Donne e conoscenza storica
         

Recensioni

 

Presentazione di Donatella Massara a Maternale di Giovanna Gagliardo, Italia, 1978

per la rassegna Di Madre in Figlia al Circolo della Rosa 2006

 

Giovanna Gagliardo

Alla fine della visione del film che vedrete e rivedrete magari per la prima volta quasi sicuramente vi chiederete se questa storia non sia più che la storia di una madre, l'immagine che una figlia ha di sua madre. Non sbaglierete perché è la stessa regista a ammetterlo. Avrebbe voluto fare un film <<di soggettività materna, ed è venuta fuori una madre vista con gli occhi di una figlia>>. Su questo testo sfuggitole dalle mani, l'autrice interviene anche alla vigilia della presentazione a Cannes e rinuncia alla scena finale.
Avremmo visto la madre e la figlia ancora più simili, la figlia con i capelli rossi tagliati come la madre per sottolineare i due opposti che si rivelano analoghi, e un monologo di Carla Gravina che dispiega il significato sottaciuto del suo personaggio, "l'incesto mancato". La regista in altre parole toglie di mezzo quello che è secondo lei il peggiore ostacolo al film: lei stessa, lei con il suo io/lui, carica di memoria acquisita che diffida delle immagini e le rincorre mettendogli sotto le parole.

Un'altra caratteristica del film che sicuramente è interessante è il modo di raccontare il tempo, che scorre sull'arco di una sola giornata e sul quale la regista avvolge i ricordi. E' brava e ci conduce dentro e fuori il tempo reale e quello immaginato, usando i colori dei vestiti, gli oggetti spostati e variati, ma anche le scelte registiche di messa in scena, l'inquadratura fissa per il tempo reale e il piano sequenza per i ricordi, il passato atemporale.

Il film si presenta subito come un prodotto speciale, unico; infatti la regista lo insegue - dopo che è uscito - con una sceneggiatura pubblicata con le Edizioni delle Donne alla quale allega uno scritto originalissimo, una postfazione che aveva richiesto a Luce Irigaray che riinterpreta il film e traduce le immagini in parole calandosi nella parte della figlia. La sceneggiatura è la ricostruzione a film finito dei dialoghi e delle immagini alle quali è accompagnato il commento della regista. A questo lavoro nel libro segue lo scritto struggente e poetico, L'una non sogna senza l'altra, dove la psicoanalista rivolge lo sguardo e la parola a una madre soggetto della sua vita ma anche simbolo di ombra e lutto, che lei definisce <<corpo estraneo a una conoscenza propria>>.
Così conclude il testo << E l'una non si muove senza l'altra. Quando una viene al mondo, l'altra ricade sotto terra. Quando una porta la vita, l'altra ricade sotto terra. Quando una porta la vita, l'altra muore. Da te aspettavo che, nascendo io, lasciandomi vivere, tu restassi viva.>>

La storia di Maternale prosegue, nel 2005, una ragazza Eva van der Plas che vive in Olanda ed è una studiosa di italiano chiede all'Ass. Lucrezia Marinelli, a Laura Modini di inviarle un duplicato del film, ed è così che esce la ristampa in olandese della sceneggiatura di Maternale, il film viene proiettato a Amsterdam e Giovanna Gagliardo è invitata a presentarlo a un pubblico di donne di più generazioni.

Maternale era stato presentato in anteprima e con esiti lusinghieri al New York Film Festival nel maggio 1978, è poi invitato al Festival di Cannes, partecipa in ottobre dello stesso anno alla III rassegna del cinema femminile che le Nemesiache organizzano a Sorrento, viene anche presentato in Germania e la rivista Frauen und Film intervista l'autrice. E' accolto molto bene in Italia soprattutto fra la stampa femminista, Noi Donne gli dedica due articoli a distanza di poco tempo e colloca uno dei due in una intera sezione dedicata a Madri e figlie: un'amicizia quasi impossibile. L'articolo è di Marisa Fumagalli che intervista Giovanna Gagliardo. Patrizia Carrano parla benissimo del film - in maggio dello stesso anno sempre su Noi donne: <<Costato pochissimo … Maternale è un film adulto, consapevole, di straordinaria maturità e di grande bellezza>>. In marzo del 1979 anche Effe decide di dedicare un'intervista alla regista definendo Maternale, il primo film italiano sul rapporto madre-figlia.
Lo slancio verso il film si colloca in un contesto di dibattito politico molto vivace sulla regia femminile, il cinema delle donne, e le altre figure professionali femminili, attrici, tecniche, lavoratrici televisive.
In quegli anni ci sono vari convegni soprattutto di professioniste o aspiranti a esserlo nel mondo del cinema. Nascono collettivi di donne che fanno anche insieme film e video. Ne avevamo già parlato in un incontro di due anni fa con Isabella Bruno, Liliana Ginanneschi e Clelia Pallotta che le aveva presentate. In quell'occasione avevamo visto il loro film collettivo Affettuosamente Ciak.
A Milano, Napoli, Genova, Roma, Verona e Bologna partono le prime rassegne di cinema femminile. A volte sono studentesse che autogestiscono le proiezioni dentro l'Università come succede nel '77 con un gruppo di giovani nell'Istituto di Comunicazione e Spettacolo di Bologna. Altre rassegne sono organizzate su scala internazionale come Kinomata; riprendono anche in queste sedi i dibattiti; inoltre sono molte le donne a cui facevamo riferimento come autrici di film, di documentari e di video militanti, considerati i primi di un genere che sarà molto usato, anche recentemente fra i movimenti giovanili.

Il 1978, in particolare, è considerato un anno importante per il cinema delle donne. A Cannes che assegna la Palma d'oro a Olmi per L'albero degli zoccoli, un film neutro sono moltissime le donne presenti, registe, attrici, sceneggiatrici e le donne sono considerate le vere protagoniste del festival.
Giovanna Gagliardo non arriva per una strada appartata al suo film. Aveva fatto parte di gruppi di autocoscienza e di un collettivo femminista romano sul cinema ed è lei che scrive un articolo per Rinascita (l'unico con la sua firma in quegli anni) alla fine del 1976 per raccontare la prima rassegna di Kinomata e descrivere i film visti, commentarne il valore e entrare nel merito del dibattito in cui sentiamo tutta la sua passione.