Donne e conoscenza storica

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La storia della censura del film I dolci inganni

Il convegno dedicato a Catherine Spaak


Catherine Spaak in I dolci inganni

 

 

 

Attrici e sessualità femminile nei film degli anni '60: I dolci inganni di Catherine Spaak

di Donatella Massara

Catherine Spaak esordisce 'veramente' nel cinema con I dolci inganni di Alberto Lattuada. Film censurato, processato, esce in versione definitiva nel 1964, con tagli e aggiunte. L'attrice aveva nel 1960 quindici anni. Dopo farà molti altri film con autori noti e meno noti. Quasi tutti italiani. L'anno scorso il Comune di Roma le ha dedicato un convegno e una rassegna di dodici film, fra i più significativi. Catherine si impone in quegli anni occupando il posto della straniera avvicinabile, infatti girava quasi solo in Italia, si sposa con Fabrizio Cappucci, poi con Johnny Dorelli. Molto bella, e allo stesso tempo non bellissima con quella fama di quindicenne censurata, probabilmente ha fatto fatica a prendere distanza sul personaggio della giovinetta disinibita e sbarazzina. Infatti dopo il primo film prosegue nel personaggio dell'adolescente maliziosa. Nel 1962 gira La voglia matta, Il sorpasso, nel 1963 La Noia e un bellissimo film a regia di Antonio Pietrangeli La Parmigiana dove interpreta una prostituta. Un solo film con regista una donna, Scandalo segreto del 1989 di Monica Vitti, scritto e diretto.

Con il 2003 è possibile vedere I dolci inganni, regia di Alberto Lattuada, 1960. La Cineteca di Bologna ne ha restaurato la copia originale del 1964 ridotta malissimo e il film per una storia del costume italiano non può essere ignorato.

Oggi in I dolci inganni spicca invece l'intelligenza del film, la cura con cui è stato costruito attorno a una Spaak per gran parte del film irriconoscibile. Una ragazzina dei quartieri alti di Vigna Clara, alta e snella, più attraente di altre eppure non bellissima dopo avere sognato di avere un rapporto amoroso con un amico di famiglia, Cristian Marquand, bigia il liceo, va a trovarlo sulla sua terrazza nei pressi di piazza Venezia e alla fine della giornata riuscirà a convincerlo che è innamorata di lui; quando l'altro è già pronto alle nozze, come dire, si fa riaccompagnare a casa, e nel cuore della notte di una intensa e curiosa giornata lo saluta delusa e disinteressata.

Un rapido giro fra le compagne di classe di Francesca ci fa vedere una inaspettata e molto carina (per i tempi) scena lesbica. Il liceo è femminile e vediamo ragazze con i libri sotto il braccio - a quel tempo andare alle superiori voleva dire mollare la cartella e passare alla cinghia per i libri. Decine di fanciulle all'ingresso della scuola: golfini stretti in vita, gonne a palloncino, i capelli sono cotonati, o tagliati corti con i riccioletti attorno al viso, o sfiorano le spalle con le punte vanno in su, come lei, ancora senza la famosa frangetta bionda. Francesca entra in classe e dopo qualche rapido scambio di battute con le ravvisabili Marilù Tolo e Donatella Raffai le viene appioppata una lettera molto poetica e inequivocabilmete amorosa, anonima e indirizzata alla prima. Stupita non reagisce ma si sente un pianto che segnala chi è l'autrice: una delle compagne di classe. Cambia scena e sole le due ragazze si parlano, Francesca e l'autrice della lettera che vorrebbe lasciare la scuola. No, non andartene le dice Francesca <<A chi chiedo di copiare i compiti in classe se vai via tu?>>. L'amica si dichiara innamorata della compagna ma dice di odiare l'amore fisico, il suo amore è puro ma esiste e scoprirlo è stato bellissimo, e tu Francesca sei mai stata innamorata? le chiede.

Il film continua con Francesca che non vuole fare vedere a suo fratello che desidera raggiungere Enrico, lui la accompagnerà e la lascerà solo con l'altro. E' la seconda parte del film dove si vede il vero personaggio di Catherine Spaak quando ride con il vento fra i capelli sulla spider del fratello, finalmente raggiunge l'innamorato e gli dichiara il suo amore in mezzo al negozio del salumiere di Frascati.

E' un film inaspettato e credibile che inevitabilmente affida a una attrice straniera - l'adolescente bellissima - i cambiamenti del costume, come il tema della verginità che fra le liceali romane è ancora la garanzia per trovare marito e che però basta un sogno perchè questi precetti saltino per iniziare la giovinezza oltre l'adolescenza. Forse la Spaak non avrà rappresentato come è stato detto proprio la rottura dei canoni famigliari in un'Italia che si stava approssimando al 68 e alla rivoluzione femminista. Certamente Catherine Spaak che è stata anche un'ottima e delicata cantante ha disegnato per l'immaginario femminile delle più giovani una figura di confine, un essere se stessa e nello stesso tempo stare fuori se medesima: nell'interpretare i ruoli svariati e differenti che le si addicevano. La mascherata della femminilità ha preso attraverso i suoi personaggi una via ironica e divertente, insistendo su una sessualità femminile raffinata, moderna, nella quale la parola 'amore' è un segno di relazione con l'altro sesso e non molto di più; il suo personaggio allude a una donna determinata a misurarsi con il mondo, consapevole e, allo stesso tempo, leggera, trasportata dagli eventi che sono comunque sempre nelle sue mani. E' molto attuale questa attrice anti-diva cosciente di un corpo bello, di una faccia originale e sensuale senza esserne narcisisticamente dipendente.