Donne e conoscenza storica
         

Un interrogativo non istituzionale a Film de Femmes Festival di Creteil 25a ed. 2003

di Donatella Massara

Il sito, la storia del Festival e la redazione di Magazine

Films de femmes il festival di Creteil, festeggia quest'anno i suoi 25 anni, madrina della rassegna Margarethe Von Trotta. Arriva al compleanno ponendosi un interrogativo inaudito. Il festival delle donne si interroga sul senso della sua definizione. Ne parlerò più avanti nell'articolo. Adesso analizzo il sito.
Anzitutto non si puo' non pensare che qualcuna di noi forse non era nata quando nel 1979 il manifesto del festival con la Venere di Milo che guarda nella camera, presentava la rassegna.
(http://www.cfd-emi.com/toilesdefemmes/article.php3?id_article=42)

Il sito mette in primo piano la propria storia. Fra le sezioni la Histoire de Festival porta alla periodizzazione delle fasi di cambiamento del festival.
(http://www.filmsdefemmes.com/hist-du-festi/%8Evolution.htm)
La manifestazione oggi ha delle eredi. La guida al sito - e al festival (http://www.filmsdefemmes.com/) - è una redazione formata di sette donne e due uomini, a vedere le foto non ancora trentenni. Accompagnano la rassegna con commenti, percorsi, immagini e interviste accessibili attraverso la Magazine.
Una delle interviste è con Jackie Buet, cofondatrice e attuale direttrice del festival. (http://www.cfdemi.com/toilesdefemmes/article.php3?id_article=41, il link per ora non è attivo).

In homepage è accessibile Iris, il centro di ricerca e di documentazione dedicato alla produzione audiovisiva femminile, e alla documentazione visiva del Festival raccolta in questi 25 anni. Il centro è stato creato tre anni fa; pagina d'apertura in arancione dove un quarto del - forse non per tutte - celebre viso di Jane Shrimpton, 'gamberetto', - guarda ammiratrici, adolescenti, come me, negli anni '60.

Visitare il sito è un vero viaggio nella storia del cinema delle donne e nella attualità delle sue manifestazioni. Oltre l'ovvio programma dei film in concorso, accompagnati di sinossi, le manifestazioni collaterali e gli articoli che li presentano rompono la rigidità del presente e emerge un quadro frattale dell'ampia rete della cinematografia femminile. Il festival di Creteil si presenta oggi al pubblico con decine e decine di filmati, si svolge in una settimana, include incontri, performances, concerti, celebrazioni e mescolati alle proiezioni dei film in concorso (50 fra lunghi e cortometraggi) altri film significativi e classici pionieristici della storia della regia femminile.

Una serata è dedicata a Ida Lupino e alla proiezione di Outrage, 1950 tr.it. La preda della belva.
(http://www.cfd-emi.com/toilesdefemmes/article.php3?id_article=45)
E molti altri ancora sono i momenti di questa rassegna che spiegano i diversi approdi alla cinematografia, per esempio la sceneggiatura alla quale è dedicato un apposito concorso; c'è poi l'incontro con alcune registe, la già citata e tenace Von Trotta e Marion Hansel.
(http://www.cfd-emi.com/toilesdefemmes/article.php3?id_article=59)
Alcuni percorsi riconosciuti anno per anno degni di evidenza e approfondimento sono quest'anno dedicati alle registe del nord (http://www.filmsdefemmes.com/festi-2003/sections-parallele/froid-aux-yeux/froid.htm), alle donne delle banlieu.

La politica delle donne a Creteil:
la guerra contro l'Irak

Centrale nell'apertura di quest'anno di Films de Femmes è la guerra in Irak. Una intera rubrica è dedicata all'impegno del cinema contro la guerra e raccoglie i film, gli interventi, una tavola rotonda che dibatte su come le donne guardano alla guerra, gli aggiornamenti giorno per giorno delle posizioni prese e degli avvenimenti che riguardano l'impegno di chi fa arte affermando una posizione pacifista.
(http://www.cfd-emi.com/toilesdefemmes/article.php3?id_article=67).
Debra Zimmerman giurata, regista e dirigente della storica impresa di distribuzione di film delle donne Women makes films non ha esitato a testimoniare in una intervista (v. tr.italiana) come la sua organizzazione ha reagito contro la guerra in Irak.

