Presentazione
delle curatrici
INTRODUZIONE
Libere anche nell'arte
Biografia
di Marìa Zambrano
GENNAIO
I pericoli della pace
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La conoscenza
MARZO
Le radici della speranza
APRILE
Imparare
a orecchio
MAGGIO
L'esilio
GIUGNO
La convivenza
LUGLIO
L'idolatria
AGOSTO
L'invidia
SETTEMBRE
La
perplessità
OTTOBRE
L'infermità dell'epoca
NOVEMBRE
Successo e risentimento
DICEMBRE
La poesia è incontro
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GENNAIO
I PERICOLI DELLA PACE
Nessuno oserebbe oggi manifestare alcun dubbio
circa la guerra: nessuno in nome di nulla può sostenerne la
causa. E di conseguenza nessuno, nemmeno, può smettere di deporre
il suo voto in questa urna invisibile che raccoglie le volontà
umane, il suo voto per la pace. Ma risulta piuttosto incerto in molti
casi se questo voto per la pace sia accompagnato dalla coscienza,
o dal presentimento almeno, dei profondi e seri problemi che lo "stato
di pace" comporta.
Poiché si tratta non solamente che non ci sia guerra, una guerra
tale che
sarebbe certamente l'ultima della storia intera, ma si tratta di stabilire
la vita in vista della pace. E la pace è prima di tutto l'assenza
di
guerra, ma è anche più, molto di più, la pace
è un modo di vivere [...].
Entrare nello "stato di pace" significa oltrepassare una
soglia: una soglia
tra la storia, tutta la storia che c'è stata finora, e una
nuova storia. Si
tratta, dunque, di una vera "rivoluzione" [...]. Non attraversare
questa
soglia non è possibile. "Essere o non essere", vivere
in pace o smettere di
vivere è la questione. Poiché è la necessità
che obbliga in questo caso la
morale. E per nostra vergogna, la pace viene imposta, innanzi tutto,
non
dalle considerazioni della coscienza morale né dalla ripugnanza
del cuore
per gli orrori e l'esistenza stessa della guerra, ma dalla certezza
che la
guerra, porterebbe, e in un ben breve lasso di tempo, la distruzione
del
mondo che chiamiamo civilizzato, del nostro mondo.
Ma questa situazione non è ancora lo stato di pace, finché
è il timore a
determinare l'assenza di guerra. È semplicemente uno stato
di non guerra.
Uno stato ambiguo e pericoloso. Poiché la storia ha dimostrato
che i timori
più fondati sono stati annullati in un attimo di pazzia. [...]
E così, non
si avrà uno stato di vera pace fino a che non vi sia una morale
vigente e
effettiva incamminata verso la pace, fino a che le energie assorbite
dalla
guerra non vengano incanalate, fino a che l'eroismo non incontri vie
nuove,
l'eroismo di coloro che basano sulla guerra il compimento della loro
vita,
fino a che la violenza non sia cancellata dai costumi, fino a che
la pace
non sia una vocazione, una passione, una fede che ispira e illumina.
Las palabras del regreso. Artículos periodísticos
1985-1990, Edicíon y
presentacíon de Mercedes Gómez Blesa, Salamanca, Amarú
Ediciones, 1995, pp.45 e 46.
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