Donne e conoscenza storica |
In Rete: Rebecca
Wells, Divine secrets of Ya Ya sisterhood, |
I sublimi segreti delle Ya ya sisters regia di Callie Khouri (USA 2002)
di Donatella Massara |
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La regista Calie Khouri (è nata a Sant'Antonio nel 1957) sul set del film In Rete: recensione di Terry Morocco
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Callie Khouri
la regista di I sublimi segreti delle Ya ya sisters è
nota per essere stata la sceneggiatrice di Thelma e Louise.
In una recente intervista in rete veniamo a sapere quanto le sarebbe
piaciuto dirigere anche il film del 1991. E' con a mente la confessione
di Callie Khouri che ho visto il film. Le amiche riparano le cose attraverso la consapevolezza; raccontano alla figlia la storia della madre, che non sa niente di quest'incontro. La storia della giovinezza delle ya ya sisters sono gli anni prima e dopo il secondo conflitto mondiale. Questo è
il film di Callie Khouri. Come dichiara lei: è un film per le
donne girato fra donne, caso strano perché gli studios preferiscono
storie adatte a chi ha il week end libero e consente grandi incassi.
Per esempio: Spider Man. Questo è un film di donne dove - come
si legge in una recensione di Terry Morocco - gli uomini sono solo sullo
sfondo. C'è il marito della madre protagonista, Vivi, <<
relegato a dormire da solo e non perchè russa, ma perchè
respira. E che ha sempre amato la moglie, anche se lei non lo voleva.
E poi Connor, il fidanzato storico di Sidda, (c.m.la figlia della
madre protagonista) preso e lasciato da sette anni. Uomini pazienti,
devoti, che guardano all'altra metà del cielo con un misto di
invidia e ammirazione. Il film come nella maggior parte delle recensioni potrebbe essere relegato nel genere zuccheroso, prendersi una sufficienza e non creare più problemi. Invece le recensioni che pure non gli risparmiano le critiche e sembrano non avere abitudine per regia e mondo femminile, intuiscono che qualcos'altro c'è. Nonostante scene fredde, finte, assemblate con una spinta narrativa certo per niente noiosa eppure non soddisfacente, questa specie di Pomodori verdi fritti, come è stato detto, di taglio decisamente più piatto e disincarnato, tuttavia parla delle donne. Il film mette in movimento più generazioni e tenta di spiegare il superamento di chi ci precede - in compagnia delle loro conquiste. Le donne restano parti di un cerchio di carne femminile che, a volte, secondo l'ordine sociale maschile, non fa progredire. E' riconoscibile
il tentativo del film di raccontare, attraverso il dramma, atti sparsi
nella storia di più generazioni. Ci dice che la maternità
di una donna riguarda anche tutte le altre. La maternità non
più come un luogo appiccicato a due corpi ma come fatto comune
è scritto in una storia che cammina non sappiamo in che direzione.
Tuttavia la chiave della relazione, e del perché il suo esito
sia stato, per Vivi e sua figlia, catastrofico, è in una frase
pronunciata negli ultimi dieci minuti. La madre si è <<tirata
indietro>> perché aveva paura di <<fare del male>>
e <<di non essere all'altezza dei suoi figli>>. E solo questo
conta perché il resto non è che teatro. |