Donne e conoscenza storica
       
Manuela Ballester, La mujer dormida. 1975
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Calendario 2004
Plataforma Autónoma feminista

Presentazione delle curatrici

INTRODUZIONE
Libere anche nell'arte

Biografia di Marìa Zambrano

GENNAIO
I pericoli della pace

FEBBRAIO
La conoscenza

MARZO
Le radici della speranza

APRILE
Imparare a orecchio

MAGGIO
L'esilio

GIUGNO
La convivenza

LUGLIO
L'idolatria

AGOSTO
L'invidia

SETTEMBRE
La perplessità

OTTOBRE
L'infermità dell'epoca

NOVEMBRE
Successo e risentimento

DICEMBRE
La poesia è incontro


GENNAIO

I PERICOLI DELLA PACE


Nessuno oserebbe oggi manifestare alcun dubbio circa la guerra: nessuno in nome di nulla può sostenerne la causa. E di conseguenza nessuno, nemmeno, può smettere di deporre il suo voto in questa urna invisibile che raccoglie le volontà umane, il suo voto per la pace. Ma risulta piuttosto incerto in molti casi se questo voto per la pace sia accompagnato dalla coscienza, o dal presentimento almeno, dei profondi e seri problemi che lo "stato di pace" comporta.

Poiché si tratta non solamente che non ci sia guerra, una guerra tale che
sarebbe certamente l'ultima della storia intera, ma si tratta di stabilire
la vita in vista della pace. E la pace è prima di tutto l'assenza di
guerra, ma è anche più, molto di più, la pace è un modo di vivere [...].
Entrare nello "stato di pace" significa oltrepassare una soglia: una soglia
tra la storia, tutta la storia che c'è stata finora, e una nuova storia. Si
tratta, dunque, di una vera "rivoluzione" [...]. Non attraversare questa
soglia non è possibile. "Essere o non essere", vivere in pace o smettere di
vivere è la questione. Poiché è la necessità che obbliga in questo caso la
morale. E per nostra vergogna, la pace viene imposta, innanzi tutto, non
dalle considerazioni della coscienza morale né dalla ripugnanza del cuore
per gli orrori e l'esistenza stessa della guerra, ma dalla certezza che la
guerra, porterebbe, e in un ben breve lasso di tempo, la distruzione del
mondo che chiamiamo civilizzato, del nostro mondo.

Ma questa situazione non è ancora lo stato di pace, finché è il timore a
determinare l'assenza di guerra. È semplicemente uno stato di non guerra.
Uno stato ambiguo e pericoloso. Poiché la storia ha dimostrato che i timori
più fondati sono stati annullati in un attimo di pazzia. [...] E così, non
si avrà uno stato di vera pace fino a che non vi sia una morale vigente e
effettiva incamminata verso la pace, fino a che le energie assorbite dalla
guerra non vengano incanalate, fino a che l'eroismo non incontri vie nuove,
l'eroismo di coloro che basano sulla guerra il compimento della loro vita,
fino a che la violenza non sia cancellata dai costumi, fino a che la pace
non sia una vocazione, una passione, una fede che ispira e illumina.


Las palabras del regreso. Artículos periodísticos 1985-1990, Edicíon y
presentacíon de Mercedes Gómez Blesa, Salamanca, Amarú Ediciones, 1995, pp.45 e 46.