La politica delle donne a Creteil:
ha ancora senso un Festival delle donne?


Come dicevo all'inizio di articolo l'autocoscienza storica porta con sé l'interrogativo 'politico': ha ancora senso un festival di film di donne? A questa domanda se ne accompagna un'altra: esistono ancora barriere del sessismo che impedirebbe alle donne di esprimersi nel cinema come vorrebbero ?
(http://www.cfd-emi.com/toilesdefemmes/article.php3?id_article=39)
E' questo il clou del dibattito trentennale della politica delle donne alla quale Creteil non è estraneo. In altre parole la motivazione che giustifica l'impegno femminile nei 25 anni di lavoro del Festival sarebbe rispondere alla difficoltà di inserimento delle donne nelle strutture del cinema.
Anche il Forum dibatte la ragione d'essere del festival però si rivolge alle donne con interrogativi di questo tipo:<< I film delle donne rappresentano una "categoria" ? Il cinema ha un genere, oltre alla declinazione grammaticale? Le opere delle registe hanno bisogno di un festival proprio per avere visibilità ?>>.

E' interessante la risposta all' interrogativo che rilascia
Geneviève Fraisse, deputata europea, in un'apposita intervista (v. tr.italiana).
E' una risposta che condivido. Penso che un festival dei film delle donne apra la porta alla produttività femminile e alla sua creatività, manifestazioni di sè depresse fin dall'inizio se cercassero l'uguaglianza, non solo con l'altro sesso ma con situazioni, esseri umani, geografie di qualsiasi tipo. La bellezza e la soddisfazione che mi dà la produzione femminile di film è per me il segno della forza politica delle donne, se corrisponde a una battaglia per l'uguaglianza posso dire che non mi riguarda. E' però attraverso il sito che avverto la possibilità di fruire la ricchezza dei risultati di Creteil senza ignorarne la politica perchè vedo il modo critico, forse conciliato, con la politica dei diritti delle donne.

Un interrogativo non istituzionale

Al primo impatto sconcerta che a Parigi, metropoli europea le donne siano contemporaneamente al centro di una manifestazione così imponente (e ben retribuita) e dubbiose di
senso sulla propria politica esistenza.
Invece, dopo averci riflettuto, mi sono accorta che è straordinario questo dubbio. Sono solo le donne che riescono a stare nelle istituzioni e allo stesso tempo chiedersene il senso, questa politica è esattamente il rovescio del comune senso dello stato. Nonostante che le organizzatrici del festival di Creteil abbiano una struttura organizzativa più simile all'impresa con compiti precisi e gerarchci che alla maniera politica dei movimenti femministi, nonostante che un partneriato istituzionale ampio le sovvenzioni e sostenga le organizzatrici si interrogano sul senso di quello che stanno facendo offrendo alle altre donne anche la propria disponibilità a cambiare.


Interviste

Traduzioni di Donatella Massara. Ringrazio Pinuccia Virgilio per la supervisione di alcuni momenti delle interviste.

La regista americana Debra Zimmermam è doppiamente soddisfatta. Fa parte della giuria della 25a ed. del più importante festival dei film delle donne. Inoltre ha celebrato il 30 esimo anniversario di Women Makes movies (WMM), casa di distribuzione di cui lei è la direttrice. La sua presenza a Creteil è anche occasione per mostrare come le WMM hanno reagito alla guerra in Irak.

Come avete reagito voi donne alla guerra in Irak ?

