LIBRI, Recensioni: Ida Bassignano, “Maria d’Berloc”, Iacobelli, 2016 di Donatella Massara

by Donatella Massara on ottobre 24, 2016

Ida Bassignano, “Maria d’Berloc”, Iacobelli, 2016 pag.126 12 euro “La mente è come una patata: se non la usi fa dei filamenti che cercano la luce diventa cattiva. Ma in quei filamenti c’è la vita distorta e mutata, però sempre pronta a riprendere forma, anche quando sembra morta. E’ necessario che qualcuno se ne accorga, che guardi con curiosità quella forma di vita anchilosata: nel grande buio allora qualcosa si muoverà verso il cielo”
La mente che ha perso la sua vitalità è quella di Maria, protagonista del romanzo di Ida Bassignano, affermata regista di trasmissioni radiofoniche, di teatro e già autrice di testi di narrativa, anche autobiografica. Co-protagonista è Lola. Maria è una ragazza di campagna che, morto il padre guardiacaccia alla Villa Reale di Racconigi, ucciso per sbaglio durate una battuta di caccia, diventa preda della violenza di un universo contadino dove niente di buono le succede. Lola è la nipote dei padroni di una tenuta agricola, dove sfolla durante la guerra e ritornerà per le vacanze fino a che la rottura degli equilibri famigliari disferà l’armonia della grande famiglia. Per un caso Lola e Maria si incontrano. E qui avviene uno sprazzo nel grande buio della povera matta, asservita a un marito violento. Non rivelo oltre. Se non che questo marito sente, a un tratto: “per la prima volta che la sua condizione di storpio e di nano non lo riparava più dalle grinfie della Storia”. Il mondo contadino è guardato senza nessuna pietà da parte dell’autrice né esso stesso accoglie la pietà. La storia segue la sua parabola feroce dove solo i fantasmi, i sogni a occhi aperti, quando “magia e religione tentano di separarsi”, non riuscendoci, ti fanno sentire al sicuro. E’ un libro di buona lettura, intercalato da considerazioni dell’autrice a margine di ogni capitolo, da cui ho tratto la citazione iniziale. Mi ha riportato ai grandi romanzi della nostra tradizione italiana femminile fra ‘800 e ‘900, e ne interpreta, alla sua maniera, i motivi, forse non avendo più a disposizione, appunto, la pietà severa che è tuttavia implacabile nella sua ricerca di senso di quelle scrittrici passate. Penso al grande romanzo pieno di sofferenza “Maria Zef” del 1937 di Paola Drigo dove racconta la storia di una giovane contadina simile a questa.
“Maria d’Berloc” verrà presentato alla Libreria delle donne Via P. Calvi 29 Milano mercoledì 26 ore 18 e 30 dall’autrice con Rosaria Guacci e Anna Maria Crispino