Donne e conoscenza storica

 

vai a indice Film

 

Mariuccia Ciotta in IL Manifesto

05 Settembre 2002

In concorso, preceduto da un battage pubblicitario tutto puntato su Laura Morante, Un viaggio chiamato amore, produzione tv (Rai più Stream) regia di Michele Placido. Stefano Accorsi è il poeta Dino Campana, che amò riamato Rina Faccio, nome d'arte Sibilla Aleramo. Come in molti film passati qui, si potrebbe dire «questa è una storia vera». Davvero Dino Campana era uno squilibrato tanto che morì in manicomio ed è per questo che Stefano Accorsi strabuzza occhi, spacca vasi e mena le mani. Sibilla Aleramo è vero che, vanto di una femminista militante, inanellò con diversi scrittori dell'epoca intimi sodalizi, ed è per questo che Laura Morante ansima e si strugge a sentirsi chiamare «puttana» dal poeta, il quale peggiora la sua condizione mentale per i tanti flashback dove vede l'amata sodomizzata fin dall'età infantile. La coppia dei due protagonisti della storia letteraria italiana sono «sceneggiati» pensando a un'inarrivabile telenovela depurata per la prima serata. L'accozzaglia di urli, strepiti, scopate, stupori, declamazioni mette in ombra la personalità dell'autrice di Una donna, della quale usciti dal cinema non sapremo nulla di più se non che era pronta a farsi fracassare la testa in preda a frenesia sessuale. Non intuiamo neppure che un giorno, nel 1946, si iscriverà al partito comunista, e che sarà un punto di riferimento artistico-politico per un'intera generazione.