I
Film torna
a: La
vida secreta de las palabras di Isabel Coixet Familia
di Louise Archambault On
a clear day di Gaby Dellal Les
amants reguliers di Philippe Garrel Good
night, and good luck di George Clooney Evviva
Zapatero di Sabina Guzzanti The
constant gardner di Fernando Meirelles Simpathy
for Lady Vengeance di Park Chan Wook Texas
di Fausto Paradivino
Brokeback
Mountain di Ang Lee
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Brokeback Mountain
di Ang Lee, vincitore della Mostra del cinema di Venezia edizione
2005 è un film bellissimo, perfetto e non mi sarei stancata
di guardarlo. Dà corpi al racconto di Annie Proulx (Gente
del Wyoming, Baldini & Castoldi, 1999), riproduzioni fantasmatiche
della sua trama e che di essa interpretano le sfumature. Ampliando
e sviluppando il filo fisso del racconto e quanto lo perfeziona, poche
note che diventano essenziali e dominanti, la sceneggiatura conclude
la scena e riesce a mettere in evidenza quello che il racconto tace.
Senza questo racconto il film
non ci sarebbe stato. Una volta tanto l'uno e l'altro, film e racconto, costruiscono
comunicazione senza disturbare l'esercizio dell'arte di ognuno.
La storia d'amore fra Jack e Ennis qualcuno ha già detto che la ricorderemo.
Una piccola storia che appanna la vita quotidiana dei due personaggi drammaticamente
legati l'uno all'altro, sul limine del tempo che per 20 anni li tiene confinati
dentro a vite mai pienamente realizzate, secondo i canoni sociali che, assurdamente,
sono anche i loro. E di questo tace il racconto con pudore. E
di questo parla il film. Ennis dice a Jack che è per colpa sua se è
un niente, un mezzo fallito. Jack si rifà delle sconfitte insultando finalmente
il suocero che lo umiliava con il nomignolo di "Rodeo". Invenzioni della
sceneggiatura. Nel racconto Ennis cambia sempre lavoro perchè ama la vita
del ranch e il suocero di Jack muore e sappiamo che l'avrebbe pagato per farlo
andare via. La macchina da presa richiede spostamenti e riempimento dei vuoti,
bisogna sapere esattamente come vive Jack se abbiamo saputo come vive Ennis.
L'abbraccio <<asessuato>>
con cui Ennis aveva stretto una volta Jack su Brokeback Mountain <<si
era solidificato nella sua memoria come l'unico momento di autentica,
incantata felicità nelle loro separate e difficili esistenze>>.
Niente l'offuscava, precisa Proulx. E di questa illusione il film
non ci dice niente. E' sul bisogno d'amore di Jack che svolge il suo
discorso, bisogno di unione e di vita in comune. Il film non ci fa
sentire l'illusione che lega Jack a Ennis, ma in un certo senso ci
tiene in sospeso su essa, a chiederci quale sentimento prevarrà,
se la disparità irrazionale che non scioglie il legame e non
lo evolve, potrà restare aperta per l'intera esistenza. Ma
concordano i finali nel film e nel racconto con la morte di Jack.
I corpi di carne e di luce muovono sullo schermo lo scambio mai uguale dei sentimenti,
sporge oltre questi l'ottima regia che riesce a contare sul tempo narrativo mentre
stringe il patto con l'inconscio - luogo del corpo della mente dove il tempo non
diviene.
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