Donne e conoscenza storica
         

Immagine-storia

 

Lina Wertmuller

di Donatella Massara

Sto vedendo i film di Lina Wertmuller e che dire? Mi piacciono moltissimo. Non me n'ero accorta. Forse non l'ho mai guardata avendo sullo sfondo della mia coscienza i pensosi film delle giovani registe. Adesso ho fatto il pieno dei pensamenti cinematografici. E c'è posto anche per lei. Ma brava: quante cose ha detto prima di altre. Come c'è riuscita ? Qual'è il suo segreto? Ecco cosa vorrei chiederle. Però o la si ama oppure no con il suo stile svolto fra surrealismo, grottesco, dialetti, caratteriste, grandi attrici e attori su un testo tutto rigorosamente o quasi scritto da lei, esclude le mezze misure. Per ora nella mia ri-scoperta sono irrimediabilmente caduta innamorata un controcanto all'insoddisfazione delle relazioni femminili, ai pensamenti filosofici di quelle che <<i film degli uomini gli piacciono tanto>> ma perchè allora - mi chiedo - non vanno a scrivere sulle riviste di cinema e li raccontano alle vecchie femministe che le vogliono ?

Ebbene sì lei mise - Lina Wertmuller - invece in primo piano le donne, gli fece fare nei suoi film mirabolanti imprese che ridiedero all'immagine femminile un contenuto. Ma non volle mai farsene vanto. Solo dopo arrivarono le tedesche per dire che le donne avevano invece un sacco di problemi di soggettività (Helma Sanders, Margarethe Von Trotta, Helma Sanders Brahms). E' questo il passaggio nella storia del cinema delle registe. Ma lei (e poche altre della sua generazione) portò il cinema italiano a dialogare in modo moderno, non più melodrammatico, romantico, idealista e quanti giovani registe straniere conoscono i suoi film ? QUASI TUTTE

Lina Wertmuller ha 23 film nella sua filmografia. Ha usato per lo più attrici e attori italiani, ha parlato di politica e di storia senza nascondere le verità sulla politica che adesso più nessuna dice, l'ha fatto con il suo stile pieno di tenerezza verso il mondo e le donne e gli uomini che lo abitano, ha ridicolizzato il potere maschile con intelligenza e ironia, non ha risparmiato alle donne la critica dove risultavano più sceme di lei. L'ha fatto senza darlo a vedere, nascondendo più che esibendo le idee. Ci ha fatto divertire raccogliendo tutto quello che si poteva dire dell' Italia del sud e del nord a Roma e in provincia ma l'ha fatto costruendo le immagini delle donne dentro al rovesciamento dei punti di vista, figure inaspettate per un pubblico femminile abituato a una regia maschile che sapeva di solito travisare, affibbiare alle donne cosa proveniva dal proprio sesso, abbandonarsi a fantasie proprie (non dimentichiamo l'attacco del cinema porno o di bassa lega che era l'80 % dei titoli del cinema italiano negli anni '70). E' un'autrice femminista che ha difeso il bisogno di ridere, con intelligenza e senza risparmio senza mai dimenticare le altre, la differenza femminile, la politica delle donne, quindi.

E' sicuramente più giovane di almeno 12 anni di Manoel de Oliveras che ha quasi cent'anni e continuiamo a vederne i suoi rispettati films ai festival, non chiedo molto ma almeno di vedere Peperoni ripieni e pesci in faccia, non ha praticamente avuto distribuzione, protagonista è Sophia Loren, è stato fatto girare in 13 copie, ne ho visto un manifesto in un cinema di Milano e dopo due ore era già sparito, il manifesto, il film non è neanche arrivato, forse. E' come l'ombra insomma. Chissà se alle donne almeno incuriosisce sapere di che parla il film di una che licenzia il suo primo film nel 1963. I Basilischi esce fra le pellicole di successo quando su 507 film in quell'anno visti in Italia (così dice Mymovies), solo tre sono di registe (Yannik Bellun, francese e Larisa Sepit'ko, URSS).

E' l'anno di Fellini 8 e 1/2 , Il Gattopardo, Il Disprezzo, Agente 007 Dalla Russia con amore, Ieri Oggi Domani.