"
Yes " (UK, 2004 99')
di Sally Potter - inizio di stesura dopo
l'11/9 - solleva reazioni contrastanti.
di
Donatella Massara
Un
film difficile, recitato in versi
Per
ora invisibile in Italia, Yes ha suscitato giudizi contrastanti
positivi sui giornali inglesi e in alcuni casi negativi sugli americani.
Sally
Potter è una delle mie registe preferite, per i Cercatori d'oro,
per Orlando, per Lezioni di tango.
Spero di vedere
questo film, intanto segnalo la sua tematica e la critica pro e contro che ha
sollevato.
Come
gli altri suoi film anche questo è particolarmente originale e difficile.
E' infatti scritto e recitato in versi - pentametri giambici.
La migliore
e più approfondita intervista che ho trovato in rete è quella che
la regista ha rilasciato per il sito di Poetix dove spiega che il modo
di esprimersi che lei ha scelto è il più vicino al linguaggio del
cuore e alla strana complessità della solitudine, che a loro modo i suoi
personaggi vivono. <<La forma del verso dà fluidità al combinarsi
di pensiero e sogno con cui lottano. Sono convinta che il verso sia il più
vicino al flusso di coscienza che ognuno ha dentro di sè in qualche parte
nascosta della mente. La gente non pensa per paragrafi organizzati e frasi, ma
piuttosto come un torrente di pensieri, sentimenti e associazioni che defluiscono.
Un fiume che fluisce fatto di pensiero, immagine, sentimento, sogno, paura, Dio,
sporco, amore, sesso, guerra, cibo. Sono cose che formano la nostra coscienza,
che penso siano tutte mescolate in qualche parte della nostra mente. Chiamala
verso, poesia, rap, canzone, la struttura lirica ci permette di metterci in contatto
con quella parte segreta della mente e del cuore>>
In
un'altra intervista - leggibile in rete nel sito della rivista on line Reverse
Shot - dice che il pentamentro giambico è una delle più antiche
forme di verso e permette di lasciare spazio al parlare delle cose in un modo
lirico, anche a argomenti ponderosi che, in un'altra foma, sarebbero <<indigeribili>>.
E' quindi questo lo spunto principale che l'ha spinta a scrivere (e riscrivere,
riscrivere fino a avere un testo perfetto, chiuso) il copione in versi: per fare
parlare le attrici e gli attori in modo naturale di grandi questioni. All'inizio
della visione il testo che la regista ha costruito è talmente fluido che
non ci si accorge della sua forma. Un'invenzione che recupera una mania della
regista, quando a vent'anni ha scritto moltissime canzoni e in altre occasioni
pezzi teatrali usando i versi.
Alla
domanda se ha avuto difficoltà a produrre il film dice che ha una grande
propensione per il rischio, mentre i produttori non ce l'hanno e le chiedono di
ripetere quello che ha appena fatto, dopo Lezioni di tango volevano un
altro film simile a quello. Adesso questo film è particolarmente rischioso,
sia politicamente che formalmente. Ed è stato molto difficile trovare i
soldi per farlo.
Però ancora nell'intervista a Poetix racconta che
il film è stato girato in Super 16 e poi riversato in 35mm e inoltre che
il cast è stato <<meraviglioso>> perchè ognuno ha lavorato
aspettando di essere pagato più tardi o con un budget basso. E' prevalsa
la passione e la convinzione di quello che stavando facendo. In questa situazione,
paradossalmente, l'ambiente di lavoro è stato <<meraviglioso>>perchè
tutti lavoravano per piacere e dedicandosi in pieno al film.
continua