Donne e conoscenza storica
         
Recensioni

Va dove ti porta il cuore di Cristina Comencini, Italia, 1995

di Donatella Massara

 

Va' dove ti porta il cuore di Cristina Comencini è tratto dal romanzo di Susanna Tamaro pubblicato nel 1994
A me non è spiaciuto questo film. Mi è piaciuta la trama guidata dalle relazioni fra donne: la nonna la nipote e la figlia. La vicenda si segue bene, c'è un plot che coinvolge. Mi è piaciuta la scelta delle due attrici per forza differenti: Margherita Buy è Olga, la nonna giovane e Virna Lisi è la nonna anziana.

Il film risente di una trama che ricorda i romanzi a grandi tirature dove la saga famigliare intreccia figlie e agnizioni di padri nascosti con madri in fuga e eredità.
Infatti la figura di Olga che potrebbe essere come età nostra madre e la sua storia ambientata fra gli anni '50 e i '70 a me pare improbabile. Il giudizio di inverosomiglianza non lo ritengo negativo. E' che una collocazione storica falsata se non è accompagnata da motivazioni forti rimane identificata in frasi scontate che racchiudono in sè tutto il significato di una vita e possono funzionare per ciascuna come non avere alcuna risposta.
Olga è una donna delle classi alte che fa un matrimonio sbagliato; questa situazione la lascia sola e delusa. E' un matrimonio scontato con Augusto che piace alla famiglia e ha rilevato la ditta del padre. E' un uomo che le ispira simpatia ma del quale non è certamente innamorata.
Trova in vacanza la libertà dell'amore che rimane ovviamente clandestino. In questa relazione nasce la figlia che solo alla fine della sua vita saprà di non essere figlia del padre.

La figlia è una figura altrettanto realizzata da una figlia concepita in una relazione passeggera, ma, sempre insofferente e infelice, finisce tragicamente. La distanza fra lei e la madre alimenta l'ipocrisia. La madre tiene nascosti i suoi veri sentimenti mettendo all'esterno l'immancabile collana di perle. La figlia è invece apertamente in crisi, manifesta le sue depressioni e incapacità a convivere con un lavoro e se stessa.
Certamente i grandi segreti si agitano in ogni famiglia e possono tornare utili nei romanzi, sconvolgendo identità che di generazione in generazione si depositano sulla visione scontata delle donne che ci hanno precedute.
Questo procedere che è una conquista delle relazioni fra donne nel senso più esteso, nel film avviene in poche battute e sta nella trama. L'enormità del confronto fra le parole che svelano il senso di una vita, o il lascito di essa, e la vita medesima con la sua durata, lascia ben poco in mente perchè è come se le vite femminili si perdessero in tutte le protagoniste dietro a qualcosa che sfugge lasciandole a tu per tu con l'unica cosa bella fatta che è la figlia - come dice Ilaria alla madre.

Probabilmente il romanzo non è così essenzialista e disperatamente attaccato all'evoluzione della specie, ma il film sì, e nonostante questo è allettante. Perchè le vite delle donne che sono così distese fra più generazioni sono straordinariamente avvincenti nella realtà e nella finzione