Donne e conoscenza storica
      

LA DIFFERENZA SESSUALE

 

"La differenza sessuale è un'evidenza del corpo umano. È qualcosa di fondamentale, un fatto che configura ogni vita femminile o maschile, le sue potenzialità le sue facoltà, le sue possibilità di esistenza nel mondo e nella storia. È fondamentale perché fonda e accompagna durante tutta la vita il corpo che ciascuno è, il corpo che ciascuna è. Uno è dato alla luce bambino, una è data alla luce bambina: è questo il primo annuncio che si fa - alla madre, al padre, agli amici e amiche - di una vita nuova, è la prima informazione che si dà. La differenza sessuale è pertanto la differenza umana primaria. Nessuno nasce neutro (Diotima, Il pensiero della differenza sessuale, La Tartaruga, Milano 1987). […] L'interesse per il sesso di ogni creatura che nasce o di ogni essere umano con cui entriamo in contatto indica che c'è in questo qualcosa di più che curiosità per l'apparenza individuale di quel corpo. Indica che il sesso comporta conseguenze storiche sostanziali nell'ambiente di vita: indica che la differenza sessuale è un fatto relazionale, che interviene nel contesto politico, modificandolo.
Il fatto di nascere bambina o bambino è precedente al contratto sociale […] [e] all'appartenenza di classe […].
Il fatto di nascere donna o uomo è suscettibile di storia, perché i corpi femminili e i corpi maschili, benché condividano molte facoltà, sono distinti e generano pertanto storie distinte; e perché il senso di essere donna o uomo cambia con la realtà che cambia […].
La differenza sessuale non è, dunque, un dato fisso - "biologico", si era solite dire anticamente - ma un dato interpretabile, un dato sempre in movimento, sempre in processo di conservazione e mutamento, che è ciò di cui si occupa la storia. È un dato che impregna la relazione con la realtà, sessuandola. Sessuare la relazione con la realtà non è una complicazione senza la quale vivremmo meglio, ma una ricchezza grande e regalata, una fonte inestinguibile di senso". (1)
"Per alcune (e alcuni) la differenza significa sottolineare che le donne sono differenti dagli uomini (più etiche, meno violente, ecc….), che si differenziano, cioè, per contenuti dagli uomini, i quali rimangono per forza di cose il punto di riferimento. Assimilarsi con l'emancipazione o differenziarsi dagli uomini sono la medesima operazione, non c'è libera interpretazione di sé. Definisco questa concezione della differenza dell'ordine delle cose.
Altre (e altri) ancora, ritengono che la differenza consista nell'inventarsi il femminile attraverso ricerche e pensamenti. Definisco questa idea della differenza dell'ordine del pensiero.
Io penso, invece, che la differenza non sia né dell'ordine delle cose né dell'ordine del pensiero. La differenza non è altro che questo: il senso, il significato che si dà al proprio essere donna. Ed è, quindi, dell'ordine simbolico". (2)
L'elemento chiave è quindi "lo statuto di originalità di chi si pensa e si dice, di chi fa, pensa e dice il mondo". Del resto una donna o un uomo, che abbiano il senso libero della loro differenza sessuale, possono interpretare, partendo da sé, il mondo intero. (3)

 

(1) María- Milagros Rivera Garretas, La diferencia sexual en la historia, Publications de la Universitat de Valencia, Valencia 2005, p.14-15. La traduzione è di Luciana Tavernini.
(2) Lia Cigarini, La politica del desiderio, introduzione di Ida Dominijanni, Nuova Pratiche Editrice, Parma 1995, p. 229-230.
(3) María- Milagros Rivera Garretas, Nominare il mondo al femminile. Pensiero delle donne e teoria femminista, a cura e trad. di Emma Scaramazza, Editori Riuniti, Roma 1998, p. 129.

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