Gli
archivi di storia delle donne in lingua italiana
Profili
di donne
(a cura di Marina Santini)
ARCHIVI consultabili
in rete:
Archivi
on line della Fondazione Badaracco
Archivio automatizzato Lilarca
vai in questo sito:
Storie di donne, memorie e Internet
di
Attilia Cozzaglio
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Le Edizioni
di Storia e Letteratura nella collana Sussidi Eruditi presentano
una sezione appositamente dedicata alla storia delle donne Memoria
e Scrittura delle Donne. I testi usciti:
Stefania Pavan (a cura di), Le carte di Marija Olsuf'eva nell'Archivio
contemporaneo Gabinetto G. P. Vieusseux, Edizioni di Storia
e Letteratura, Roma 2002.
Laura Melosi, Profili di donne. Dai fondi dell'Archivio Contemporaneo
Gabinetto Vieusseux, Ed. di Storia e Letteratura, Roma 2001.
Ernestina Pellegrini - Beatrice Biagioli, Rina Sara Virgillito.
Poetica, testi inediti, inventario delle carte, Ed. di Storia
e Letteratura, Roma 2001
Il materiale stampato
nei tre volumi è il risultato delle ricerche storiche di autrici
che hanno rielaborato archivi femminili acquisiti in questi anni nell'Archivio
della Scrittura delle donne in Toscana dal 1861.
Raccontare la presenza delle donne nella storia attraverso fonti di
prima mano riapre moltissime possibilità. Questi libri che
sono strumenti di consultazione indicano cosa è contenuto in
questi archivi e in alcuni casi ce ne danno un saggio diretto.
La attività
di costituzione 'pubblica' e sostenuta con il denaro pubblico degli
archivi delle donne in Italia nasce alla fine degli annii '80.
Una legge apposita
per difendere il patrimonio di documenti della politica e della cultura
femminile è appena stata approvata in commissione, però
l'attività di archivi si inserisce nell'erogazione di fondi
della legge che regolamenta gli archivi.
E' solo in questi anni quindi che la ricerca di archivio sulle carte
private delle donne italiane ha messo a fuoco risultati concretamente
consultabili. Nati intorno agli anni novanta gli archivi femminili
espongono una fisionomia propria e in sintonia con la loro posizione
geografica. Sono distinguibili gli archivi e i centri di documentazione,
i primi racchiudono carte private e i secondi letteratura grigia,
documenti di diffusione pubblica e libri.
Alcuni di questi
archivi pubblici si sono dotati di strumenti editoriali, altri come
quello ticinese-svizzero AARDT offrono sul loro sito svariati
saggi di presentazione di alcuni materiali, come quelli di Franca
Cleis.
La Fondazione Elvira Badaracco ha una collana per la casa editrice
Franco Angeli, Letture d'Archivio, i volumi di questa li conosciamo
e sono piuttosto noti. Hanno una minore notorietà le pubblicazioni
dell'Archivio di Firenze che sto qui presentando. Questi lavori valgono
in primo luogo - è ovvio - come strumenti per la ricerca.
Fra le fonti e le fonti delle fonti a volte spiccano strumenti che
in mezzo alle loro carte fanno sorgere qualcosa di inaspettato. E'
fra tali raccolte di informazioni - come lettere, diari, repertori
di oggetti personali e biblioteche private che, nel 'più oltre'
a cui alludono, può capitare una informazione che mette sottosopra
l'ordinata convinzione che ci eravamo fatte in compagnia di altre
informazioni.
Necessariamente le carte che una donna conserva mettono in primo piano
la sua figura, il nome, la passione conoscitiva, il pensiero. E' quello
che accade se ci si affida a una lettura anche frammentaria di questi
strumenti bibliografici che hanno pubblicato le studiose e le archiviste
di Firenze.
E' giusta allora la definizione che dà di queste donne la direttrice
del Gabinetto Vieusseux dove separati i fondi collettivi dove
appartengono a una donna, vede la <<luce schermata>> che
diffondono queste figure, invece della tradizionale <<luce riflessa>>.
Sono donne a volte collegate per amore, parentela e amicizia a personaggi
illustri, intellettuali della tradizione colta italiana. Non sempre
sono autrici in proprio, se lo sono quasi sempre sono state poco pubblicate,
disinvoltamente accorpate al parente più forte, vengono scambiate
per complementi, mimetizzate nell'altrui scrittura. Invece l'analisi
della loro personalità getta una luce diversa, capace di fare
pensare alla loro originalità e forse, si dice, addirittura
all'incursione diretta nell'opera del parente famoso.
Il testo stampato dà evidenza anche a un'autrice famosa come
Cristina Campo. Il suo archivio è infatti confluito al Gabinetto
Vieusseux e in Profili di donne
di Laura Melosi,
ne troviamo la descrizione analitica insieme a quelli di altre artefici
e proprietarie di carte. Lo spoglio delle carte allora diventa parte
integrante della biografia costruita sulle notizie della vita.
