Nascita
di Eva
La
miniatura è inserita, come altre volte accade, in una serie di immagini
che indicano i diversi momenti della narrazione. Il titolo dato dai commentatori
è albero della vita, ma a me piace più chiamarla nascita di Eva,
proprio perché alcuni elementi richiamano con evidenza la nascita: la costola,
da cui prende forma il corpo della donna nelle mani del Creatore, ci ricorda il
cordone ombelicale, come i rami dell'albero che si avvolgono simili a tralci.
Ritengo che sia una delle immagini più significative per mostrare la considerazione
che Herrada e Relinda avevano per il proprio sesso.
Rappresenta il busto di
Eva dai lunghi capelli con le braccia aperte in segno di preghiera nelle mani
del Signore benedicente, dalle giovani sembianze del Cristo. Subito sotto c'è
Adamo addormentato ai piedi dell'albero della vita, i cui frutti sono teste di
fanciulli. L'iconografia tradizionale mostra generalmente Eva che fuoriesce intera
dal busto di Adamo in una sorta di parto intercostale (1). Qui la creazione di
Eva segue canoni diversi. Il busto di Eva è trattenuto nelle mani del Creatore
per quella che dovrebbe essere la costola di Adamo, ma la vicinanza di questa
scena all'albero della vita ci permette di osservare come la costola ha la stessa
curvatura dei rami, quasi fosse un tralcio dal busto umano, Eva colta come un
ramoscello col suo frutto dall'albero della vita.
(1)
Spesso la figura di Eva è accostata all'albero: in un fregio del 1140 di
Gislebertus proveniente dal portale di una cattedrale, ora al museo di Autun,
è scolpita Eva nell'atto di coglierre il frutto (la tentazione di Eva).
È sdraiata, le curve del corpo sinuoso sono sottolineate dalle onde dei
lunghi capelli, e dai tralci della vite. Immediato è l'accostamento alla
donna-serpente, la donna tentata dal diavolo, si fa tentarice. Nelle immagini
dell'Hortus questo non c'è.