Betty Thomas è
la regista di 28 giorni. Il film è coinvolgente
e risponde alle caratteristiche di una storia pienamente centrata
sulla soggettività femminile e che sta nel cuore delle contraddizioni
del tempo che viviamo.
Sandra Bullock riconosciuta brava attrice è la protagonista,
Gwen, di una storia scritta da Susanna York, ambientata fra New York
e una comunità di rieducazione delle tossicodipendenze, comportamenti
coatti a alcool, droghe e sesso.
L' esordio cita
alla lettera Quattro matrimoni e un funerale: Gwen arriva in
abito da damigella in ritardo al matrimonio della sorella. Subito
dopo il film si evolve e svela il senso di un'altra storia. Gwen al
matrimonio accompagnata dal fidanzato-compagno di sbornie, combina
un sacco di pasticci, sfonda la torta nunziale e sfascia la macchina
delle nozze mentre irrompe in un giardino . Tira anche giù
il nanetto che '' per puro caso non era un bambino'' - come le dirà
il referente della comunità. Quindi obbligata alla disintossicazione
in alternativa alla prigione, in un primo tempo recalcitrante e riottosa,
Gwen, scopre in sé il desiderio di curarsi. Intreccia relazioni,
unica e vera cura all'alcool .
Il recupero è fatto di trame sociali che includono l'amore
della sorella maggiore e forse anche il recupero positivo del ricordo
ossessionante della madre morta alcolizzata. Viceversa il fidanzato
superficiale e maledetto viene abbandonato al suo destino e cosa importante
non sostituito. Il finale è roseo per quella che sembra la
guarigione avvenuta di Gwen.
Il film è
costruito sulla ricerca dell'autenticità di come si puo' sentire
- nei nostri tempi - una donna all'interno delle relazioni e della
tossicodipendenza. E' un film giocato su immagini tecnicamente perfette,
battute veloci e sulla scelta di un'attrice bella ma allo stesso tempo
non seduttiva. Certamente non l'ultimo di una serie di film a regia
femminile dedicati al tema della follia e dell'emarginazione: Un
angelo alla mia tavola di Jane Campion, Risvegli di Penny
Marshall, Amorosa di Maj Zetterling, I figli di un dio minore
di Handa Rainhes e meno conosciuto ma a quello che si dice molto
interessante Oltre il dolore oltre la pena di Agnieta Elers-Yalerman
distribuito da una Associazione per l'aiuto dell'handicap.