piega sulla fronte. E di nuovo allora Tom nasconderà la materia della sua angoscia. Uomo dalla doppia vita, adorabile vicino di casa, pieno di premure trova sulla sua strada un ossessivo. Uno che lo perseguita per il suo passato, che vuole ripescare i suoi cadaveri, che ostinatamente lo segue, lo avverte, gli infila nella mente nomi, occasioni, situazioni che nella tranquilla vita francese che sta conducendo nella usa bella villa di Belle ombre, conoscerebbe solo lui. Ma l’altro no, ammiratore, indagatore e persecutore, fanatico, imbecille e razionale allo stesso tempo non gli lascia un attimo di respiro, anche qui quando la vita di Ripley ha trovato un suo corso normale, quando il traffico di quadri falsi, ma forse più belli di quelli veri, ha raggiunto la sua veste decorosa, accreditata da una stimata galleria londinese, ecco che arriva lui, il sadico che non agisce neppure per i soldi, incorruttibile quindi, sorretto da una moglie masochista, che lo teme, per le botte che riceve, e di lui non può fare a meno. Difficile liberarsene. E lei – la Highsmith – ci riesce non è possibile dire come perché un giallo non va svelato a chi non l’ha letto, ma lei ci arriva con molta eleganza. E lasciando chi legge affatto indifferente. Patricia va lasciata tranquilla, nel rifugio delle sue scritture, c’è chi dice sia potenzialmente pericolosa come Ripley, il suo alter ego.