Il film
di Woody Allen Match Point è un film filosofico. La considerazione
più evidente è quella che il regista mette all'inizio. Riprende
la rete divisoria del capo di tennis e la pallina fermata a mezz'aria diventa
il segno del destino, può passare la rete e può cadere all'interno,
l'esito segnerà il punto della vittoria. La fortuna, il caso sono i veri
motori delle vicende umane, ci dice; temi rinascimentali quando la filosofia della
natura iniziava a credere nell'essere umano più che nell'intervento di
un principio superiore.
Tuttavia
la considerazione che infine ho inteso è che i ricchi sono quasi vicini
alla perfezione: non particolarmente belli, però piacevoli e poi aperti
agli altri, civili, ragionevoli, non aggressivi e spontanei, capaci naturalmente
di giocarsi la 'sprezzatura', secondo il Cortegiano del Castiglione,
come dire: la disinvoltura, gli atteggiamenti non artificiosi nè compiacenti.
Peccato
che per mantenersi, per prolungare la propria durata oltre il tempo le classi
alte conservino fra le proprie fila l'assassinio. Così nel film.
Come
hanno detto alcuni il protagonista è uno specchio con valore di identificazione
per chi guarda, infatti è una figura trasparente e solida, nello stesso
tempo; costruita e dispiegata come se vedessimo e partecipassimo ai moti della
sua casa interiore. Il regista è riuscito a tenere in primo piano un essere
in carne e ossa costruendogli intorno una rete di riferimenti e input che lo disincarnano.
Un risultato ottenuto mettendo fuori quello che il protagonista pensa e lasciando
le sue azioni personali al minimo, praticamente il sesso e i pasti, passati i
primi venti minuti di film. Nelle scene dove è in gruppo Chris non parla
quasi mai, quello che fa è sempre sottinteso e anche se dice delle cose
profonde e sensate, come all'inizio delle sue frequentazioni quando è ancora
il diverso, il 'nero' della situazione, gli altri - i ricchi: il fratello e la
sorella - hanno sempre a disposizione battute più incisive che tolgono
verità e spazio a ciò che dice. I ricchi sono disinvolti e insensibili
non per cattiveria, però, forse perché sono inglesi quindi umoristi,
certamente perchè la vita gli sembra bellissima e stanno magnificamente.
Chris ha sicuramente
qualche marcia in più se tutti se lo filano. Anche se non sentiamo così
vicine le sue good vibrations ce le immaginiamo seguendo le tappe di avvicinamento
che prima il fratello e poi la sorella perseguono per farlo entrare nella famiglia,
per comperarselo, insomma. Chi è Chris: è povero ed è un
grande giocatore di tennis, quindi è freddo, calcolatore, dotato però
della necessaria energia e passione per tirare delle belle sventole e andare a
colpo sicuro. Il ragazzo in realtà non è mai al centro della scena,
è all'inizio l'ospite che guarda le meraviglie delle case dei ricchi e
poi quello che anche quando si alza nel mezzo di una cena, e suo malgrado, non
è in primo piano, perchè Cris agisce con discrezione e buona educazione,
ciò che più gli sta a cuore è il gruppo sociale. Cris non
è mai in mostra, è un oggetto molto prezioso che nasconde quello
che fa e ci riesce perchè non è affatto narcisista, e perchè
nessuno gli presta mai molta attenzione, quindi non pensa di fare voltare tutte
o tutti a guardarlo quando entra in una stanza, vuole piuttosto essere sicuro
che nessuno gli impedirà di entrarci. Nonostante sia così poco dotato
di evidenza suscita l'interesse di tutti, diciamo che Chris è un catalizzatore
di emozioni minime e indispensabili; si presenta come uno che non vuole scroccare
nelle piccole cose, puntando a quelle grandi. Infatti vederlo fare il maestro
di tennis spiace proprio a tutti; anche a lui. Chloè, la sorella, sarebbe
disponibile a comprarselo, pur di averlo, ne migliora la situazione e ci riesce.
Cris suscita i sensi di colpa della buona società, non si può lasciarlo
nel posto che ha occorre metterlo in vendita
come un quadro d'autore in una galleria.
Qualcosa però lo spinge
a rischiare il massimo, a buttarsi su Nola, la ragazza del fratello ricco, la
sua sosia. E' qui che l'identificazione con il personaggio viene complicata in
un gioco di lui-lei che ci fa vedere quale corso casuale e imprevisto potrebbero
prendere le passioni . Scarlett Johansson -Nola assomiglia anche fisicamente a
Cris - Jonathan Rhys-Meyers. Non solo i due hanno la stessa bocca molto carnosa,
gli occhi azzurri, la carnagione chiara e dorata. Sono simili e affini, sono gli
esterni alla famiglia, oggetti disponibili. Perchè sono potenzialmente
rivali - essendo che uno è per la sorella e l'altra per il fratello ? Certo
perchè è sottinteso che ci si rivolge indistintamente a ambedue
i sessi ma anche perchè solo uno è il vincitore nel gioco del tennis
e una famiglia ricca non reggerebbe di prospettarsi un futuro con entrambi i figli
sposati a partner di condizione molto più bassa. Vince quindi Chris il
maestro di tennis irlandese e taciturno così simpatico al suocero e perde
Nola l'attricetta americana capricciosa, così antipatica alla madre di
lui.
Cris che è una merce non sceglie mai, viene scelto, apparentemente
ha scelto Nola ma non sarà che anche lei è una pallina che occorre
colpire per vincere ?
Jean Eustache in La Mamain e la Putain racconta
su tre ore e mezzo di un film oltre il tempo, la psicologia maschile del suo protagonista
ed è lui, Jean-Pierre Leaud nel 1973, al primo incontro con Veronike, l'infermiera
polacca a suggerirci una spiegazione: <<Il migliore omaggio che si può
fare a un amico è rubargli la donna>>. E vale la pena fermarsi qui
e vedere il film.
Match
Point è il film di un uomo che parla di uomini dove le donne aiutano
a spiegare il senso di quanto a loro accade. E se vogliamo capire le donne ci
sono i film delle registe.