Donne e conoscenza storica  

 

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Scheda di Nilde Vinci

 

Estate o i 27 baci perduti
di Nana Djordjadze, Georgia, 1996

di D.M.

La regista è cinquantenne, giorgiana, Nana Djordjadze, il film girato nel 1996 e distribuito in Italia nel 2000, alla rassegna del Festival di Venezia.
Come per tutti i film a regia di donna che vado vedendo qualcosa in me è rimasto anche se in alcuni momenti mi ha annoiato.
Sono convinta che questa sia una stagione felice per la cinematografia femminile che si sta affermando e estendendo. C'è una rivoluzione in atto e come altre che riguardano le donne espongono al massimo potenziale la esperienza cognitiva di chi vuole darle credito.

La trama del film è su vari piani. Il piano portante parla di una quattordicenne bellina, un po' punk: una testa di riccioli scomposti e soprattutto pestifera e scandalosa . Sybille arriva in una cittadina della Georgia, non la regione americana ma quella dove è nato Stalin, a trovare la zia. In un batter d'occhio, tanto che nessuno se ne accorge, si innamora di un quarantenne astronomo vedovo malinconico padre di Nick coetaneo di Sibille che si innamora di lei nell'istante in cui scende dalla corriera.

La vicenda si svolge sulle scorribande dei due ragazzini per il fiume e i boschi, che attorniano la sperduta cittadina giorgiana pronti a spiare e infastidire adulti che amoreggiano, si tradiscono, si disturbano, ammiccano, si seducono e si compiangono. E' forse questa la spinta effettiva del film: la descrizione del mondo post-comunista dove parlare di crisi è dire troppo poco ed è difficile trovare un'altra parola. In una chiave paradossale ma sempre contenuta dentro lo sguardo che guarda agli adolescenti , al domani dunque, la regista mette in ridicolo una società che convive con i suoi ex-valori senza averli né digeriti né ripensati. Dal tenente del piccolo contingente militare della ex valorosa Armata Rossa che spara solo sulla moglie e uno dei suoi tanti amanti, al teatro cittadino dove c'era chi aveva visto il compagno Stalin suonare la fisarmonica e oggi si proietta Emanuelle il velo dell'ironia forse un po' scontata disegna il senso di una società in equilibrio instabilissimo. Unica figura positiva è la zia, quello che resta ,dunque ,di una famiglia pure in erosione.

Nel marasma generale che vediamo nei film dell'Est -nel surrealismo magico di Kusturitza- Nana Djordjadze consegna a questo film le sue aspettative ai giovani a Sybille e a Niki il ragazzino che sconvolto dalla gelosia scambia cio' che vede con quello che non c'è e spara al padre che in realtà non ha mai avuto né il coraggio né la voglia di accettare le advances di Sybille.
Con una espressione indovinata Laura studiosa di russo e di storia della letteratura dell'Est ha definito il film un affascinante esempio di 'movida' georgiana .