Donne e conoscenza storica
         

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Marina Spada

I film di Marina Spada, come tenersi lontana dagli steccati del film di genere (femminile)

di Donatella Massara

Prossimamente nelle sale speriamo di vedere Come l'Ombra di Marina Spada, un film presentato a Venezia nel 2006, già apprezzato da pubblico e critica. Il film prosegue Forza Cani, il primo lungometraggio della regista del 2002. Film questo eccezionale per il tipo di produzione e di distribuzione che ha scelto e che per la decisione di autopromuoversi ha venduto negli anni 6000 videocassette ed è stato presumibilmente visto da 30.000 spettatrici/spettatori.
Così ne parlava Il manifesto, (27,11,2002) "Forza Cani, il digitale è collettivo" di Cristina Piccino:<<78 i produttori finali e, 138 i coproduttori, tutti quanti hanno lavorato nei ritagli di tempo, week end e momenti liberi (quattro mesi di lavorazione) rinunciando ai compensi per una quota di proprietà.>>
Dice la stessa Marina in una intervista su Filmup di Federico Raponi (24,10,2006): <<Ho lanciato un finanziamento su Internet, le quote di acquisto del film erano di 100 mila lire, e in questo modo abbiamo tirato su 67 milioni, perché abbiamo condiviso i contenuti, fatto riunioni pubbliche a Milano, nei centri sociali, ovunque. Ed è stata una cosa splendida, la troupe quando era ridotta sarà stata di 30 persone.
[…]
Mi hanno rifiutato i soldi del Ministero, e io invece di andare in depressione o dire che il mondo è cattivo, ho detto "me lo faccio comunque". Non precisamente io, ma Daniele Maggioni, fino a "pane e tulipani" il produttore di Silvio Soldini e attualmente il direttore della Scuola di Cinema di Milano dove insegno. Che è la persona più visionaria rispetto alla possibilità del cinema che io abbia mai conosciuto. Non a caso ha scritto per me anche questo secondo film, l'unico italiano all'interno delle Giornate degli Autori a Venezia. La mia opera prima è stata bistrattata e osteggiata in tutti i modi, per cui in qualche modo Come l'ombra è la mia prima opera ad avere visibilità. Ma ci vuole sempre una dose di vera pazzia, ho fatto un mutuo in banca per realizzarla, dicendo che mi dovevo ristrutturare il bagno, sennò i soldi non me li davano di certo.
[…]
(Come l'ombra) è stato fatto con pochi soldi, ma le persone che l'hanno fatto sono in compartecipazione e soprattutto c'è un produttore di Roma che avrà la mia stima e riconoscenza in eterno perchè si è fatto carico di spendere un sacco di soldi per fare la colour correction, tutta la lavorazione su audio e pellicola. Non credo nei film fatti con 5 lire perché conosco profondamente i passaggi di questo lavoro, non è possibile. Cioè se lo fai, lo fai utilizzando gratuitamente il lavoro degli altri, che ti stan facendo un regalo. Ma quel lavoro ha un valore. In Italia siamo nella situazione in cui il lavoro intellettuale non viene pagato, mentre nel resto del mondo è il motore delle nazioni. Quando un paese non investe più sulla cultura e sui giovani, sulla scuola e sulla formazione, è finito. Siamo a un passo da questo. >>

I film di Marina Spada non hanno un rapporto diretto con la cronaca nè con la volontà di raccontare la storia delle donne, però di fatto la raccontano, passando molte parole alle immagini di Milano. Lei definisce il suo rapporto con Milano <<la palestra del mio immaginario>>. Questi film confondono la storia soggettiva delle protagoniste o dei protagonisti con la storia urbana che della prima diventa così il contenuto e il contenitore. In Forza Cani, Nebbia, l'idealista, il maschio non per obbligo e innamorato per scelta, iscrive nella città non solo la sua sopravvivenza ma l'amore per la poesia, per gli altri e per una ragazza. Non è affare da poco raccontare la storia d'amore, anche perchè quella avulsa dal tempo, è ancora una tentazione forte nella regia femminile, rischiando in alcuni casi di consegnare le registe dentro al repertorio di genere. I film di Marina Spada impongono invece un 'altra prospettiva, più ampia e allo stesso tempo connessa alla storia che stiamo vivendo, dove è il senso della presenza femminile nelle relazioni, non solo fra donne, a fare da traccia. E' un punto di vista coraggioso e non immediatamente comprensibile da chi si aspetta dal cinema la denuncia del razzismo, dei traffici illeciti o il racconto delle grandi alleanze internazionali proletarie, come per esempio in Lettera dal Sahara di Vittorio De Seta.

