Città Vicine, Articoli, Il film documentario “Il giorno della tragedia” Lampedusa 3,10,2013

by Donatella Massara on ottobre 10, 2015

ARTICOLO DI FRANCA FORTUNATO PUBBLICATO SUL QUOTIDIANO DEL SUD IL 03.10.2015
IL FILM DOCUMENTARIO “ IL GIORNO DELLA TRAGEDIA –                         LAMPEDUSA 3 OTTOBRE  2013”

Il 3 ottobre in contemporanea sarà proiettato in molte città italiane il film inchiesta “Il giorno della tragedia – Lampedusa 3 ottobre 2013”, realizzato dall’Associazione lampedusana Askavusa, per la regia di Antonino Maggiore con musiche di Achiref Charguel e Giacomo Sferlazzo, produzione Libera Espressione.

A sostenere l’iniziativa la rete delle Città Vicine, che da anni porta avanti relazioni significative con gli abitanti dell’isola, condividendone problemi, analisi ed iniziative volte all’accoglienza dei migranti e contro la militarizzazione dell’isola.
A due anni dal naufragio, a mezzo miglio dalle coste di Lampedusa, di una barca con  a bordo 540 migranti, la maggior parte di nazionalità eritrea – 366 furono i morti accertati, circa 20 i dispersi presunti, 155 i superstiti, di cui 41 minori – il film è un modo per non dimenticare quei morti e continuare a chiedere giustizia in loro nome.  Quella tragedia poteva essere evitata? Quei morti potevano essere salvati? Come sono andate veramente le cose? Perché nessuno ha aperto un’inchiesta per accertare quanto veramente è accaduto? Attraverso               la testimonianza dei soccorritori e dei superstiti, il filmato ricostruisce le tragiche circostanze che portarono al naufragio e alla morte dei tanti finiti in mare. Ricorda le condizioni in cui i superstiti vennero soccorsi, il loro arrivo  a Lampedusa insieme alle bare di quei corpi senza nome, allineate lungo il molo. Rievoca il dolore della gente di Lampedusa e l’arrivo dei politici. Tra le 3.00 e le 3.30 – secondo il racconto di chi c’era – due imbarcazioni  si avvicinarono alla barca, puntandogli i fari addosso, una delle due aveva un faro molto potente, simile ad una vedetta militare. Dopo questa operazione le due barche si allontanarono lasciando nel panico le 540 persone a bordo. Allora, uno di loro accese un indumento per fare dei segnali ma cadendo a terra provocò un incendio che fece muovere in maniera brusca tutte le persone a bordo, provocando il ribaltamento della barca. Verso le 7.00 un gruppo di persone che si trovava in barca nella zona della Tabbaccara, per una battuta di pesca, notò i naufraghi e lanciò subito l’allarme, intanto anche altre barche civili e pescherecci si portavano sul posto caricando la maggior parte dei superstiti a bordo. Tutti i soccorritori parlano di  un ritardo della Guardia Costiera di un’ora circa e di alcuni pescherecci che passando di li, non si erano fermati. Il governo rispose allora con la missione Mare Nostrum mentre la Guardia Costiera non ha mai rilasciato comunicazioni su quel naufragio e nessuno ha mai aperto un’indagine per mancato soccorso. Intanto, il 36enne tunisino Khaled Bensalem è stato condannato a diciotto anni di reclusione e una multa di dieci milioni di euro per naufragio colposo e “morte provocata come conseguenza di un altro reato” nonostante si sia sempre dichiarato un semplice passeggero e i superstiti abbiano sempre parlato   di un “Whitw man” come capitano della barca.
Il comune di Lampedusa e Linosa si sono costituiti parte civile nel processo. Lo stesso anno, il 10 ottobre 2013, il Parlamento europeo a larga maggioranza approvava “Eurosur” un sistema di sorveglianza delle frontiere marittime e terrestri dell’Ue con uso di droni (costo 244 milioni di euro per l’installazione e la manutenzione del sistema fino al 2020, ma potrebbero superare un miliardo di euro) mentre, nel silenzio assoluto, -come denuncia il filmato – si procedeva ad accelerare la militarizzazione dell’isola, convertendola in  un uno degli avamposti militari e strategici più moderni e aggressivi. Infatti, lo scalo aereo civile, recentemente ampliato e ammodernato, è utilizzato dai velivoli cargo, dai cacciabombardieri e dagli elicotteri delle forze armate italiane e dagli aerei spia di Frontex, l’agenzia europea di sorveglianza e “contenimento” dei flussi migratori. Le aree portuali e le coste sono presidiate da navi da guerra della Marina e dalle imbarcazioni veloci della Guardiacoste, della Guardia di finanza e dei Carabinieri. Jeep e furgoni blindati scorazzano per le vie del centro e per i sentieri tracciati all’interno delle aree naturali e paesaggistiche d’incomparabile bellezza; innumerevoli cartelli gialli con la scritta Zona militare Divieto di Accesso Sorveglianza armata campeggiano sui portoni di antichi edifici trasformati in caserma; fili spianti e reti delimitano presidi e impianti e radar bombardano l’etere di pericolosissime onde elettromagnetiche. Ma non solo Lampedusa la si sta trasformando in una fortezza militare ma l’Europa tutta, dove accanto ai muri, si procede al potenziamento dell’arsenale nucleare con l’arrivo – come ha denunciato in questi giorni la Federazione degli scienziati americani –  delle nuove bombe statunitensi B61-12, in sostituzione delle precedenti B61. La B61-12 ha una potenza media di 50 kiloton ( circa il quadruplo della boma di Hiroshima). Militarizzazione, muri, controllo dei migranti divisi in “rifugiati” da accogliere e “migranti economici” da respingere, sono il volto di quella Europa – fortezza – guerrafondaia che tanti danni, insieme agli Usa, ha causato negli ultimi anni in Medio Oriente e in Africa.