Cinema, Recensioni, “Strange colors” di Alena Lodkina

by Donatella Massara on settembre 7, 2017

“Strange colors” della regista australiana Alena Lodkina di anni 28 è stat presentato alla 74a Mostra del cinema di Venezia alla sezione Orizzonti. Milena è figlia di Max, uno degli strani tipi, tutti maschi che hanno preso la via dell’outback, del mettersi fuori dalla vita normale tornando indietro a un sistema di vita rurale. Max come altri ha la concessione di una miniera di pietre naturali, come gli opali dagli strani colori. Milena studentessa di psicologia va a trovare il padre che l’ha chiamata perché gravemente ricoverato in ospedale. Milena è imbarazzata davanti a questo padre che è un colosso con i capelli che gli arrivano a metà schiena, gli avambracci tatuati e gli occhi azzurrissimi che la scrutano per dirle che si vede quanto sia a disagio nel parlare con lui. Raggiunge la concessione e va a installarsi nella costruzione di legno dove vive il padre, un accampamento dove tutto è quasi all’aperto: doccia, cucina, letto per dormire, appena coperti da un tetto. Siamo in Australia gli spazi sono immensi, gli abitanti pochi e in questa porzione di terra, sono tutti uomini, anziani, che bevono volentieri birra come fosse acqua, hanno le facce cotte dal sole, portano i capelli lunghi e dicono che chi arriva là non se ne va più perché ci sta troppo bene. Milena fa amicizia con questi vecchi amici del padre, gioca a biliardo, ride, beve con loro, va visitare la miniera e scopre che un pitone è un animale inoffensivo. Intanto il padre si autodimette dall’ospedale e ritorna alla miniera. Si sta affezionando di nuovo alla figlia che non vedeva da anni, e lei gli dice che vuole imparare “a non avere più paura di lui”, ma dopo poco Milena gli comunica che se ne andrà il giorno dopo. Lui si arrabbia e le fa vedere che conserva in un vasetto ” il suo sudicio fucking dentino da latte”, prende il suo camion e se ne va alla miniera. Milena lo raggiunge perché sente che è in pericolo, lo ritrova in fondo a un cunicolo che respira a stento. Riesce a riportarlo nel suo letto. E il film si chiude qui. Uno strano film sulla relazione fra un padre e una figlia girato ai limiti della civiltà, a contatto con una natura pacata, immobile, più che ostile. Un film di una giovane donna che riesce a sfiorare il senso di questa relazione su cui di solito i film raccontano molte bugie.