Donne e conoscenza storica
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Da Marija Gimbutas, Il Linguaggio della Dea
Capitolo 15 La Madre Terra
§ 5 Collina e pietra (omphalos) come metafora della Madre Terra Gravida

“Le colline sacre sono state oggetto di culto fino al XX secolo. La Madre Terra era celebrata sulla sommità dei monti coronata con grandi pietre. Queste pratiche sono testimoniate nella Creta minoica e moderna a sud, nelle isole britanniche a ovest, e nell’area baltica orientale, in vari periodi storici. Per esempio, la collina sacra Rambynas sul Nemunas, nella Lituania occidentale, è nominata fin dal XIV secolo. Ancora nel XIX secolo le coppie di sposi vi facevano offerte per chiedere fertilità in famiglia e nei campi. Secondo una fonte del XVI secolo, le donne che vanno a Rambynas a chiedere fertilità devono essere molto pulite (Balys 1948: 21, Gimbutas 1958: 95).

Le pietre della Madre Terra dotate del potere di concedere la fertilità alle donne sterili hanno una superficie levigata. In Germania e nei paesi scandinavi una pietra piatta con le superfici levigate è chiamata Brautstein, o pietra della sposa.

Le giovani spose vi sedevano sopra o vi si strusciavano per avere fertilità. La glissade, “scivolata” in francese, praticata segretamente in Francia nel XVIII e XIX secolo, richiedeva il contatto delle parti posteriori con la pietra. Le pietre inclinate si prestano meglio a questo scopo. La continua ripetizione della cerimonia da parte di numerose generazioni ne ha levigato le superfici.

Strofinare l’ombelico nudo o lo stomaco contro un menhir e in particolare contro una sporgenza, una protuberanza rotonda o un’irregolarità della pietra, assicurava matrimonio, fecondità e un parto felice (Sébillot 1902: 79 segg.). Una protuberanza rotonda e perfino un’irregolarità su un menhir erano considerate il punto in cui l’energia divina era concentrata: in altre parole, un omphalos. L’usanza è ampiamente documentata in Europa e nel Vicino Oriente, e ovunque è definita “antica”.

Grosse pietre con le superfici piatte dedicate a Ops Consiua, Dea romana della Fertilità della Terra, erano tenute in buche scavate nella terra (sub terra) coperte con la paglia. Venivano scoperte solo una volta l’anno alla festa del raccolto (Dumézil 1969: 293-96). Circa 1500 anni dopo, la stessa tradizione si registra nell’Europa settentrionale. In Lituania, gli annali dei gesuiti del 1600 descrivono grosse pietre piatte interrate e coperte di paglia; erano chiamate Deives, “Dee” (Annuae Litterae Societatis Jesu, anno 1600; cit. da Greimas 1979: 215). La pietra dunque è la Dea in persona.

Il folclore europeo ha ricordi di colline magiche che si aprono se si bussa. Una bella signora conduce l’eroe del racconto alla collina e bussa tre volte o conosce una formula magica per aprirla; la collina si apre e dentro siede una Regina in pieno splendore (Duerr 1978: 209). E la Dea preistorica della Fertilità della Terra, la Regina che possiede i segreti della vita delle piante.