Donne e conoscenza storica |
sta in Il manifesto 13,3, 2004 Le ragazzine iraniane
dal futuro irriverente |
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Iran oggi. È il suo paese e dopo vent'anni Nahid Rezaei, documentarista che vive in Francia, torna nella scuola dove è cresciuta. Alle ragazzine, tutte vispe, irriverenti, che siedono nei suoi ex-banchi sempre uguali chiede: «come immagini il tuo futuro?». Qualcuna vuole andarsene, c'è chi sogna di fare l'ingegnere, chi l'astronauta, chi di trovare un marito ricco, chi di essere semplicemente felice che non vuol dire marito, figli, soldi ma forse essere libera di scegliere. Una vuole essere uomo e dice di avere amato una compagna di scuola. Tutte vorrebbero andare all'università. C'è una banda di bad girl che nasconde lo specchietto, i capelli volano dal velo e pian piano, nella confidenza che cresce, le parole di queste ragazzine dirette e taglienti ci dicono di un Iran che preme contro gli integralismi, qualcuna crede in Khatami, altre sono deluse, tutte rifiutano quella società dove gli altri, dio, il padre, i fratelli, il marito, i maschi insomma decidono per loro. E ridono dei professori che le puniscono se trovano gli specchi, che è male guardarsi, che le obbligano a mangiarsi le unghie che devono essere cortissime, che vietano il diario con le foto dei calciatori. «Io rido pure se dicono che ridere è da donnaccia» dice una. Ridono di quella sofferenza che rifiutano, combattono, che non farò mai dei figli se devono subire quello che ho subito io, dice un'altra. E un'altra ancora: «il mio futuro? se penso che potrebbe esserci la guerra, che gli Stati uniti potrebbero bombardarci che futuro posso immaginare?». L'Iran lo vogliono cambiare così nessuno sul satellite - che tutti guardano - può parlarne più così male. E per loro, naturalmente, per essere libere di vivere come dappertutto. Lei la regista racconta che aveva più utopie, c'era stata appena la rivoluzione, loro di quel momento vorrebbero il vero spirito, un futuro migliore. Tutto questo, lezione Kiarostami, è Dream of Silk, Sogno di seta, una canzone che se in Iran ci fosse sarebbe nel corrispettivo di Sanremo e che le ragazzine sanno a memoria e cantano... Prima della proiezione qualcuno distribuisce l'invito - al festival dei diritti dell'uomo dal 17 - per Iran: resistenza di un popolo oppresso di Jamshid Golmakani, inchiesta sull'assassinio di alcuni intellettuali dissidenti a Tehran nel 1998. Dream of Silk nella sua leggerezza, senza dichiarazioni d'intenti ci dice moltissimo sull'Iran oggi contro i luoghi comuni, e in presente in movimento che sono quelle ragazzine consapevoli e vitali, forza incredibile che per questo fa paura dentro e fuori come i riformatori, immagine poco commerciabile nei propositi di guerra, che va nascosta e che invece è il solo futuro possibile.
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