Donne e conoscenza storica
         

 

sta in Il manifesto 20 marzo 2003


Il cinema che segue il corso del tempo
Il documentario anti-televisivo al centro del festival di Parigi, Cinema du réel. Assegnati i premi
I premi. La storia del viaggio di Mariam dalla Palestina all'America, «A Wedding in Ramallah» firmato da Sherine Salama vince il festival francese del documentario
CRISTINA PICCINO
PARIGI
Continuità. Il documentario sembra ripartire da qui, almeno a vedere i premi con cui si è chiusa la venticinquesima edizione di Cinéma du réel. L'idea cioè di un tempo «dilatato» non nell'immagine come racconto quanto proprio nel suo farsi, che significa incollarsi ai personaggi, seguirli per un tempo indeterminato, anni, mesi, giorni, e attraverso quel quotidiano di cui la videocamera - quindi il regista - diventa interlocutore «visibile».

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Dal format dell'immagine-tv non esce neppure il vincitore, A Wedding in Ramallah, firmato da Sherine Salama, nata al Cairo, padre egiziano e madre palestinese, cresciuta in Australia, dove vive da quando ha tre anni, giornalista al Cairo e reporter per Abc in Bosnia prima di passare al cinema firmando insieme a Amos Cohen Australia Has No Winter. Sherine, che lo sapremo nel corso del film ha un po' dimenticato l'arabo, si installa nella casa di Bassam, un palestinese che lavora negli Stati uniti, a Cleveland nel 2000. Ne segue il ritorno a Ramallah per sposarsi, le nozze con Mariam, e infine la lunga attesa della ragazza del permesso di soggiorno per gli Usa mentre scoppia la seconda Intifada. Mariam arriverà infine in America che non è quel sogno pensato. L'umorismo, quasi da commedia, vince gli aspetti drammatici, la regista lascia liberi tutti i protagonisti e alla fine ne esce un film che molto dice sulla Palestina oggi e su cosa significa sradicamento con toni leggeri e non senza ironia.

La giuria del pubblico del Bergamo Film Meeting, che si è chiuso ieri notte, ha assegnato la Camuna d'oro alla struggente storia d'amore, morte e «dan dai» (liuto), Me Thao, ci fu un tempo, della cineasta saigonese Viet Linh (ex partigiana e documentarista di guerra). La Rosa camuna d'argento è andata al mélo familiare Sulle punta delle dita di Yves Angelo (Francia), madre e figlia virtuose del piano si amano e si odiano nella provincia lontana, e la Rosa camuna di bronzo a Wesh Wesh (Come va?) del francese di origine algerina Rabah Ameur Zaimeche, un film autoprodotto sulla decomposizione sociale dei quartieri periferici e «misti», una sorta di L'odio, ma più motivato urgente e ritmicamente hip hop. L'edizione 21, che comprendeva concorso, le rassegne Georges Simenon, Jack Arnold, «classici ritrovati» e Andersson, ha riscosso un successo di pubblico record (16 mila presenze in 8 giorni). L'edizione 22 si svolgerà dal 13 al 21 marzo.