PRESENTAZIONE:
Il senso delle relazioni
SOSTENERE L'AZIONE E L'INTENZIONE
GENNAIO: Isabella I di Castiglia (raffigurazione)
LE
CARRIERA, PITTRICI CON LUCE PROPRIA
FEBBRAIO: Rosalba
Carriera
(autoritratto)
LE RELAZIONI CREATRICI DI CIVILTÀ:
MARZO:
La colazione delle dame, Scuola di A. Bosse,
L'EMERGERE DEL
MONDO INTERIORE
APRILE: Ritratto
di Anne, Emily e Charlotte Brontë dipinto dal fratello Branwell
verso il 1834.
SEGUIRTI CON
IL MIO VOLO
MAGGIO:
Ritratto di Carolina Coronado del pittore Madrazo
IL PREMIO ELLEN
RICHARDS
GIUGNO: Ritratto
di Nettie M.Stevens, 1909
LA
STORIA DELL'ANIMA
LUGLIO:
Ritratto
dell' Asociación Femenina de Educación Cívica
VERSO D LEI
AGOSTO: Ritratto di
Anna Achmatova e
Marina Cvetaeva
A PARTIRE DA
ME.
LE RELAZIONI CHE SOSTENGONO LA VITA
SETTEMBRE: Ritratti
e quadri di Remedios Varo e Leonora Carrington
SALKA
E GRETA. ESTERNO. GIORNO
OTTOBRE:
Greta Garbo
e Salka Viertel a Kloster, alla fine degli anni sessanta
MUJERES
LIBRES E IL FECONDO ESERCIZIO DELLA LIBERTA' OTTUAGENARIA
NOVEMBRE:
Frontespizi
della rivista Mujeres Libres degli anni 1936-1938
I
NOSTRI CORPI, NOI STESSE
DICEMBRE: Collettivo
del libro della Salute delle Donne di Boston
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APRILE-Ritratto
di Anne, Emily e Charlotte Brontë dipinto dal fratello Branwell
verso il 1834.
L'EMERGERE DEL
MONDO INTERIORE
Charlotte (1816-1855), Emily (1818-1848) e Anne (1820-1849) Brontë
erano tre sorelle che vivevano in una piccola e grigia località,
chiamata Haworth. La loro madre era morta quando erano piccole e il
padre, un umile curato, affrontava come poteva la precaria situazione
economica, a cui si aggiungeva la tristezza per la perdita delle due
figlie maggiori a causa della tubercolosi. Allontanate, per timore che
cadessero inferme, dall'insalubre Cowan Bridge, la scuola per le "figlie
del clero povero", tutte tre, insieme al fratello Branwell, ricevettero
un'educazione in casa. Lì passarono l' infanzia e la prima gioventù,
aggappandosi all'immaginazione per superare la noia e le situazioni
difficili. Crearono un proprio mondo, pieno di personaggi e storie,
tra cui erano felici. Mary Taylor, una delle grandi amiche di Charlotte,
si riferisce così alle tre sorelle: "Preferirono
sempre la solitudine e la libertà delle brughiere" (1).
Mary non poteva capire perché fossero a loro agio in questo modo
"[
] Mi sembravano come delle patate che crescono in una cantina"
(pag.50).
Con il passar del tempo, giunse il momento di affrontare la realtà:
dovevano trovare un'occupazione con la quale guadagnarsi la vita. Branwell
andò a Londra con la pretesa di essere artista, mentre le sorelle
frequentarono diverse scuole, prima come alunne e poi come insegnanti.
Nel corso degli anni, si separarono varie volte e altrettante si incontrarono
di nuovo nella casa di famiglia. Quando erano via, nessuna delle tre
poteva evitare di guardare con nostalgia a quel mondo fantastico che
avevano creato a Haworth. Emily lo espresse così in un poema
dedicato all'immaginazione: "Tanto senza speranza è il mondo
esteriore che/ apprezzo doppiamente il mondo interiore,/ il tuo mondo
in cui l'artificio, l'odio, il timore/ e il gelido sospetto mai appaiono/
dove tu e io e la libertà/ abbiamo un'incontestabile sovranità"
(pag.94). Le tre avevano, egualmente, un forte desiderio di non separarsi
di nuovo, perciò pensarono di aprire insieme un collegio.
