Autrici
e le destinatarie dell'Hortus.
Autrici
perché nel ritrarsi e nominarsi ciascuna appone la propria firma alla
grande fatica intellettuale e fisica che lo scrivere, il disegnare e il dipingere
ha comportato, una sorta di colophon a più mani. Nella terza fila, fra
le altre, compaiono anche i ritratti di Relinda ed Herrada, collocati, al pari
degli altri, indubbiamente perché appartenenti alla congregazione, di cui
tutta l'immagine vuole dare atto. Però, si può ipotizzare che questa
loro collocazione sia dovuta al fatto che non solo sono le ideatrici dell'Hortus
Deliciarum, ma hanno anche concretamente contribuito a realizzare l'opera.
Destinatarie
perché l'Hortus Deliciarum è stato pensato come opera pedagogica
per le novizie, e il pensiero di Relinda e Herrada quando ha formulato il progetto
di questa monumentale opera aveva presente la congregazione composta da donne
di provenienza diversa da educare alla scrittura, alla riforma agostiniana, ma
anche al ritmo, al canto, al bello.... Sono destinatarie anche in un altro senso:
dall'etimologia della parola "educare" (1) l'opera educativa di Relinda
e Herrada è servita affinché le giovani possano camminare con le
proprie gambe e andare per il mondo.
L'azione
magistrale di Herrada, prima allieva di Relinda, poi ella stessa maestra delle
giovani, si attua quando queste giovani saranno in grado di andare per il mondo
a fondare nuovi monasteri. L'ultima monaca, in fondo, rappresentata
nella miniatura che chiude l'Hortus, non ha nome: che voglia simboleggiare
le converse del monastero, o piuttosto le destinatarie, future generazioni a venire?
In
quest'ultima scena dell'Hortus abbiamo evidente quello che in tante immagini che
ho analizzato e interpretato, era solo adombrato: nel ritrarre Odilia e Relinda,
Herrada riconosce l'autorità grande e diversa di queste due figure che
l'hanno preceduta e, nel presentare loro la propria opera dimostra di essere pienamente
consapevole della validità del lavoro svolto e del senso che questo avrà
per la propria congregazione.
(1)
Elvia Franco ,1982, (pg. 55) etimologia della parola; condurre fuori, accompagnare
fuori, insegnare affinché possano camminare con le proprie gambe, andare
per il mondo. E le monache sono 'andate per il mondo' fondando altri monasteri.