Donne e conoscenza storica
       

PRESENTAZIONE:
Relaciones epistolares entre mujeres

Manuela Romero, Ahì afuera, 2000

Calendario 2003
Plataforma Autónoma feminista

 

GENNAIO
HADEWIJCH: MAESTRA SPIRITUALE

FEBBRAIO
LETTERE PER I COMPITI DELLA VITA

MARZO
LOUISE BOURGEOIS INSEGNA A SUA FIGLIA L'ORIGINE DEL SUO SAPERE

APRILE
CON I PROPRI OCCHI

MAGGIO
NELLE MANI DELLA SUA AMICA

GIUGNO
MARÍA DE MAEZTU E MARÍA LUZ MORALES

LUGLIO
MARÍA LEJÁRRAGA E MARÍA LACRAMPE

AGOSTO
QUANDO LA DISPARITÀ DIVIENE CONFLITTO

SETTEMBRE
STRANA POLITICA

OTTOBRE
SENZA SMETTERE DI ASCOLTARE

NOVEMBRE
LETTERE TESSUTE

DICEMBRE
INTORNO ALLE EMILIE (E-MAIL)




LUGLIO

MARÍA LEJÁRRAGA E MARÍA LACRAMPE: UN LEGAME PER LA VITA

Della forza, dell'energia, del modo di vivere di Maria Lejárraga dà piena testimonianza la lettera che scrisse a Maria Lacrampe dal suo esilio argentino nel 1966, a novantadue anni compiuti e con una lucidità eccezionale: "Mi chiedi che cosa possiamo fare come socialiste. Quello che ci proponevamo di fare ormai lo abbiamo fatto. Era di dare ai lavoratori del mondo la coscienza che sono esseri umani e che, pertanto, coloro che lavorano hanno diritto alla vita e ai beni terreni tanto quanto i ricchi che non lavorano... Nel frattempo noi donne socialiste dobbiamo insegnare, insegnare soprattutto un'unica materia: la solidarietà umana".

Tra queste due donne ci fu amicizia per tutta la loro vita. "Un legame che si mantenne tutta la vita": così Antonina Rodrigo spiega la relazione che esistette tra Maria de la O Lejárraga e Maria Lacrampe. Quello che Antonina descrive è il gesto della fedeltà a questa relazione che durante tutta la vita le tenne unite. Tra loro, durante un buon tratto delle loro vite, ci furono molti chilometri di distanza, quelli segnati dall'esilio francese e poi argentino di Maria Lejárraga, ma il vincolo che le univa fu sempre intimo. E l'amicizia che coltivarono, alimentarono, godettero, condivisero, fu tanto intensa che dà emozione leggere come Maria Lejárraga, dal suo esilio tremendo in cui avrebbe finito per vivere ospitata dalla signora che faceva le pulizie a lei e a sua sorella Nati, scrive a Maria Lacrampe, incarcerata nella prigione di Las Ventas e poi nel carcere di Avila, chiamandola "Cara figlioccia". Per l'uso di questo termine, l'obiettivo dichiarato è quello di eludere la censura, però insieme ad esso appare la tenerezza della relazione, l'impeto delle loro traiettorie di vita e la cura vicendevole che si prodigarono per tutta la vita, tanto nei grandi ideali che condivisero, quanto nella sopravvivenza quotidiana.

Il loro primo incontro fu sufficiente a generare un calore che sarebbe durato per sempre. Antonina lo racconta e nel farlo trasmette la passione che senza dubbio il momento storico e la personalità delle due grandi donne facevano vivere."Maria Lacrampe si recò all'Asociación Femenina de Educación Civica, La Civica, come l'avrebbero chiamata le sue socie, perché desiderava conoscere quello che facevano lì le donne. Era una donna colta, socialista della prima ora, di padre francese, con una formazione molto vasta. Nella Civica domandò di Maria Lejárraga e praticamente stava già andando via quando la scoprì, mentre parlava e incoraggiava le donne, così generosa: si può affermare che in quel momento nacque un'amicizia per l'eternità."

A partire da qui, tra Maria Lejárraga e Maria Lacrampe ci fu amicizia, un'amicizia che, con parole di Antonina, si definisce "amicizia pura, devota, solidale", e che, con parole della stessa Maria Lacrampe, spiega una concezione di tutta una generazione: "Sentimento profondo dell'amicizia e della solidarietà che ancora perdura in quelle di noi che ancora vivono".Per Antonina, il riferimento si inquadra "nello spirito dell'epoca, della generazione del '27, uno spirito che era presente nelle donne della Civica, perché altre donne dell'Associazione con cui ho parlato, esprimevano questo spirito straordinario di amicizia e solidarietà che La Civica ha tenuto vivo per tutta la sua vita e che risultò magnifico per la formazione delle operaie, che fu il trattamento umano, fraterno e di servizio.

Solo un sentimento intenso, autentico, profondo, vitale, di profonda amicizia può spiegare il fatto che Maria Lacrampe non indugiasse un istante quando a ottantacinque anni ascoltò un'intervista di Antonina Rodrigo alla Radio Nacional de España: "Io ero all'inizio della mia ricerca su Maria Lejárraga e in questa intervista parlammo del tema. Allora, Maria Lacrampe l'ascoltò e mi cercò, cercò di incontrarsi con me, ma non ci riuscì. Più tardi io entrai in contatto con il nipote maggiore di Maria, Jaime Lejárraga e lui mi dice che ha l'indirizzo di Maria Lacrampe. La prima volta che mi recai a Madrid, le telefonai e andai a trovarla. Da quel momento sono entrata a far parte della sua vita, della sua famiglia, e lei e sua sorella della mia". Per Maria Lacrampe, Antonina Rodrigo rappresentò il recupero per la storia di Maria Lejárraga e per Antonina fu una lezione continua: "Lei mi offrì la sua casa, mi aprì il mondo dei suoi ricordi, mi diede le sue foto, mi consegnò i suoi ritagli di giornale, mi regalò le sue conoscenze e divise con me le sue opinioni".

Antonina Rodrigo, Maria Lejárraga. Una mujer en la sombra, Circolo de lectores, 1992

CARMEN HOLGUERAS PECHARROMÁN