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in La Nazione 17,11,2003
Non
è facile filmare la realtà.
Non è facile filmare la realtà. A volte perché
è pericoloso: a volte perché la verità si nasconde.
Bisogna avere pazienza, fiuto, tenacia. Fanno questo i documentaristi,
protagonisti del Festival dei Popoli. Quest'anno si svolgerà
da venerdì 28 al 4 dicembre, e oltre al cinema Alfieri coinvolgerà
l'istituto Stensen e il cinema Terminale di Prato. E nella sezione Il
presente documentato, potremo vedere film come The Afghan
Massacre, il massacro afgano, di Jamie Doran. Che racconta una
storia terribile. Dentro la guerra degli americani contro l'Afghanistan.
La regista, reporter di guerra, mostra che le forze americane erano
presenti, e permisero, il massacro di circa 3000 prigionieri talebani.
Il film è stato prodotto con grandi rischi, i testimoni sono
stati minacciati e in alcuni casi uccisi, lo staff del film è
stato costretto a nascondersi. Vedremo anche Baghdad On/Off
di Saad Salman, un road movie drammatico attraverso il Kurdistan irakeno,
in cui il regista Saad Salman mostra, tra realtà e fiction, la
straordinaria vitalità e le sofferenze del popolo irakeno. Sempre
nella sezione Il presente documentato, su un altro luogo
dove si combatte e si soffre, Ford Transit di Hany Habu-Assad
racconta la storia vera di Rajai Khatib, uno degli autisti
di pulmini che portano i palestinesi attraverso i posti di blocco, da
una parte all'altra dei territori palestinesi e israeliani. Importantissima,
quest'anno, è anche la retrospettiva. Venti film, venti capolavori
del documentario di tutti i tempi, dedicati all'acqua. L'acqua? Sì,
l'acqua. Protagonista, per esempio, del documentario Niewe Gronden
di uno che, con la cinepresa, ha saputo raccontare tutto: la politica,
l'industrializzazione del mondo, il vento. Joris Ivens (nella foto)
. Niewe Gronden è un film del 1934. Visto oggi, sembra
accrescere la sua forza. E' del 1985, invece, Eau/Ganga,
il documentario dell'indiano Viswanadhan sul Gange, il fiume per antonomasia,
sacro a centinaia di milioni di indiani. E concorso italiano, un dietro
le quinte di Riso amaro: si chiama Sorriso amaro
il film di Matteo Bellizzi sui retroscena della lavorazione del film
che lanciò Silvana Mangano. E' dello scrittore Gianni Celati,
da sempre innamorato del Po e delle livide pianure che scivolano da
quel fiume, il film Visioni di case che crollano, radiografia
del microcosmo umido, misterioso e desolato della valle del Po. C'è
anche un documentario girato l'anno scorso da tre fiorentini sulle bande
di strada che hanno fatto da colonna sonora ai giorni del Social forum
a Firenze. Il gruppo di lavoro è lo stesso di Genova senza
risposte, il documentario sui giorni del G8 a Genova: Federico
Micali, Maria Teresa Paoli, Stefano Lorenzi. Il sito del Festival dei
popoli è www.festivaldeipopoli.org . Il telefono è 055
244778.
di Giovanni Bogani
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