Io penso che siano le donne a essere le più profondamente colpite attraverso la guerra. Questo avviene sotto il profilo economico e anche umanamente soffrono maggiormente. E' soprattutto attraverso le organizzazioni femministe che le donne si sono sempre opposte alla guerra. Talvolta le donne si interrogano troppo sulla guerra, anche se non partecipano alle decisioni politiche.

Quali sono le forme di resistenza e di opposizione che la vostra organizzazione Women makes Movies ha praticato negli USA ?

Dopo gli avvenimenti dell'11 settembre noi abbiamo deciso di distribuire gratuitamente dei film di donne dedicati al Medio Oriente, e questa distribuzione è avvenuta in vari cinema, centri di documentazione, biblioteche e università. Per ogni proiezione è stato organizzato un dibattito. Così abbiamo girato per più di 200 città americane in meno di 4 mesi. Il nostro impegno dopo di allora è proseguito prendendo in considerazione l'attualità. Abbiamo così prodotto e distribuito film di donne che apportano alla nazione americana un altro sguardo sull'Irak poiché è fondamentale mostrare ai miei connazionali che il mondo non è quello che vogliono fargli vedere i grossi media americani. La nostra azione non è l'unica, qualsiasi forma di resistenza va bene !!

Quale è la posizione delle registe davanti alla guerra ?

Le registe desiderano comunicare un messaggio pacifista. Per esempio i 25 film delle registe mediorientali che distribuiamo sono contro la guerra.

Un film in particolare ?


Il documentario di Yulie Cohen Gerstel, israeliana e vittima nel 1978 di un attentato del Fronte di Liberazione della Palestina. Dopo vent'anni la regista ha deciso di rincontrare e aiutare il " suo terrorista" (n.d.r il titolo del film in versione italiana è Il mio terrorista), Fahad Mihyi. Questo atto di riconciliazione basato sul perdono è estremamente emozionante e porta uno sguardo differente sul conflitto israeliano-palestinese.
Anne-Lise Schmitt, Mathieu Vallet
( http://www.cfd-emi.com/toilesdefemmes/article.php3?id_article=72)

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Geneviève Fraisse, filosofa, è direttrice di ricerca al CNRS. Membra del comitato d'onore sarà presente alla serata di gala dei 25 anni del Festival.
Un festival necessario ?

Lei pensa che un festival di film di donne sia ancora utile ?

Se un festival di film di donne ha per obiettivo mettere in evidenza la creazione femminile nello spazio indifferenziato del cinema e fare la scelta della qualità, non c'è da domandarsi se è pionieristico o ritardatario. Qui il primo effetto è sostenere la creazione delle future registe. La ricchezza del festival di Creteil è mostrare oltre le gerarchie e nello spettacolo medesimo tutti gli aspetti della produttività femminile.

Perchè avete scelto un film come " Les Silences du palais " di Moufida Tlatli ?

Non si saprà mai di quale silenzio si tratta se della mancanza di suono o del non detto delle donne; occorre piuttosto parlare del palazzo di cui noi non conosciamo i contorni e non vediamo la recinzione, come un labirinto questo palazzo non dà l'immagine dell'imprigionamento, ne presenta il sentimento visto interiormente; discorsi intimi che risuonano. Durante il film ho cercato di mettermi dentro allo sguardo dell'uno e dell'altro dei personaggi femminili, donna adulta o adolescente, alla ricerca dello sguardo dell'autrice.
Cécile Prats
(http://www.cfd-emi.com/toilesdefemmes/article.php3?id_article=48).

n.d. r.:
Les silences du Palais è il primo film girato nel 1994 della regista tunisina Moufida Tlatli
http://www.filmsdefemmes.com/festi-2003/filmscomite.htm#silence
è stato proiettato nella sezione del Comitato d'onore, rassegna di film noti, francesi come India Song di Margherite Duras, Chocolat di Claire Denis, o esteri come Lavagne della iraniana Samira Mackmalbaf e Un angelo alla mia tavola di Jane Campion
http://www.filmsdefemmes.com/festi-2003/filmscomite.htm

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