Donne e conoscenza storica
   

 

Influssi bizantini

La storia di Mont St.Odile si intreccia con le vicende dell'Italia meridionale. Prima con Federico I, il Barbarossa, poi col figlio Enrico VI, uomo d'armi, ma anche di vasta cultura e poeta, gli Hohenstaufen vogliono rendere l'Alsazia centro della politica imperiale. E' grazie al disegno di questa famiglia che lo scriptorium di Hohenburg entra in contatto con la civiltà bizantina. Enrico VI, sposando nel 1186, Costanza d'Altavilla, erede al trono di Sicilia, si ritrova alla morte del suocero, con i vasti possedimenti dell'Italia Meridionale. I baroni di Sicilia avevano nel frattempo eletto re, Tancredi. Alla morte di questi, Enrico VI scende in Italia per riprendere il proprio dominio su quelle terre, approfittando della minorità di Guglielmo III, posto sotto la tutela della madre Sibilla. E' a questo punto che la storia del monastero di Hohenburg e della Sicilia si incontrano. Enrico VI, vincitore, nel 1194 manda in esilio Sibilla con tre sue figlie Elvira, Costanza e Medania (1) presso il monastero di St. Odile.

Per capire gli apporti artistici che hanno influenzato la compilazione di alcune parti dell'Hortus interessa anche la vicenda della nuora di Sibilla, Irene Auge, principessa bizantina, figlia del basileus Isaac III e vedova di Ruggero V, altro figlio di Sibilla. Irene non viene rinchiusa a Hohenburg, ma dimora presso la corte di Enrico VI che, affascinato dalla sua bellezza e grazia, la fidanza e poi sposa col proprio fratello Filippo di Svevia. Attraverso la mediazione delle principesse siciliane e della principessa bizantina, arrivano gli echi, che si tradurranno poi nelle splendide immagini dell'Hortus, dello stile bizantino presente nei mosaici dell'Italia meridionale, nei grandi cicli di Palermo, Cefalù e Monreale. È pur vero che Sibilla con le figlie giunge a Hohenburg pochi anni prima della morte di Herrada, quindi ad opera ormai conclusa, per cui l'influsso della cultura 'meridionale' portato da queste donne, può essere stato marginale. Altre immagini invece non si riscontrano nei mosaici siciliani, ma sono figure allegoriche presenti nell'arte di Comneno (come vedremo più avanti la Scala della Virtù, il riposo di Salomone) per cui gli studiosi ipotizzano un influsso direttamente derivato da Costantinopoli, e forse è da Costantinopoli, più che dalla Sicilia, che arrivano i riferimenti bizantini.

(1) Verranno liberate solo nel 1198 dopo la morte di Enrico VI, da un intervento del papa Innocenzo III.