Donne e conoscenza storica
     

 

 

Match Point di Woody Allen, 2006, USA

di Donatella Massara


Il film di Woody Allen Match Point è un film filosofico. La considerazione più evidente è quella che il regista mette all'inizio. Riprende la rete divisoria del capo di tennis e la pallina fermata a mezz'aria diventa il segno del destino, può passare la rete e può cadere all'interno, l'esito segnerà il punto della vittoria. La fortuna, il caso sono i veri motori delle vicende umane, ci dice; temi rinascimentali quando la filosofia della natura iniziava a credere nell'essere umano più che nell'intervento di un principio superiore.

Tuttavia la considerazione che infine ho inteso è che i ricchi sono quasi vicini alla perfezione: non particolarmente belli, però piacevoli e poi aperti agli altri, civili, ragionevoli, non aggressivi e spontanei, capaci naturalmente di giocarsi la 'sprezzatura', secondo il Cortegiano del Castiglione, come dire: la disinvoltura, gli atteggiamenti non artificiosi nè compiacenti.
Peccato che per mantenersi, per prolungare la propria durata oltre il tempo le classi alte conservino fra le proprie fila l'assassinio. Così nel film.

Come hanno detto alcuni il protagonista è uno specchio con valore di identificazione per chi guarda, infatti è una figura trasparente e solida, nello stesso tempo; costruita e dispiegata come se vedessimo e partecipassimo ai moti della sua casa interiore. Il regista è riuscito a tenere in primo piano un essere in carne e ossa costruendogli intorno una rete di riferimenti e input che lo disincarnano. Un risultato ottenuto mettendo fuori quello che il protagonista pensa e lasciando le sue azioni personali al minimo, praticamente il sesso e i pasti, passati i primi venti minuti di film. Nelle scene dove è in gruppo Chris non parla quasi mai, quello che fa è sempre sottinteso e anche se dice delle cose profonde e sensate, come all'inizio delle sue frequentazioni quando è ancora il diverso, il 'nero' della situazione, gli altri - i ricchi: il fratello e la sorella - hanno sempre a disposizione battute più incisive che tolgono verità e spazio a ciò che dice. I ricchi sono disinvolti e insensibili non per cattiveria, però, forse perché sono inglesi quindi umoristi, certamente perchè la vita gli sembra bellissima e stanno magnificamente.

Chris ha sicuramente qualche marcia in più se tutti se lo filano. Anche se non sentiamo così vicine le sue good vibrations ce le immaginiamo seguendo le tappe di avvicinamento che prima il fratello e poi la sorella perseguono per farlo entrare nella famiglia, per comperarselo, insomma. Chi è Chris: è povero ed è un grande giocatore di tennis, quindi è freddo, calcolatore, dotato però della necessaria energia e passione per tirare delle belle sventole e andare a colpo sicuro. Il ragazzo in realtà non è mai al centro della scena, è all'inizio l'ospite che guarda le meraviglie delle case dei ricchi e poi quello che anche quando si alza nel mezzo di una cena, e suo malgrado, non è in primo piano, perchè Cris agisce con discrezione e buona educazione, ciò che più gli sta a cuore è il gruppo sociale. Cris non è mai in mostra, è un oggetto molto prezioso che nasconde quello che fa e ci riesce perchè non è affatto narcisista, e perchè nessuno gli presta mai molta attenzione, quindi non pensa di fare voltare tutte o tutti a guardarlo quando entra in una stanza, vuole piuttosto essere sicuro che nessuno gli impedirà di entrarci. Nonostante sia così poco dotato di evidenza suscita l'interesse di tutti, diciamo che Chris è un catalizzatore di emozioni minime e indispensabili; si presenta come uno che non vuole scroccare nelle piccole cose, puntando a quelle grandi. Infatti vederlo fare il maestro di tennis spiace proprio a tutti; anche a lui. Chloè, la sorella, sarebbe disponibile a comprarselo, pur di averlo, ne migliora la situazione e ci riesce. Cris suscita i sensi di colpa della buona società, non si può lasciarlo nel posto che ha occorre metterlo in vendita come un quadro d'autore in una galleria.

Qualcosa però lo spinge a rischiare il massimo, a buttarsi su Nola, la ragazza del fratello ricco, la sua sosia. E' qui che l'identificazione con il personaggio viene complicata in un gioco di lui-lei che ci fa vedere quale corso casuale e imprevisto potrebbero prendere le passioni . Scarlett Johansson -Nola assomiglia anche fisicamente a Cris - Jonathan Rhys-Meyers. Non solo i due hanno la stessa bocca molto carnosa, gli occhi azzurri, la carnagione chiara e dorata. Sono simili e affini, sono gli esterni alla famiglia, oggetti disponibili. Perchè sono potenzialmente rivali - essendo che uno è per la sorella e l'altra per il fratello ? Certo perchè è sottinteso che ci si rivolge indistintamente a ambedue i sessi ma anche perchè solo uno è il vincitore nel gioco del tennis e una famiglia ricca non reggerebbe di prospettarsi un futuro con entrambi i figli sposati a partner di condizione molto più bassa. Vince quindi Chris il maestro di tennis irlandese e taciturno così simpatico al suocero e perde Nola l'attricetta americana capricciosa, così antipatica alla madre di lui.
Cris che è una merce non sceglie mai, viene scelto, apparentemente ha scelto Nola ma non sarà che anche lei è una pallina che occorre colpire per vincere ?
Jean Eustache in La Mamain e la Putain racconta su tre ore e mezzo di un film oltre il tempo, la psicologia maschile del suo protagonista ed è lui, Jean-Pierre Leaud nel 1973, al primo incontro con Veronike, l'infermiera polacca a suggerirci una spiegazione: <<Il migliore omaggio che si può fare a un amico è rubargli la donna>>. E vale la pena fermarsi qui e vedere il film.

Match Point è il film di un uomo che parla di uomini dove le donne aiutano a spiegare il senso di quanto a loro accade. E se vogliamo capire le donne ci sono i film delle registe.