Donne e conoscenza storica
       

Calendario 2002
Plataforma Autónoma feminista

(Traduzione di Luciana Tavernini rivista da Clara Jourdan)

PRESENTAZIONE:
Il senso delle relazioni


SOSTENERE L'AZIONE E L'INTENZIONE
GENNAIO: Isabella I di Castiglia (raffigurazione)

LE CARRIERA, PITTRICI CON LUCE PROPRIA
FEBBRAIO: Rosalba Carriera
(autoritratto)


LE RELAZIONI CREATRICI DI CIVILTÀ
:
MARZO: La colazione delle dame, Scuola di A. Bosse,

L'EMERGERE DEL MONDO INTERIORE
APRILE: Ritratto di Anne, Emily e Charlotte Brontë dipinto dal fratello Branwell verso il 1834.

SEGUIRTI CON IL MIO VOLO
MAGGIO: Ritratto di Carolina Coronado del pittore Madrazo

IL PREMIO ELLEN RICHARDS
GIUGNO: Ritratto di Nettie M.Stevens, 1909

LA STORIA DELL'ANIMA
LUGLIO: Ritratto
dell' Asociación Femenina de Educación Cívica

VERSO D LEI
AGOSTO: Ritratto di
Anna Achmatova e
Marina Cvetaeva

A PARTIRE DA ME.
LE RELAZIONI CHE SOSTENGONO LA VITA

SETTEMBRE:
Ritratti e quadri di Remedios Varo e Leonora Carrington

SALKA E GRETA. ESTERNO. GIORNO
OTTOBRE: Greta Garbo e Salka Viertel a Kloster, alla fine degli anni sessanta

MUJERES LIBRES E IL FECONDO ESERCIZIO DELLA LIBERTA' OTTUAGENARIA
NOVEMBRE: Frontespizi della rivista Mujeres Libres degli anni 1936-1938

I NOSTRI CORPI, NOI STESSE
DICEMBRE: Collettivo del libro della Salute delle Donne di Boston

 

 


APRILE-Ritratto di Anne, Emily e Charlotte Brontë dipinto dal fratello Branwell verso il 1834.

