Il
mio terrorista
di Julie Gerstel, Israele, 2002
vincitore del Premio Gerusalemme
Figlie della
terra di Canaan
di Nella Condorelli, Italia, 2002
Il documentario
di produzione della SPI - CGIL (Società Pensionati Italiani
- CGIL) fa parlare donne israeliane e palestinesi. Alcune vivono nei
Kibbutz e nei campi profughi altre in città, alcune vivono
in città e altre ai limiti del deserto; molte di queste donne
sono direttamente coinvolte nella politica come la prima intervistata,
un'anziana fondatrice di Kibbutz e ex-parlamentare alla Knessett,
come un'altra donna palestinese cristiana che fa parte degli organismi
direttivi dell'Autorità palestinese; altre lavorano in luoghi
sociali, come una mestra di asilo di un kibbutz, italiana emigrata
in Israele o la femminista araba che lavora con le donne nomadi del
deserto, altre fanno parte di gruppi di opposizione e pacifisti, come
la madre di un giovane morto in un'azione di guerra dell'esercito
israeliano che ha fondato - dopo un periodo di prostrazione totale
- un gruppo pacifista. Fra le tante interviste alcune spiccano per
l'importanza che hanno a farci capire la politica contemporanea; è
possibile dedurre che solo al terrorismo e al martirio maschile c'è
autorizzazione materna infatti nelle parole di madre della kamikaze
morta in un attentato dove, fra gli altri, con lei morì una
ebrea sua coetanea sentiamo affermare di non avere mai desiderato
e pensato che sua figlia sacrificasse la vita. Molto interessanti
benchè brevissime sono le interviste alle donne
israeliane che controllano i check point, referenti di Coalition
of Women for Peace; inaspettate sono le parole di
una giovane assistente sociale di un campo profughi che invoca la
tolleranza e la pace, come la necessità che ci siano persone
che vadano a lavorare dentro ai campi per creare inziative, solidarietà,
nuove pratiche che tolgano i bambini ai giochi di guerra e che si
oppongano all'occupazione isrealiana con l'invenzione sociale.
Il limite del
documentario - nonstante l'indubbio originale valore di testimonianza
- è di non avere scelto e approfondito le interviste più
urgenti, quindi di essersi assunto un compito sociologico, e rivolto
a una spiegazione di base che comprende anche una sintetica storia
dello stato d'Israele. Il film è datato perchè risente
di essere stato girato prima dell'11 settembre. C'è poi - a
mio parere - una impostazione teorica che va alla ricerca dell'identità
e su di essa guida soprattutto le donne ebree; in realtà si
sente che c'è identificazione più che identità,
che è il dettato di scelte consapevoli. L'identità è
posizione soggettiva superata in ogni settore della vita civile e
'naturale', tanto più se essa parla attraverso pratiche rituali,
che oltretutto hanno poco a che vedere con la soggettiva consapevolezza
femminile di essere parte fondante della storia del proprio paese
e non solamente una scelta, essa corrisponde a una posizione molto
più articolata e molteplice di quanto non permetta di spiegare
la cosidetta ''identità''.