Spicca la personalità di Olga Olufseva, slavista che per dedizione
appassionata alla cultura russa proponeva e traduceva, anche senza
mandato delle case editrici, autori e autrici sconosciuti alla editoria
italiana. L'epistolario parzialmente pubblicato mette in primo piano
la bravura di questa traduttrice oltre che l'amore per il suo lavoro,
le lettere dicono gli elogi di letterati e editori che di lei apprezzano
la scrittura, la finezza del gusto.
Il contatto con questi strumenti allora va oltre il bisogno di usarli
per addentrarsi in carte non pubblicate. La descrizione di un archivio
è un bellissimo modo per entrare in contatto con persone che
non ci sono più. Squadernano tragitti di una esistenza, mettendo
in attesa dubbiosa convinzioni precedenti. Soprattutto collocano le
donne con una propria decisa soggettività in un contesto che
precedentemente non le prevedeva, le dava per scontate acquisizioni
della vita di illustri e decisivi personaggi della nostra tradizione
colta.
In questi anni
abbiamo molto discusso il paradigma dell'inclusione per il quale le
donne sono descritte per una carriera che le eleverebbe a un contesto
politico, culturale o sociale che sia comunque inalterato per la loro
presenza; esse entrerebbero così in un discorso di potere per
convalidarlo legittimandolo con la presenza femminile.
La ricerca d'archivio ribalta queste ottiche megalomani e le tradisce
esponendo trame a volte sconosciute o su cui non si è fatto
alcun conto; la conservazione dei documenti è una grandissima
possibilità per la storia delle donne perchè fa ripartire
la storia, riapre porte che riportano a un inizio inventariato e non
inventato, un contributo prezioso per stare attaccate alle cose delle
altre e riappropriarsi delle proprie.
L'
Archivio Storico delle donne "Camilla Ravera",
è il primo archivio pubblico femminile; è costituito
nel 1987 essendo fra gli obiettivi della Commissione femminile
del Pci. (http://www.gramsci.it/arc_ravera.htm). Ë stato
acquisito definitivamente nel corso del 1992 nella Fondazione
Istituto Gramsci.
L' Archivio
di Studi di Storia delle Donne "Fondo Franca Pieroni Bortolotti
costituito presso la Biblioteca Centrale comunale di
Firenze include molti libri ma anche le carte della studiosa
(http://www.comune.firenze.it/comune/biblioteche/bup/women.htm)
oltre che numerose tesi di laurea di donne con argomento legato
alla storia e al pensiero femminile. Nasce il Premio Franca
Pieroni Bortolotti nel 1990.
Il primo
archivio femminile italiano di 'nuova generazione' sono gli
Archivi Riuniti delle donne di Milano, formati
inizialmente dai patrimoni archivistici dell' Unione Femminile
Nazionale (http://www.unionefemminile.it/attivita/archivi.htm)
e della Fondazione Elvira Badaracco (http://www.fondazionebadaracco.it/).
L'idea nasce nel 1994 dall'intuizione e dall'impegno di Annarita
Buttafuoco, allora presidente dell'Unione Femminile.
I due archivi sono attualmente separati e autonomi.
La consultazione dei fondi dell'Unione è possibile in
sede, su appuntamento.
I fondi già riordinati della Fondazione Badaracco
possono essere consultati anche online alla pagina:
http://www.fondazionebadaracco.it/archivi/index.htm
(per informazione potete contattare la responsabile della Fondazione,
Laura Milani).
L'Associazione
Archivio della Scrittura delle donne in Toscana dal 1861 nasce
nel 1998 all'interno dell' Archivio di Stato. (http://www.archiviodistato.firenze.it/memoriadonne/)
Segnalo
fra gli archivi pubblici anche il Fondo documentazione
sulle donne del Coordinamento nazionale donne Cisl.
Le carte di questo fondo sono state depositate nel 1998 c/o
l' ASN-CISL e contengono documentazione risalente agli anni
1970 e che arriva al 1995.
ELLE è una banca dati sul lesbismo accessibile
per rete informatica che include un archivio privato di documenti
sul lesbismo, raccolti e sistemati in ordine cronologico.
http://www.women.it/les/storia/elle-i.htm
L' Associazione nazionale Archivi Udi nasce nel
2001 e collega in rete informatica i quaranta Archivi
di altrettante sedi locali e l'Archivio della sede centrale.
(http://www.archividelledonne.it/udi/)
L' Associazione
Piera Zumaglino che nell'Archivio
storico del Movimento Femminista raccoglie documenti
riguardanti principalmente l'attività del movimento femminista
a Torino fra gli anni '60 e '90, le carte personali di Piera
Zumaglino e l'archivio del Centro Simonetta Tosi. E'
stato presentato nel dicembre del 2000 (http://www.arpnet.it/zum/welcome.htm)
Il fondo è stato recentemente riordinato e inventariato
ed è consultabile su supporto sia cartaceo sia informatico.
La filiazione
neonata di questa rete non è italiana come nazionalità
però italiana per la lingua usata. E' stata inaugurata
il 12 giugno del 2004
l' AARDT Associazione Archivi Riuniti delle donne del
Ticino. (http://www.archividonneticino.ch/)
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