Donne e conoscenza storica
       

PRESENTAZIONE:
Relaciones epistolares entre mujeres

Daria Von Berner, Frankfurt inversion 2, 2002

Calendario 2003
Plataforma Autónoma feminista

 

GENNAIO
HADEWIJCH: MAESTRA SPIRITUALE

FEBBRAIO
LETTERE PER I COMPITI DELLA VITA

MARZO
LOUISE BOURGEOIS INSEGNA A SUA FIGLIA L'ORIGINE DEL SUO SAPERE

APRILE
CON I PROPRI OCCHI

MAGGIO
NELLE MANI DELLA SUA AMICA

GIUGNO
MARÍA DE MAEZTU E MARÍA LUZ MORALES

LUGLIO
MARÍA LEJÁRRAGA E MARÍA LACRAMPE

AGOSTO
QUANDO LA DISPARITÀ DIVIENE CONFLITTO

SETTEMBRE
STRANA POLITICA

OTTOBRE
SENZA SMETTERE DI ASCOLTARE

NOVEMBRE
LETTERE TESSUTE

DICEMBRE
INTORNO ALLE EMILIE (E-MAIL)




OTTOBRE

SENZA SMETTERE DI ASCOLTARE

Le due lettere che seguono appartengono a una piccola corrispondenza tra
Carmen Martín Gaite (1925 - 2000) e me avvenuta nel corso
di alcuni anni. Credo che parlino da sole. Lei rispondeva sempre, e con
molta rapidità, come spiega nella sua lettera, cosa che mi è sempre
sembrata dimostrare un grande rispetto per le sue lettrici/lettori e per
quanti si sono dedicati allo studio della sua opera. La prima lettera si
riferisce a un lavoro che le inviai, che avevo realizzato per una delle
materie del Master in Studi delle Donne, del centro Duoda (Università di
Barcellona), per cui lo scrissi in castigliano. La seconda lettera l'ho
letta pubblicamente durante la manifestazione di omaggio a Martín Gaite che si è svolta alla Libreria Pròleg di Barcellona nel 2001.

Madrid, 19 settembre 1996
Stimata Caroline, sparsi per tutta la mia opera ci sono talmente tanti
riferimenti e dati sulle mie preferenze, strategie narrative e ambienti in
cui si svolse la mia gioventù, che già da tempo ho deciso di non concedere
nessuna intervista agli studiosi e autori di tesi di dottorato. Sorry. Lo
trovo inutile, inoltre essi - Loro - sono così tanti che passerei la vita
in questo. Il mio tempo è, quanto più passano gli anni, qualcosa di
incalcolabilmente prezioso per me; non ho otto corpi né, per disgrazia,
tanta vita davanti.
In quanto al suo lavoro, l'ho letto, non ho voluto lasciarlo per domani
perché sul tavolo mi si accumula la corrispondenza e voglio sbrigarla
quanto prima. Il suo lavoro è corretto, mi permetta di dirle che non lo
trovo troppo originale né nel modo di dire le cose né in quello che dice -
ripetuto mille volte dalle femministe -. Forse l'abitudinario sarebbe
l'allusione al libro su Aldecoa, il meno studiato finora. E per me
abbastanza inclassificabile.
Le consiglio, se persevererà nel suo impegno, di continuare a farlo in
inglese. Il suo spagnolo contiene errori madornali come "incontrarsi a Lei"
(al posto di "mi incontrassi con Lei"), "incominciai a leggere Lei" (invece
di "incominciai a leggerla") [...]. Insomma, è presunzione pensare di
sviluppare la sua critica in spagnolo. Almeno per adesso. Ricorra alla sua
lingua.
Mi spiace che la mia lettera non sia molto incoraggiante, ma sono incapace
di dire menzogne o di rispondere alle lettere semplicemente per dovere. Per
imparare, bisogna sottomettersi alla critica. Io non ringrazierò mai
abbastanza i miei amici di gioventù, che non me ne lasciarono passare
nessuna.
Affettuosamente, Carmen Martín Gaite

Lettera a Carmen Martín Gaite:

Una volta, in un incontro pubblico, ti domandai del periodo della tua vita
quando arrivasti a Madrid con l'intenzione di fare il dottorato. Io avevo
voluto dire qualcosa di quanto potrebbe essere di ispirazione per altre,
altri (per me), le aspiranti a scrivere tesi, il tuo esempio. Perché
scommettesti di intraprendere un'altra strada nella scrittura, strada che
non ti impedì di presentare la tesi, anche, alcuni decenni dopo. Però non
ero capace di trasmettere questa idea nel mio intervento, e mi rispondesti
che tuo padre aveva desiderato che ti dedicassi all'insegnamento.
Una decina di anni dopo, partecipai a un altro incontro pubblico. Si notava
che eri stanca. Io non intervenni questa volta, ma altra gente sì, e veniva
constatato soprattutto l'amore che eri stata capace di generare nella tua
vita. E non è poca cosa che qualcuno, attraverso l'atto di scrivere, sappia
risvegliare amore e, una volta risvegliato, sostenerlo. Stavi parlando di
letteratura inglese, e mentre stavi parlando mi è venuto in mente che, in
effetti, sei una grande pedagoga: che, di fatto, il desiderio di tuo padre
si era realizzato, anche se in una forma che lui nemmeno avrebbe potuto
immaginare. Perché hai insegnato sempre che cosa sia vivere con fedeltà con se stessa, con gli altri e con la vita. Lo hai saputo fare e trasmettere in
modo eccellente.
Il giorno dopo ti scrissi una lettera, perché volevo dirti questo. Ti
proposi anche un tour dell'Inghilterra per vedere i luoghi che nominavi
nella conferenza. Mi rispondesti che ti divertiva molto la proposta, ma che
eri stanca.
Sono molto contenta di averti scritto allora per esprimere qualcosa della
mia gratitudine verso te. Tu hai risvegliato in me il desiderio di scrivere
a partire dalla libertà e fedeltà. Mi hai insegnato che l'erudizione e il
sapere non devono, di fatto non possono, vivere separati dall'amore, e di
questo ti ringrazierò sempre.
Sono contenta di averti scritto allora, perché ora non posso scriverti a
casa tua a Madrid, perché ormai non vi abiti più. Però non per questo sento
che hai smesso di ascoltare.

CAROLINE WILSON