Lover Other
- The Story of Claude Cahun et Marcel Moore di Barbara Hammer,
55', 2005, USA
Interessantissimo
documentario della grande documentarista americana di origine russa
Barbara Hammer. (nota 1)
Seguendo l'intreccio
delle fonti storiche soprattutto visive e alternandolo alla raccolta
di testimonianze di donne e uomini che le conobbero emerge la ricca
storia delle due artiste. Unite nella vita e nella ricerca artistica
sono riunite soprattutto sotto il nome di Claude Cahun. Un nome comunque
fittizio, uno pseudonimo che scelse Lucy Schwob. Era nipote dello
scrittore Marcel Schwob, autore fra i tanti testi e traduzioni anche
di Vite immaginarie frammenti di letteratura che attribuiscono una
vita inventata a personaggi dell'antichità. Claude significava
la sua identità non solo femminile, mettendosi in transizione
verso personagge/i che ricreava nelle sue fotografie. Il documentario
chiude con una battitura d'asta dove una foto di Claude - vestita
come l''uomo forzuto' del circo - è venduta a 40.000 dollari.
Suzanne
Malherbe alternava al suo il nome di Marcel; costumista e disegnatrice
era unita a Claude nella ricerca e nella composizione delle loro immagini.
La regista ci
racconta il primo incontro che avviene quando erano adolescenti, il
padre dell'una aveva sposato la madre dell'altra e loro diventano
amanti. Passarono vicine tutta la vita. Lasciata Parigi, presero residenza
nell'isola di Jersey in una villa in riva al mare. Posavano sulla
spiaggia nude o seguendo il suggerimento dei loro multipli travestimenti.
Prima di Cindy Sherman, dicono i critici, Cahun seguì questa
ispirazione all'autoritratto attraverso l'interpretazione di personaggi
e situazioni costruite. Addobbata e in posa al centro di una narrazione
decisamente erotica, accentuava ora le caratteristiche maschili ora
quelle femminili complice un corpo androgino magrissimo, un viso acuto,
irregolare.
Le testimonianze che ancora le ricordano parlano di loro due con affetto.
Scorrono nel film molte fotografie di studio e istantanee. Le segue
il commento della regista che interpreta, in alcuni casi i ritratti.
Per esempio Claude ripresa di profilo in abiti maschili seduta per
terra ci segnala la regista che voleva interpretare una tipica posa
dell'intellettuale ebreo. Magari qualche foto del raffinatissimo nonno
simbolista di cui la Hammer però non fa menzione. Marcel Schwob
è stato uno scrittore conosciuto, ancora adesso, non fra il
grande pubblico.
In quella che
possiamo immaginare come un' intensa vita creativa e che a noi arriva,
anche se forse non lo era, leggera, spensierata e divertente si scaraventa
la guerra. I tedeschi occupano l'isola che vedevano come l'avamposto
per arrivare a occupare l'Inghilterra. Claude e Marcel diventarono
attive resistenti. Apertamente Claude rifiutava di rispondere alle
domande del comandante nazista e gli disse chiaramente che odiava
i tedeschi. Il comando tedesco con la mensa era proprio davanti alla
loro villa, clandestinamente stampavano volantini che infilavano nelle
tasche dei soldati e nelle loro camionette. Alla fine qualcuna fa
la spia, probabile sospetta è la donna che forniva loro la
carta. Le due donne che erano anche ebree, furono arrestate e in prigione
restarono parecchi mesi. Arrivò la condanna a morte e qualche
mese di prigionia, al processo Claude chiese quale delle due condanne
avrebbero scontato per prima.
Una delle due
tentò il suicidio, la loro vicina di cella racconta che sentì
delle urla e un'altra che piangeva a dirotto. Intercesse presso il
comando nazista l'amministratore dell'isola che le salvò. I
nazisti avevano perquisito la villa e bruciato - sembra - centinaia
di fotografie pornografiche delle due donne. Una delle istantanee
di Claude dopo la guerra la riprende vestita normalmente en plein
air mentre morde la croce uncinata dei nazisti.
Claude morì nel 1954. Non si era mai rimessa in salute dopo
la prigionia. Marcel muore nel 1979 per suicidio.
Bisogna ringraziare
la regista per il bellissimo lavoro fatto costruito con salda spigliatezza
e interesse. Un lavoro denso e pieno di informazioni che abbiamo gustato
pienamente grazie alla traduzione e alla sottotitolatura di Claudia
Mauti.
nota
1 LINK: Incontro a Bologna con Barbara Hammer Una presentazione della
regista e del suo lavoro sulla storia delle donne
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