FEBBRAIO
Julia
Margaret Cameron, Pomona, 1872
Julia Margaret Cameron (India, 1815 - Gran Bretagna, 1879)
Il suo talento
per la fotografia tardò quarantotto anni a rivelarsi. A questa
età, sua figlia e suo genero le regalarono la sua prima macchina
fotografica, senza sapere che l'entusiasmo risvegliato in lei dal
regalo avrebbe finito per trasformarla in una celebre fotografa.
Educata tra Francia
e India, dove rimase fino a trentatre anni, si trasferì poi
nell'Isola di Wight, in Inghilterra. Lì visse in un'enorme
casa insieme ai suoi sei figli e a suo marito, e ricevette frequenti
visite da parte della sua vasta cerchia di familiari e amici, tra
i quali si trovavano artisti e scienziati dell'epoca.
Quando Cameron
scoprì la fotografia, trasformò la carbonaia della casa
in un laboratorio e una delle stanze in studio, e approfittò
della presenza costante di gente intorno a lei per ritrarre ogni persona
che le fosse vicina. Di lei si giunse perfino a dire che assumeva
il personale di servizio in funzione delle sue qualità fotogeniche.
Una delle sue
preoccupazioni era realizzare opere genuine, captare la bellezza dei
visi, analizzarli con l'intenzione di mostrare la loro interiorità.
Come lei stessa afferma nel libro Annals of my Glass House, pubblicato
nel 1874: "Il mio intento è di nobilitare la Fotografia
e di assicurarle il carattere di Arte Superiore, combinando il reale
e l'immaginario senza sacrificare nulla della Verità, con la
massima devozione alla Poesia e alla Bellezza".
Considerata uno
dei precursori del pittoricismo fotografico della fine del secolo
XIX, arrivò a mostrare la sua opera nella Esposizione Universale
del 1870, però non riuscì a essere ammessa alla Società
Fotografica di Londra, perché giudicavano che nelle sue fotografie
vi fossero certe carenze tecniche. Questo apparente disinteresse tecnico
era invece deliberato, dato che Cameron pretendevadi ottenere degli
effetti che allontanassero la realtà delle immagini che captava.
Fu così che scoprì l'effetto flou: grazie a una combinazione
di elementi che diedero come risultato la mancanza di nitidezza, la
ricerca di questo sfocamento intenzionale si trasformò in un
segno caratteristico del suo lavoro.
L'opera di Julia
Margaret Cameron ebbe riconoscimenti postumi, grazie alla rivendicazione
da parte della scuola del pittoricismo e all'appoggio del gruppo letterario
di Blomsbury, con a capo la sua pronipote, la scrittrice Virginia
Woolf.
In questo sito
vedi anche: Margaret Julia
Cameron
Julia Margaret
Cameron (India, 1815 - Gran Bretagna, 1879)
Su talento para
la fotografía tardó cuarenta y ocho años en revelarse.
A esa edad, su hija y su yerno le regalaron su primera cámara,
sin saber que el entusiasmo que despertaría el regalo en ella
acabaría por convertirla en una célebre fotógrafa.
Educada entre Francia y la India, en donde permaneció hasta
los treinta y tres años, se trasladó a la Isla de Wight,
en Inglaterra. Allí vivió en un enorme caserón
junto a sus seis hijos y su marido, y recibió frecuentes visitas
de su extenso círculo de familiares y amigos, entre los que
se encontraban artistas y científicos de la época.
Cuando Cameron descubrió la fotografía, transformó
la carbonera de la casa en un laboratorio, uno de los cuartos en su
estudio y aprovechó la presencia constante de gente en su entorno
para retratar a toda persona que estuviera cerca. De ella incluso
llegó a decirse que contrataba al personal de servicio en función
de sus cualidades fotogénicas.
Una de sus preocupaciones era realizar obras genuinas, captar la belleza
de los rostros, analizarlos con la intención de mostrar su
interior. Como ella misma afirma en el libro Annals of my Glass House,
publicado en 1874: Mi propósito es ennoblecer la Fotografía
y asegurarle el carácter de Arte Superior, combinando lo real
y lo imaginario sin sacrificar nada
de la Verdad, con la máxima devoción a la Poesía
y a la Belleza.
Considerada como uno de los antecedentes del pictorialismo fotográfico
de finales del siglo XIX, llegó a mostrar su obra en la Exposición
Universal de 1870, pero no consiguió ser admitida en la Sociedad
Fotográfica de Londres, porque estimaban que sus fotografías
tenían ciertas deficiencias técnicas. Esta aparente
despreocupación técnica era más bien deliberada,
ya que Cameron pretendía obtener unos efectos que alejaran
la realidad de las imágenes que captaba. Así fue como
descubrió el efecto flou: gracias a una combinación
de elementos que le dieron como resultado la falta de nitidez, la
búsqueda de este desenfoque intencionado se convirtió
en un sello característico de su trabajo.
La obra de Julia Margaret Cameron fue reconocida póstumamente,
gracias a la reivindicación por parte de la escuela
pictorialista y al apoyo del grupo literario de Bloomsbury, con su
sobrina nieta, la escritora Virginia Woolf, a la cabeza.