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MARÍA DE MAEZTU E MARÍA LUZ MORALES:
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GIUGNO
MARÍA DE MAEZTU E MARÍA LUZ MORALES:
LETTERE DI UNA "AMMIRAZIONE PROFONDA E FERVENTE"
Nel 1929 la giornalista María Luz Morales scrive da Barcellona
alla sua "cara e ammirata amica" María de Maeztu:
"Un'altra attività che ora mi prende una parte del poco
tempo che ormai posso disporre, è il progetto della fondazione,
qui, di una Residenza simile alla sua [...] Vorremmo che il Comune
ci cedesse uno degli Albeghi costruiti in Piazza di Spagna l'Esposizione
Universale; vorremmo seminare una bella opera di cultura... Non so,
comunque, se tutto non finirà in nulla."
Nel 1929 María de Maeztu aveva già quarantotto anni.
Direttrice della Residencia de Señoritas dalla sua creazione
nel 1915, più volte borsista (della Junta para Ampliacíon
de Estudios) all'estero, rappresentante spagnola in congressi sull'educazione,
direttrice della Sezione Preparatoria del Instituto-Escuela dalla
sua creazione nel 1918. Una vera "signora della Pedagogia",
che dal suo ufficio della Residencia organizza corsi, conversazioni
e conferenze che fanno diventare questo Centro un punto di riferimento,
di incontro e di espansione culturale per tutte le giovani, residenti
o no, bramose di sapere e conoscenza. Da parte sua la giornalista
María Luz Morales, tra le altre molte occupazioni, firma sotto
lo pseudonimo di Felipe Centeno una pagina dedicata al cinema nel
giornale di Barcellona La Vanguardia, dirige la rivista
El Hogar y la Moda e cura una pagina settimanale in El sol
di Madrid intitolata La mujer, el niño y el hogar (La
donna, il bambino e il focolare). Sono proprio queste collaborazioni
con il quotidiano madrileno che la portano di tanto in tanto in questa
città, dove alloggia per alcuni giorni nella Residenza per
Signorine diretta da Maeztu. "Lei, da lontano, a una grande distanza
da me in terra e in altezza, è stata per anni e anni una delle
mie ammirazioni più profonde e ferventi", scrive la giornalista
in un'altra lettera.
Attraverso la corrispondenza di Mari Luz, che parla anche delle risposte
di María, supponiamo che gli incontri e le lunghe conversazioni
delle due donne nell'ambiente della Residencia intessano una profonda
relazione; maestra-alunna, madre-figlia, educatrice-giornalista, un
legame di amicizia non scevro, in qualche momento, delle preoccupazioni
più intime. In questi fogli manoscritti, si rivela via via
una Mari Luz inquieta, culturalmente parlando, una Mari Luz desiderosa
di sapere e anche critica verso certi aspetti della società
di allora. "Sembra essere che questa, per quanto riguarda la
pagina di 'El sol' che curo, [...] non sia un successo né
moltissimo meno tra le donne di Spagna. [...] Le lettrici la trovano,
in base ai dati, poco piacevole, e, Dio mio! troppo elevata. [...]
E' necessario, secondo indicazioni concrete, andare alla Pagina Femminile
tipo, con tutte le conseguenze di cattivo gusto, stupidità,
bigotteria, soppressione di quanto significa inquietudine, nobile
curiosità, intelligenza... Mi è necessario, pertanto,
cominciare di nuovo... e le confesso che non so come [...] e tutto
ciò che sia abbassare il livello raggiunto mi sembra una mancanza
di dignità, una soperchieria rispetto al pubblico, rispetto
alle donne, tanto bisognose di questa verità -crudele ma santa-
che Lei proclama".
Nel 1930, nel barcellonese Palacio de Pedralbes cominciò a
funzionare la Residencia de Señoritas diretta da Mari Luz Morales.
C'era dunque una ragione in più per non perdere la comunicazione,
il contatto... il racconto di esperienze, di riuscite, di fallimenti,
di grandi successi... Dietro tutto ciò -non possiamo dimenticarlo-
dormiva, con gli occhi ben aperti, questa inquietudine di alcune donne,
questa ricerca che in Mari Luz, sebbene in terreni apparentemente
distanti da quelli di Maeztu, poté realizzarsi grazie all'ammirazione
e all'esempio.
CARMEN G. BONET
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