Donne e conoscenza storica
       
Delhy Tejero, Botilo, 1955
Boceto. Proyecto para la Universidad Laboral de Gijòn


Calendario 2004
Plataforma Autónoma feminista

Presentazione delle curatrici

INTRODUZIONE
Libere anche nell'arte

Biografia di Marìa Zambrano

GENNAIO
I pericoli della pace

FEBBRAIO
La conoscenza

MARZO
Le radici della speranza

APRILE
Imparare a orecchio

MAGGIO
L'esilio

GIUGNO
La convivenza

LUGLIO
L'idolatria

AGOSTO
L'invidia

SETTEMBRE
La perplessità

OTTOBRE
L'infermità dell'epoca

NOVEMBRE
Successo e risentimento

DICEMBRE
La poesia è incontro

 

 


NOVEMBRE
SUCCESSO E RISENTIMENTO

Ogni disastro consente alla gente di manifestarsi nella sua cruda realtà; è lo strumento di rivelazione più esatto di quelli che si conoscono. Specialmente per i bassifondi della convivenza, che in circostanze normali vivono nascosti. Così, il risentimento. Di fronte alla caduta di qualcosa che si è mantenuto vittorioso durante secoli, il rancore accumulato si scatena, viene alla luce senza maschera. È la sua ora. È l'ora della soddisfazione di tutte le impotenze. È anche l'ora degli ultimi arrivati, di quelli che adorano il successo come unico arbitro delle cose divine e umane.

Al risentimento spetta la prima parte di quell'azione distruttrice che solo più tardi viene consolidata dalle armi. […] Perché ciò che rende terribile il rancore è la sua essenziale apostasia; il fatto che si ritorca sempre, cieco, contro ciò che potrebbe salvarlo. La creatura risentita distrugge l'unica cosa alla quale potrebbe attaccarsi, si leva contro i suoi princìpi, che seppure odiati rimangono tali; princìpi appunto che potrebbero sostenere lo spirito disperato.

Ma proprio per questo, perché il risentimento è un ritorcersi contro i princìpi, colui che è risentito manca essenzialmente di fermezza, di lealtà verso di sé e verso tutti. E in questo si confonde con l'adoratore del successo. Anche quest'ultimo non vuole sapere di chi è servo; schiavo di un signore che cambia, non vuole nemmeno sapere che non serve più chi serviva. Incapace anche di lealtà, colui che adora il successo non vuole sapere chi è colui che ha successo. O forse sarà che il successo, semplicemente, è una cosa senza volto, senza forma né figura, e per mancanza di essi non può generare alcuna lealtà. Può generarla solo ciò che ha figura, permanenza; ciò che, invece, senza nemmeno realizzarsi si innalza fino alla vetta per precipitare subito dopo, non può esigere la lucida adesione di una leale servitù. […]

Perché sempre, quando decade qualcosa che ha raggiunto la pienezza, si può intravedere, laggiù in fondo, un tradimento occulto o una debolezza di egual risultato. Sul terreno della vita storica, le inimicizie più effettive, le più ostinate, non irrompono da fuori, ma vanno a installarsi nel profondo, corrompendo il principio agente stesso. Poi sorgono nella superficie che si disfa. E il nemico, che ha avuto molta cura nell'infettare le radici, può arrivare allora perfino con l'apparenza del salvatore.

L'agonia dell'Europa, trad.di Claudia Razza, Marsilio, Venezia, 1999, p. 29, 30 e 37
La agonía de Europa, Madrid, Trotta, 2000, p.23, 24 e 31