Donne e conoscenza storica

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era Il sito di Il Segno del Comando, con la trama, le musiche, soppresso: la RAI ha denunciato l'autore del sito per "illegittimo tentativo di usurpazione"

 

Anni '70: donne, storia e Il Segno del Comando

di Donatella Massara

Carla Gravina - Lucia

Nel 1971 quasi 15.000.000 milioni di spettatrici e spettatori da maggio a giugno passarono la domenica sera incollati davanti alla televisione RAI 1 a seguire in cinque puntate quello che è stato definito il più bel giallo trasmesso dalla TV:
Il Segno del Comando.
Complici: una città bellissima e profumatissima di storia: Roma, una storia misteriosa e leggera, un'attrice bellissima e suggestiva come Carla Gravina, altri attrici coprotagoniste celebri, come Rossella Falk, per le interpretazioni teatrali e quindi altri attori, maschi altrettanto perfetti come lo stesso protagonista, Ugo Pagliai.

Io sono convinta, rivedendo queste puntate, attualmente in edicola in 5VHS che quella storia contenga, senza che vedendola ci se ne possa subito accorgere, alcune suggestioni che meritano commento. Ringrazio mia sorella che se lo ricorda, perchè aveva allora solo 15 anni e le serate le passava a casa guardare la televisione.
Io più grande di sei anni qualche puntata forse non l'avevo vista e non pensavo che ci si potesse ancora ricordare di Il Segno del Comando, a trentanni di distanza!! Neppure che si potesse risentire quella musica Din Don, scritta apposta per lo sceneggiato e che, piacendomi, mi dava una vaga sensazione di vergogna.

La vicenda si trova ampiamente narrata nel sito creato apposta da un amatore romano che a quanto dice possiede una stamperia proprio nel centro di Roma, vicino a Trinità dei Monti, il quartiere di Lucia, il personaggio più misterico e affascinante della storia.
La storia non ha una conclusione 'logica' e fa chiaramente mostra di non volerla. Giocato sul filo dell'irrazionale, Il Segno del Comando mantiene tuttora una freschezza e una originalità che difficilmente ha uguali. La storia è stata scritta e pensata solo ed esclusivamente da uomini, come più nessuno si azzarderebbe a fare, oggi, con un minimo di buon senso. Il risultato è una storia a suo modo 'tenera' e 'riguardosa' verso le donne: non esiste un solo personaggio femminile al quale addebitare troppe colpe. E invece ogni donna fa parte di un gioco di passioni e di interessi assolutamente romantico. Il romanticismo va a pesare a completo carico degli autori. E' questa cornice a mettere in evidenza il mondo che si stava affacciando in quegli anni. E' il mondo della professionalità femminile, della tensione al superamento da parte delle donne del numero di maschi che studiano e si laureano. Ma tutto questo è ancora fra le righe, avvolto quasi dal mistero.

Il plot della trama esce fuori a dir poco: ingenuo. Ma tutto questo non infastidisce, anzi.
Il clou della vicenda è il diario di Byron studiato dal protagonista - un giovane professore inglese figlio di madre veneziana. Affiancano Byron e il suo diario, una piazza romana scomparsa, la passione per le sedute spiritiche, un amico, chiamato Oberon, un orafo 'maledetto' vissuto cento anni prima, un musicista negromante vissuto ancora prima, un pittore maledetto anch'egli, Marco Tagliaferri, contemporaneo dell'orafo. E inoltre altri protagonisti della vita contemporanea, femmine e maschi, coinvolti in storie di parapsicologia, truffe, antiquariato e principi romani senza soldi. Gli uomini sono tutti a vario titolo 'predestinati', nati e morti nelle stesse date a cento anni di distanza. L'ultimo predestinato è il professore di Cambridge, destinato a morire anch'egli se non trova il 'Segno del Comando'. In effetti dopo cinque puntate e di vicende straordinarie, divertentissime e cariche di suspence (faceva veramente paura, come si ricordano tutte!!) il 'Segno del Comando', un talismano, si scopre che ce l'ha Lucia, una creatura a metà fra il sogno e la veglia che Foster incontra sul suo cammino evanescente e bellissima forse venuta da un tempo passato, forse dal presente, ma non ha importanza perché il tempo non esiste, per lei. Era stata la modella amante di Tagliaferri, un predestinato, morto in oscure circostanze e lei con lui.

Passata la fascinazione per Carla Gravina, con i capelli rossi e gli occhi grandissimi verdi che sorridono di luce interiore e divertita che corre fra le viette romane, di notte, dà appuntamenti in trattorie e piazze scomparse da secoli al sempre più trasecolato Forster, viene voglia di fare qualche riflessione.
Lucia è la cattiva coscienza dell'anima 'storica' degli uomini degli anni Settanta. Mi ha ricordato un'altra figura altrettanto affascinante: la fanciulla con il sandalo sollevato che il protagonista de Il Sogno di Schnitzler incontra mentre è in visita a Pompei. Il racconto e le reazioni del giovane protagonista del racconto, incerto se ha incontrato un sogno del passato o ha rivisto la sua donna nel presente, sono state analizzate da Freud in un celebre saggio di quasi cent'anni fa.

Sia Lucia che la giovane pompeiana dal sandalo sollevato sono secondo me il segno della cattiva coscienza maschile.
Donne senza tempo escono dal tempo storico per vagare senza meta a affascinare gli studiosi di un tempo maschile invece tutto storico, irreggimentato nei documenti e ormai quasi senza sorprese. Quale storia poteva sottolineare con maggiore evidenza un'assenza, quella della storia femminile, che va cercarsi una rielaborazione fantastica per colmare i vuoti ormai troppo evidenti ?
Eppure Il Segno del comando se non è un azzardo non è certamente un prodotto decadente, avendo ancora piena validità. E' come se si sporgesse su un'area di pensiero che corre in avanti, oltre il filo delle ideologie massicce di quel periodo. Denuciando per affezione l'assenza della storia femminile dentro a una debordanza della storia maschile che si scopre in eccesso di maniera, alla ricerca di squilibri, di misteri, di scoperte che non può che rivolgere alle donne perchè si riempiano effettivamenti di significati e di stimolanti interrogativi.
Non bisognerebbe lasciarlo solo, questo telefilm a puntate, bisognerebbe capire un po' meglio, con la distanza del tempo passato, quali tipi di raffigurazioni femminili stavano passando in quegli anni. Forse non tutte hanno l'onestà di questo racconto che colma quello che manca con la fantasia, con i residui di una storia senza finale.

La storia delle donne negli anni '70 non era di certo un prodotto televisivo, si affacciava invece nelle università e in libri importanti e significativi. Il perturbante di Il Segno del Comando è anche l'effetto di una storia femminile senza storia, in mezzo a personaggi del tutto immaginari, fatta eccezione per Byron; il patriarcato si esibiva in un teatro di cartapesta, in mezzo a queste figure femminili delineate e caratterizzate dalla incipiente post-modernità.