L' iniziativa non poté realizzarsi, ma il dispiacere che questo
provocò loro venne subito bandito da una meravigliosa scoperta.
Un giorno d' autunno Charlotte trovò casualmente diverse poesie
di Emily, che lesse commossa. Anne, vedendo che le erano piaciute, osò
mostrare a sua sorella maggiore quelle che anche lei scriveva. Questa
scoperta sarà l'inizio di un'avventura letteraria che intrapresero
appoggiandosi vicendevolmente. Charlotte lo racconta in questo modo:
"Da subito avevamo alimentato il sogno di diventare scrittrici.
Questo sogno mai abbandonato, neppure quando la distanza ci separava
e le occupazioni ci assorbivano, all'improvviso prendeva forza e consistenza.
Divenne un fermo proposito. Decidemmo di organizzare una piccola selezione
delle nostre poesie e, se possibile, di far in modo che si pubblicassero"
(pag.106).
Vi riuscirono e continuarono a scrivere e pubblicare vari racconti e
poesie. Rimasero a Haworth, lavorando unite, i pochi anni che ebbero
ancora davanti. Ciascuna leggeva alle altre i suoi testi e si facevano
commenti. Quando Emily e Anne lasciarono prematuramente la vita, Charlotte
trovò enormi difficoltà a continuare lei sola a scrivere.
Mancandole la misura delle sue sorelle, cominciò a frequentare
altre romanziere, come Harriet Martineau o Elizabeth Gaskell. Questa
fu proprio la sua biografa, quando l'ultima delle Brontë infine
morì. Su insistenza di Ellen Nussey, l'amica più intima
di Charlotte, il padre delle sorelle Brontë chiese ad Elizabeth
che la scrivesse. Gaskell ne fu felice e meno di due anni dopo la perdita
di Charlotte pubblicò quella che divenne una delle prime biografie
di una romanziera scritta da un'altra romanziera.
Charlotte, Emily e Anne non crebbero come patate. Il mondo personale
che costruirono non era un universo chiuso nel quale si mantennero estranee
e nascoste, ma uno spazio di libertà in relazione, che permise
loro di dare alla luce il loro talento e creatività. Nemmeno
preferivano la solitudine della brughiera a qualsiasi altra cosa. Insieme
non erano sole. Il paesaggio divenne vuoto solo quando morirono Emily
e Anne, come dice Charlotte in uno delle sue lettere.
"[
] Sono libera di passeggiare in brughiera; ma quando vi
esco da sola ogni cosa mi ricorda il tempo in cui altri mi accompagnavano;
allora la brughiera mi sembra una landa selvatica, solitaria, triste"(2),
e continua: "Mia sorella Emily
l'amava d' amore speciale e non vi è un solo poggio di erica,
non un ramoscello di felce, non una foglia di mirtillo, non l'improvviso
alzarsi in volo di un'allodola e di un fenello, che non me la ricordi.
La vista deliziava Anne e quando mi guardo intorno eccola nelle tinte
azzurrine, nelle pallide brume, nelle ondulazioni e nelle ombre dell'orizzonte.
Nel silenzio delle colline mi tornano in mente i versi e le stanze delle
loro poesie" (3).
L'esistenza di queste donne della prima metà del XIX secolo mi
insegna che il mondo interiore non solo è un luogo nel quale
rifugiarsi in caso di emergenza, ma anche, se si lascia emergere, può
diventare il mondo, senza bisogno d'altro. Le Brontë lo fecero,
regalandoci le loro opere.
ANA LOZANO VALVERDE
1)Juliet
Gardiner, El mundo interior. Las hermanas Brontë en Haworth, trad.
diEquipo de Redacción de Ediciones Paidós, Barcelona,
Odin Ediciones, 1995, pag.49
2)Elizabeth Gaskell, Vita de Charlotte Brontë,
trad. di Simone Boffa, Milano, La Tartaruga,1987, pag.392-393.
3)J.Gardiner,
op.cit, pag.140
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