Donne e conoscenza storica

In Rete

Poetix "Yes" you can write a film in verse by Mary McIntyre Brown

Reverse Shot Just Say Yes: An Interview with Sally Potter by Jeannette Catsoulis

New York Times (Verse Film pits love against the Clash of Culture by Annette Grant
22, 6, 2005)

Nel sito:

 

Cercatori d'oro (The Gold Diggers)
di Sally Potter (biografia a cura di L. M.), 1983, G.B. 83'

 



 

" Yes " (UK, 2004 99')
di Sally Potter - inizio di stesura dopo l'11/9 - solleva reazioni contrastanti.

di Donatella Massara

Un film difficile, recitato in versi

Per ora invisibile in Italia, Yes ha suscitato giudizi contrastanti positivi sui giornali inglesi e in alcuni casi negativi sugli americani.
Sally Potter è una delle mie registe preferite, per i Cercatori d'oro, per Orlando, per Lezioni di tango.
Spero di vedere questo film, intanto segnalo la sua tematica e la critica pro e contro che ha sollevato.

Come gli altri suoi film anche questo è particolarmente originale e difficile. E' infatti scritto e recitato in versi - pentametri giambici.
La migliore e più approfondita intervista che ho trovato in rete è quella che la regista ha rilasciato per il sito di Poetix dove spiega che il modo di esprimersi che lei ha scelto è il più vicino al linguaggio del cuore e alla strana complessità della solitudine, che a loro modo i suoi personaggi vivono. <<La forma del verso dà fluidità al combinarsi di pensiero e sogno con cui lottano. Sono convinta che il verso sia il più vicino al flusso di coscienza che ognuno ha dentro di sè in qualche parte nascosta della mente. La gente non pensa per paragrafi organizzati e frasi, ma piuttosto come un torrente di pensieri, sentimenti e associazioni che defluiscono. Un fiume che fluisce fatto di pensiero, immagine, sentimento, sogno, paura, Dio, sporco, amore, sesso, guerra, cibo. Sono cose che formano la nostra coscienza, che penso siano tutte mescolate in qualche parte della nostra mente. Chiamala verso, poesia, rap, canzone, la struttura lirica ci permette di metterci in contatto con quella parte segreta della mente e del cuore>>

In un'altra intervista - leggibile in rete nel sito della rivista on line Reverse Shot - dice che il pentamentro giambico è una delle più antiche forme di verso e permette di lasciare spazio al parlare delle cose in un modo lirico, anche a argomenti ponderosi che, in un'altra foma, sarebbero <<indigeribili>>.
E' quindi questo lo spunto principale che l'ha spinta a scrivere (e riscrivere, riscrivere fino a avere un testo perfetto, chiuso) il copione in versi: per fare parlare le attrici e gli attori in modo naturale di grandi questioni. All'inizio della visione il testo che la regista ha costruito è talmente fluido che non ci si accorge della sua forma. Un'invenzione che recupera una mania della regista, quando a vent'anni ha scritto moltissime canzoni e in altre occasioni pezzi teatrali usando i versi.

Alla domanda se ha avuto difficoltà a produrre il film dice che ha una grande propensione per il rischio, mentre i produttori non ce l'hanno e le chiedono di ripetere quello che ha appena fatto, dopo Lezioni di tango volevano un altro film simile a quello. Adesso questo film è particolarmente rischioso, sia politicamente che formalmente. Ed è stato molto difficile trovare i soldi per farlo.
Però ancora nell'intervista a Poetix racconta che il film è stato girato in Super 16 e poi riversato in 35mm e inoltre che il cast è stato <<meraviglioso>> perchè ognuno ha lavorato aspettando di essere pagato più tardi o con un budget basso. E' prevalsa la passione e la convinzione di quello che stavando facendo. In questa situazione, paradossalmente, l'ambiente di lavoro è stato <<meraviglioso>>perchè tutti lavoravano per piacere e dedicandosi in pieno al film.

continua