Donne e conoscenza storica
       

PRESENTAZIONE:
Relaciones epistolares entre mujeres

Celia Yllanes Carmona, In-fusion, 2000

Calendario 2003
Plataforma Autónoma feminista

 

GENNAIO
HADEWIJCH: MAESTRA SPIRITUALE

FEBBRAIO
LETTERE PER I COMPITI DELLA VITA

MARZO
LOUISE BOURGEOIS INSEGNA A SUA FIGLIA L'ORIGINE DEL SUO SAPERE

APRILE
CON I PROPRI OCCHI

MAGGIO
NELLE MANI DELLA SUA AMICA

GIUGNO
MARÍA DE MAEZTU E MARÍA LUZ MORALES

LUGLIO
MARÍA LEJÁRRAGA E MARÍA LACRAMPE

AGOSTO
QUANDO LA DISPARITÀ DIVIENE CONFLITTO

SETTEMBRE
STRANA POLITICA

OTTOBRE
SENZA SMETTERE DI ASCOLTARE

NOVEMBRE
LETTERE TESSUTE

DICEMBRE
INTORNO ALLE EMILIE (E-MAIL)




NOVEMBRE

LETTERE TESSUTE [1]

- Deve averlo copiato da qualche modello inglese, per questo gli manca la
enne con la tilde (ñ) -. Elena ascoltava suo padre senza alzare gli occhi
dalle lettere ricamate in azzurro. Alla fine comprese come sua nonna, di
cui aveva sempre sentito dire che non sapeva scrivere, avesse potuto
ricamare quell'alfabeto a punto croce. Non arrivò a conoscerla, ma certe
sere staccava dalla parete del corridoio il lavoro incorniciato e giocava a
comporre parole. Allora sentiva che lei le parlava. Era il suo segreto e il
suo mistero, perché lo strano era che pur non essendoci tutte le lettere, a
volte le diceva "bambina mia" (niña) o "gioia mia" (cariño) e anche la
rimproverava (regañaba).
Questo breve racconto mi è venuto dall'emozione che ho provato contemplando l'opera di Elena del Rivero (1952). Considerando l'esperienza come il suo più prezioso strumento, come spiega lei stessa, l'artista valenziana spesso usa il cucito come tecnica. "I meccanismi che utilizzo per il mio lavoro sono molto semplici: infinite combinazioni che implicano pluralità, materiali poveri alla maniera del bricolage sembrano ricostruire un
vocabolario dimenticato delle faccende quotidiane. Il filo che serve a
rammendare, rifare, cucire, ricucire, è qui una metafora del tempo che
tesse. [2]
Buona parte della sua produzione consiste in "lettere" (cartas): più di 500
pezzi in forma di missiva, che si raggruppano in diverse serie sotto il
titolo generale di Cartas a la madre. La scelta di questa modalità
espressiva la troviamo esplicitata in uno dei suoi articoli, scritto
anch'esso in forma di lettera, rivolta all'artista Carmen Calvo: "E dato
che sto tanto lontano, e forse non ci rivedremo presto, ho approfittato di
questa occasione per comunicarti qualcosa che forse non posso dirti a voce
per molto tempo. La lettera è la mia forma di espressione preferita insieme
al diario. Con la lettera il territorio del privato diventa pubblico quando
giunge al ricevente, ma può anche contenere il segreto condiviso dagli
amanti o l'atto di esprimere o sostenere idee". [3]
La sua opera,le sue lettere suggeriscono un intenso dialogo tra tessuto,
linguaggio, tempo e significato: "Cercando di leggere come lettere questi
ricami, lo spettatore resterà impigliato in un'infinità di fili, parole,
aghi,spilli, punti, modelli di ricamo, scritti e linee dipinte [...] a
prima vista slegati e che sembra impossibile decifrare. Ma perdendosi in
essi si può riconoscere uno stato precedente alla definizione di qualcosa;
ci si può vedere presi dentro un processo di eterno fare e disfare che
riflette lo spazio continuamente differito del significato, dove le
definizioni assolute non hanno più senso. Seguendo questo sentiero, oltre a
ciò che l'artista ha plasmato come lo ha percepito e a questo imbastire il
conscio con l'inconscio, il /la lettore/lettrice, "filando" ciò che ha
percepito con la sua memoria, continua a far crescere il tessuto del
significato. [4]
Tante ore di tante donne dedicate al cucito vogliono dire qualcosa.
Iniziali, nomi, parole, filigrane inscritte su tela che sono passate di
madre in figlia come un tesoro. Perché il territorio del privato si
trasformi in pubblico, manca solo qualcuno che riceva il messaggio. Una
destinataria come Elena del Rivero, che ha capito il significato di queste
lettere tessute a mano e ha voluto rivelarcelo nel suo lavoro.
"Testo, tessere, filare. Il mondo della donna non è lineare, è un tessuto
che si nutre e viene dalla terra, da ciò che ci unisce al mondo profondo da
cui veniamo. Non sono le grandi narrazioni ciò a cui aspiro, ma un'infinità
di relazioni che non so dove iniziano e dove finiscono. Mi colloco nella
rete e da essa guardo il mondo. Lì sto, esaltata, volendo uscire e sapendo
allo stesso tempo che è nella rete che c'è la mia casa". [5]

[1] Prendo il titolo dall'articolo di Elena del Rivero di cui sotto.
[2] Elena del Rivero, Cartas tejidas, "Arte y parte", n° 14, 1998.
[3] Elena del Rivero, Carta a Carmen Calvo, "Arte y parte", n° 9, 1997.
[4] Elena del Rivero, Cartas tejidas, cit.
[5] Intervista a Elena del Rivero a cura di Assumpta Bassas, "Duoda", n°22,
2002, parzialmente tradotta in italiano su "Via Dogana" n° 62, settembre
2002.