Donne e conoscenza storica
       
Roberta Gonzàlez, Femme cousant


Calendario 2004
Plataforma Autónoma feminista

Presentazione delle curatrici

INTRODUZIONE
Libere anche nell'arte

Biografia di Marìa Zambrano

GENNAIO
I pericoli della pace

FEBBRAIO
La conoscenza

MARZO
Le radici della speranza

APRILE
Imparare a orecchio

MAGGIO
L'esilio

GIUGNO
La convivenza

LUGLIO
L'idolatria

AGOSTO
L'invidia

SETTEMBRE
La perplessità

OTTOBRE
L'infermità dell'epoca

NOVEMBRE
Successo e risentimento

DICEMBRE
La poesia è incontro


APRILE

IMPARARE A ORECCHIO

E l'attraversamento dei chiari del bosco ricorda anche il modo in cui si sono percorse le aule. Come i chiari, le aule sono spazi vuoti pronti a venirsi riempiendo uno alla volta, spazi della voce nei quali si apprenderà con l'udito, ossia in modo più immediato che dalla parola scritta, alla quale bisogna per forza restituire accento e voce per sentire che ci viene diretta.

Alla parola scritta dobbiamo andare incontro a metà del cammino. Ed essa conserverà l'oggettività e la fissità inanimata di ciò che ormai è stato detto, di ciò che già è in sé e per sé. Mentre con l'udito si riceve la parola, o il gemito, il sussurro che ci è destinato. La voce del destino si ode molto di più di quanto non si veda la sua figura.

E così si corre per i chiari del bosco analogamente a come si scorre per le aule, di aula in aula, con attenzione sempre ravvivata ma che - non c'è dubbio - di quando in quando scema o viene addirittura meno aprendosi così un chiaro nella continuità del pensiero che si ascolta: la parola perduta che non tornerà mai, il senso di un pensiero che partì. E la parola rimane in sospeso, il discorso che cessa quando più se ne pendeva, quando si era a un passo dalla sua definitiva comprensione. E tornare indietro non è possibile. Discontinuità irrimediabile del sapere dell'ascolto, immagine fedele della vita stessa, e dello stesso pensiero, della frammentarietà dell'attenzione, dell'incompiutezza di ogni sentimento e autopercezione, e ancor più di ogni azione. […]

Nei chiari del bosco non ci si porta, come in verità non si reca il bravo studente nelle aule, per fare domande.

Marìa Zambrano, Chiari del bosco, trad. di Carlo Ferrucci, Bruno Mondadori, Milano, 2004, p.17- 18 (Claros del bosque, Seix Barral, Barcelona,1990, p.16 - 17)