Milano diventa invece qui in Come l' ombra, una città che con i suoi sfondi sostiene il racconto. Le riprese dalle finestre di tetti e pinnacoli della Stazione Centrale o dalle strade che costeggiano le medie periferie dove sono più i luoghi a decidere a che cosa indirizzare il nostro pensiero che non i suoi protagonisti, le sue protagoniste sottintendono come referenti persone anonime, intercambiabili, opache fino a che non si entra nel loro spazio vitale. E' questo sfiorare lo spazio interiore di ognuna e di ognuno che delinea i contorni sessuati dei protagonisti, personaggi sia maschili che femminili più alla ricerca di una differenza soggettiva, essenziale, corporale che interpreti della stessa. Claudia vuole combattere la sua solitudine e passa da una relazione eterosessuale a un'altra ma senza che noi vediamo inscenato il suo malessere. Possiamo intuirlo o possiamo sottintendere che lei si stia definendo attraverso l'esperienza, per esempio la curiosità per i corsi di russo che le porteranno poi in casa Olga. Scoprirà così in sè una forte carica emotiva verso l'altra donna che prima dell'incontro circoscriveva all'interno della relazione con i partner, fra i quali c'è anche l'insegnante ucraino. La definizione di sè non è affatto data, in anticipo, ma anzi è come plasmata attraverso l'incontro con un'altra, nonostante il suo essere un corpo che non domanda niente neanche la memoria, porta, oltre i confini di sè, della solitudine e della ripetizione. E' in seguito all'incontro con Olga che Claudia va a cercare qualcosa, spinta dagli avvenimenti, non più solo dalla curiosità culturale.

La regista scrive sul press book di Come l'ombra presentato alla 63° ed. della Mostra del cinema di Venezia: << L'idea di raccontare questa storia è strettamente connessa a quella di "sguardo sul mondo" che la sottende. Nella vita quotidiana ognuno di noi risulta invisibile a molti altri e anche quando coloro che ci sono vicini, amici e parenti, sembrano "vederci" spesso noi non ci sentiamo realmente visti. Quello che vogliamo raccontare è una vicenda attraverso i suoi frammenti visivi, attraverso quello che si vedrà sullo schermo, ma anche attraverso gli indizi di ciò che dallo schermo rimarrà necessariamente escluso. Uno "sguardo laterale" quindi che ci lascia intuire quello che il personaggio vede alle nostre spalle e che noi, protesi verso lo schermo, non possiamo vedere, come se i personaggi guardassero noi, e oltre noi, il nostro contorno, richiamandoci in ogni momento al presente, costringendoci a uscire dal guscio protetto della sala buia.>>

Anche Forza Cani film di pura finzione ha qualcosa a che vedere con la storia. Non tanto per i temi che tratta: il malessere giovanile, l'ostilità della città, lo sfrangiarsi dei discorsi colti, politici, ideologici. E' nel suo andamento che fa vedere il nostro tempo, come se la realtà la si scoprisse a poco a poco. Nella prima mezz'ora il film racconta l'incontro fra gli altri protagonisti e un misterioso ragazzo, Nebbia, che vive in una fabbrica dismessa scrivendo versi sul muro, poi comincia la ricerca di un' identità con il presente che arriva fino al drammatico epilogo dove, con il colpo di pistola sparato da un poliziotto che uccide il giovane, irrompe la storia del nostro tempo. Sono i pezzi della storia che ci tiene uniti, oltre le età e le vite immaginarie e concrete che conduciamo. Il film incentrato sul mondo giovanile è anche duro con i giovani, nonostante lo sguardo di simpatia che li accoglie sulla scena fino dalle prime battute. E' qui che conosciamo Tetra, bella e dolce ma anche molto critica verso i suoi compagni, personaggio che -se scostiamo lo sguardo e lo puntiamo su Come l'Ombra - possiamo ritrovare di nuovo in Claudia. Tutte e due hanno un lavoro regolare, una casa dove vivono sole, un rapporto con gli uomini che è aperto e nello stesso tempo vigile, autodifensivo e capace di comprensione. L'altra protagonista di Forza Cani pure ha il suo doppio in Come l'ombra. Là è una giovane ragazza che alleva un figlio da sola, che perde sempre il lavoro e che alla fine con i molti soldi che le regala Nebbia, rubati per lei e il bambino all'amico spacciatore, Franco, emigra verso la Germania. Nel film di quest'anno l'altra è Olga, ucraina, invece immigrata in Italia, misteriosa figura che è come l'ombra, un personaggio invisibile, infinitamente dispersa nelle voragini della globalizzazione, figlia e madre nelle nuove migrazioni di chi non ha capitali da esportare, investire e fare fruttare.

Marina Spada ha girato anche vari cortometraggi fra i quali L'astice che ha avuto il 2o premio al Torino Film Festival nel 1996 e e altri premi in altri festival, Un giorno dopo l'altro del 1989 ha avuto una menzione della giuria al Women in Film Festival Los Angeles del 1991 anche Dove si guarda c'è quello che siamo del 1998 ha avuto una segnalazione al Riccione Film Festival del 1999.
La regista ha fatto vari documentari fra i quali quelli dedicati ai fotografi italiani per la serie I grandi Fotografi Italiani. Fra i suoi lavori c'è anche Controvento presentato nel 2004 al Filmaker e che attraverso una docu-fiction ottiene il risultato di spostare drasticamente il campo semantico della depressione che diventa, anche per chi non lo sapesse, un disturbo mentale non più assegnabile alla schizofrenia, e che necessita di cure apposite.