Presentazione
delle curatrici
INTRODUZIONE
Libere anche nell'arte
Biografia
di Marìa Zambrano
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I pericoli della pace
FEBBRAIO
La conoscenza
MARZO
Le radici della speranza
APRILE
Imparare
a orecchio
MAGGIO
L'esilio
GIUGNO
La convivenza
LUGLIO
L'idolatria
AGOSTO
L'invidia
SETTEMBRE
La
perplessità
OTTOBRE
L'infermità dell'epoca
NOVEMBRE
Successo e risentimento
DICEMBRE
La poesia è incontro
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LUGLIO
L'IDOLATRIA
La
struttura tragica che la storia ha avuto finora proviene dal fatto
che ogni tipo di società, inclusa la famiglia, persino la particolare
società formata da due persone che si amano, ha sempre come
legge, ad esclusione solo di determinati livelli di umanità,
la presenza di un idolo e di una vittima. Il che equivale a dire che
la soglia della storia davanti alla quale l'uomo ha dovuto tante volte
retrocedere è questa: che là dove ci raggruppiamo -
e non possiamo farne a meno - smetta di esistere un idolo e una vittima;
che la società in tutte le sue forme perda la sua costituzione
idolatrica; che riusciamo un giorno ad amare, a credere e a obbedire
senza bisogno di idolatria; che la società smetta di reggersi
sulle leggi del sacrificio, o meglio, su un sacrificio senza legge.
Idolo è ciò che pretende di essere adorato o riceve
adorazione, ossia devozione assoluta: assoluta finché dura.
Idolo è ciò che si nutre di questa adorazione o devozione
smisurata, e, una volta che gli viene a mancare, finisce per crollare.
È un'immagine distorta del divino, un'usurpazione. Ogni persona
convertita in idolo, anche suo malgrado, vive un inganno. [
]
Non c'è palazzo rinascimentale o castello medievale che non
abbia una prigione sotto le sue sale. [
] Le carrozze dei nobili
francesi attraversavano vicoli fangosi per arrivare al palazzo sfarzoso:
e non erano due città, quella dello sfarzo e quella della miseria,
ma una soltanto. [
]
Non esiste personaggio storico che non si veda obbligato a portare
una maschera. [
] E non esistono maschere, personaggi mascherati,
che non scatenino un delirio di persecuzione. Per prevedere il numero
di vittime che corrisponde a un certo regime, basterebbe guardare
la maschera che lo rappresenta. Maggiore è la potenza di rappresentazione,
maggiore sarà il numero delle vittime. [
]
La storia tragica si muove attraverso personaggi che sono maschere,
che devono accettare la maschera per muovervisi dentro come facevano
gli attori nella tragedia poetica. In questi ultimi tempi, lo spettacolo
del mondo lascia trasparire, con la semplice presenza di maschere
che non hanno bisogno di essere nominate, la struttura profondamente
tragica della nostra epoca.
La nostra situazione ha senza ombra di dubbio raggiunto un limite
oltre il quale la tragedia non può andare avanti. La storia
deve cessare di essere rappresentazione, spettacolo impersonato da
maschere, per entrare piano piano in una fase umana, nella fase della
storia fatta solo per necessità, senza idoli né vittime,
secondo il ritmo del nostro respiro.
Marìa
Zambrano, Persona e democrazia. La storia sacrificale, trad.
di Claudia Marseguerra, Bruno Mondadori, Milano, 2000, p. 44 - 47
(Persona y democrazia. La historia sacrifical, Anthropos, Barcelona,
1992, p.41 - 44)
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