Pellegrinaggio
come incontro fra visibile e invisibile
Nell'estate
del '94 mi sono messa in viaggio alla ricerca delle tracce di una badessa pellegrina
di cui stavo leggendo testimonianze inedite, in una regione poco conosciuta dell'Europa
orientale. La figura e la storia di "Eufrosinija la pura", oggi venerata
come santa, protettrice della Bielorussia sono giunte a noi con questa qualità.
Perché la pura? Perché amava la verità sopra ogni cosa. L'ho
scoperta dipinta in un affresco del pronao della chiesa del monastero di Sinaja,
una cittadina turistica di montagna della Romania: l'affresco risale alla fine
del 1700 ed è raffigurata con questo nome "Eufrosinija cuviosa"
che significa "pura". All'età di 63 anni nell'inverno del 1167
Eufrosinija si mise in cammino; partì da Polozk diretta a Gerusalemme.
Polozk, collocata sul fiume Dvina, confinava col principato di Novgorod. Attualmente
è una città moderna della Bielorussia settentrionale, ai confini
con la Lettonia e la Russia. [consultare www.eufrosinija.bielorussia]
La
"Cuviosa" Eufrosinija e la martire Alessandra affresco dal monastero
di Sinaja in Romania |
Il contesto
in cui ella visse e diffuse il suo sapere corrisponde ad un
periodo storico che sta volgendo al termine: Eufrosinija da
fondatrice di monasteri e promotrice di civiltà si trasforma
in pellegrina, lascia una posizione agiata e sicura, abbandona
i due monasteri, sentiti come luoghi marginali che avevano perduto
la carica propulsiva nel territorio e forte della sua autorità
guadagnata con la cura estrema delle relazioni, rilancia il
suo piano di ampio respiro: riunire la Chiesa
russa e la Chiesa greco-bizantina.
Il
principato di Polozk era collocato in un delicatissimo equilibrio fra due potenze:
quella russa del principato di Kiev, che aspirava all'indipendenza politica e
linguistica da Bisanzio e quella di Bisanzio con cui Eufrosinija volle mantenere
legami spirituali e culturali. Anche poco prima della sua partenza c'erano state
controversie con Kiev per le nomine ecclesiastiche e ingerenze di tipo politico
da parte dei principi kieviani. Per non parlare della sua continua opera di mediazione
per portare la pace fra i principati vicini che si facevano la guerra senza sosta
per il sopravvento dell'uno sull'altro. La coscienza viva del presente le fecero
presagire l'imminente invasione delle terre russe meridionali da parte dei nomadi
delle steppe, i mongoli dell'Orda d'oro che nel 1169 distruggeranno Kiev, appena
due anni dopo la sua morte a Gerusalemme.
Eufrosinija
partì per tentare attraverso la sua azione diplomatica di mantenere la
propria terra legata alla civiltà mediterranea, di cui Gerusalemme era
il centro simbolico e Bisanzio il centro politico. Il suo non fu un viaggio di
predicazione, ma di realizzazione di un desiderio. Metafora del cambiamento e
percezione di una svolta epocale.