L'EMERGERE DEL MONDO INTERIORE


Charlotte (1816-1855), Emily (1818-1848) e Anne (1820-1849) Brontë erano tre sorelle che vivevano in una piccola e grigia località, chiamata Haworth. La loro madre era morta quando erano piccole e il padre, un umile curato, affrontava come poteva la precaria situazione economica, a cui si aggiungeva la tristezza per la perdita delle due figlie maggiori a causa della tubercolosi. Allontanate, per timore che cadessero inferme, dall'insalubre Cowan Bridge, la scuola per le "figlie del clero povero", tutte tre, insieme al fratello Branwell, ricevettero un'educazione in casa. Lì passarono l' infanzia e la prima gioventù, aggappandosi all'immaginazione per superare la noia e le situazioni difficili. Crearono un proprio mondo, pieno di personaggi e storie, tra cui erano felici. Mary Taylor, una delle grandi amiche di Charlotte, si riferisce così alle tre sorelle: "Preferirono sempre la solitudine e la libertà delle brughiere" (1). Mary non poteva capire perché fossero a loro agio in questo modo "[…] Mi sembravano come delle patate che crescono in una cantina" (pag.50).
Con il passar del tempo, giunse il momento di affrontare la realtà: dovevano trovare un'occupazione con la quale guadagnarsi la vita. Branwell andò a Londra con la pretesa di essere artista, mentre le sorelle frequentarono diverse scuole, prima come alunne e poi come insegnanti. Nel corso degli anni, si separarono varie volte e altrettante si incontrarono di nuovo nella casa di famiglia. Quando erano via, nessuna delle tre poteva evitare di guardare con nostalgia a quel mondo fantastico che avevano creato a Haworth. Emily lo espresse così in un poema dedicato all'immaginazione: "Tanto senza speranza è il mondo esteriore che/ apprezzo doppiamente il mondo interiore,/ il tuo mondo in cui l'artificio, l'odio, il timore/ e il gelido sospetto mai appaiono/ dove tu e io e la libertà/ abbiamo un'incontestabile sovranità" (pag.94). Le tre avevano, egualmente, un forte desiderio di non separarsi di nuovo, perciò pensarono di aprire insieme un collegio.
L' iniziativa non poté realizzarsi, ma il dispiacere che questo provocò loro venne subito bandito da una meravigliosa scoperta. Un giorno d' autunno Charlotte trovò casualmente diverse poesie di Emily, che lesse commossa. Anne, vedendo che le erano piaciute, osò mostrare a sua sorella maggiore quelle che anche lei scriveva. Questa scoperta sarà l'inizio di un'avventura letteraria che intrapresero appoggiandosi vicendevolmente. Charlotte lo racconta in questo modo: "Da subito avevamo alimentato il sogno di diventare scrittrici. Questo sogno mai abbandonato, neppure quando la distanza ci separava e le occupazioni ci assorbivano, all'improvviso prendeva forza e consistenza. Divenne un fermo proposito. Decidemmo di organizzare una piccola selezione delle nostre poesie e, se possibile, di far in modo che si pubblicassero" (pag.106).
Vi riuscirono e continuarono a scrivere e pubblicare vari racconti e poesie. Rimasero a Haworth, lavorando unite, i pochi anni che ebbero ancora davanti. Ciascuna leggeva alle altre i suoi testi e si facevano commenti. Quando Emily e Anne lasciarono prematuramente la vita, Charlotte trovò enormi difficoltà a continuare lei sola a scrivere. Mancandole la misura delle sue sorelle, cominciò a frequentare altre romanziere, come Harriet Martineau o Elizabeth Gaskell. Questa fu proprio la sua biografa, quando l'ultima delle Brontë infine morì. Su insistenza di Ellen Nussey, l'amica più intima di Charlotte, il padre delle sorelle Brontë chiese ad Elizabeth che la scrivesse. Gaskell ne fu felice e meno di due anni dopo la perdita di Charlotte pubblicò quella che divenne una delle prime biografie di una romanziera scritta da un'altra romanziera.
Charlotte, Emily e Anne non crebbero come patate. Il mondo personale che costruirono non era un universo chiuso nel quale si mantennero estranee e nascoste, ma uno spazio di libertà in relazione, che permise loro di dare alla luce il loro talento e creatività. Nemmeno preferivano la solitudine della brughiera a qualsiasi altra cosa. Insieme non erano sole. Il paesaggio divenne vuoto solo quando morirono Emily e Anne, come dice Charlotte in uno delle sue lettere. "[…] Sono libera di passeggiare in brughiera; ma quando vi esco da sola ogni cosa mi ricorda il tempo in cui altri mi accompagnavano; allora la brughiera mi sembra una landa selvatica, solitaria, triste"(2), e continua: "Mia sorella Emily l'amava d' amore speciale e non vi è un solo poggio di erica, non un ramoscello di felce, non una foglia di mirtillo, non l'improvviso alzarsi in volo di un'allodola e di un fenello, che non me la ricordi. La vista deliziava Anne e quando mi guardo intorno eccola nelle tinte azzurrine, nelle pallide brume, nelle ondulazioni e nelle ombre dell'orizzonte. Nel silenzio delle colline mi tornano in mente i versi e le stanze delle loro poesie" (3).
L'esistenza di queste donne della prima metà del XIX secolo mi insegna che il mondo interiore non solo è un luogo nel quale rifugiarsi in caso di emergenza, ma anche, se si lascia emergere, può diventare il mondo, senza bisogno d'altro. Le Brontë lo fecero, regalandoci le loro opere.

ANA LOZANO VALVERDE

1)Juliet Gardiner, El mundo interior. Las hermanas Brontë en Haworth, trad. diEquipo de Redacción de Ediciones Paidós, Barcelona, Odin Ediciones, 1995, pag.49


2)Elizabeth Gaskell, Vita de Charlotte Brontë, trad. di Simone Boffa, Milano, La Tartaruga,1987, pag.392-393.

3)J.Gardiner, op.cit, pag.140