I lungometraggi
delle registe al Festival gaylesbico e queer culture 8-14 giugno 2006
di Milano (in costruzione)
di Donatella Massara
Penso
che la cultura lesbica sia una grande rivelazione del '900. E che
i film lesbici a regia femminile siano un enorme regalo al pensiero
delle donne e alla pratica politica, perchè su questo terreno
è spesa e ripensata la politica delle donne quando di fronte
a liberazione e emancipazione, differenza e uguaglianza non trova
una via di rilancio e di spiegazione. E' un altro sguardo che mette
in gioco elementi fondamentali della nostra esperienza che stanno
oltre la contingenza temporale.
Inoltre
q uest'anno il festival milanese
gaylesbico
ha una bellissima cornice, il Teatro Strehler una situazione aperta
e trasversale che molto favorisce la partecipazione.
Parlando
di lungometraggi (ai documentari merita dedicare un altro discorso)
me li sono spiegati dividendo le registe fra "quelle che sanno"
e "quelle che non sanno". Preferisco le seconde.
Le prime sono quelle che sanno come fare una spettacolare opera di
successo, usano gli ingredienti sicuri, copiano in altre parole la
commedia brillante eteorsessuale, con qualche variante, e la travasano
sulla coppia lesbica. E tutti tornano a casa felici e contenti. Le
seconde non lo sanno o forse non vogliono saperlo come va fatto un
film di successo e si spremono in altro modo. Il risultato è
un disvelamento di quella cultura sommersa, fino a non molto tempo
fa, che è quella delle donne, e in questo caso delle relazioni
omosessuali femminili.
SAVING FACE di Alice Wu, 2004, 91', USA, anteprima
OUBLIER
CHEYENNE di Valérie Minetto, 2005, 87', Francia
SHOW ME di
Cassandra Nicolau, 97', 2005, Canada
UNVEILED di
Angelina Maccarone, 97', 2005, Germania
Documentari:
Eut elle été criminelle ...
di Jean- Gabrielle Périot, 10',
2005, Francia
Lover
Other - The Story of Claude Cahun et Marcel Moore di Barbara Hammer,
55', 2005, USA
Women
in love di Karen Everett, 59', 2005, USA