Nadia
e Sarra di Moufida Tlatli, Best Time, Lullaby e i documentari
di Donatella
Massara
Andiamo
al cinema insieme e spesso discutiamo dei film che abbiamo visto. Nadia e Sarra
di Moufida Tlatli ci ha fatto discutere. Per parlare del film riporto anche alcuni
dialoghi che ci siamo scambiate.
Per tutte ampio consenso a Nadia
e Sarra della tunisina Moufida Tlatli, film del 2004.
Questa volta
la regista tunisina mette in scena l'attrice Hiam Abbas che è anche regista
di cortometraggi. Nadia ha una figlia di diciotto anni, Sarra e fa l'insegnante
di liceo per la lingua francese, ha 47 anni. Chi ha presente l'attrice di Satin
Rouge -della regista tunisina Raja Amari- può immaginare il tipo femminile
che rappresenta: è una bella donna, bellezza tranquilla, direbbero alcuni
commenti, voglio dire: molto naturale, bello il viso magro e delicato, regolare,
mi ricorda attrici degli anni settanta, Irene Papas e bello il corpo slanciato
e molto femminile, mi ricorda un'attrice più giovane, Maria Grazia Cucinotta.
Insomma evoca quella signora della porta di fianco che ha qualcosa in
più delle altre, è bella e non vuole darlo a vedere; è quella
che spunta sul gruppo femminile delle vicine di casa, di solito è più
alta delle altre, ostenta abiti vecchi, non alla moda che le stanno bene addosso
perché la taglia è sempre la stessa, non ha quasi mai tagliato i
capelli della giovinezza, non ne ha avuto bisogno, è fedele alla sua immagine.
Nadia
è arrivata a questo punto, ma quando scopre che il marito guarda adorante
la ballerina che fa la danza del ventre qualcosa si rovescia nella sua testa.
E di questo rovesciarsi e non riuscire a rialzarsi racconta la regista. Moufida
Tlatli usa molto i vestiti per fare parlare lo sguardo femminile verso di sé
che cerca - anche con gli abiti - di rientrare nell'amore del mondo e di comunicare
prima di tutto con se stessa.
continua