Donne e conoscenza storica
  

La giurisdizione quasi episcopale

La giurisdizione quasi episcopale consente alla badessa di esercitare i poteri spirituali e temporali sul proprio territorio uguali a quelli che spettano al vescovo nella sua diocesi, con l'esclusione di quelli strettamente sacerdotali, l'ordinazione dei preti, la consacrazione degli altari e la benedizione degli oli crismali.

Le badesse sono materialmente e spiritualmente a capo delle chiese, del clero e della popolazione del proprio distretto con l'appoggio e il favore della sede apostolica, ricevono una consacrazione, alcune hanno titolo di Sacerdos Maxima (1), spesso predicano, a volte ascoltano confessioni, conferiscono il velo alle proprie subordinate, come segno di consacrazione a Dio.

(1) J. Morris, Storia nascosta..., p.33. Cfr. anche M. T. Guerra Medici, I diritti..., p. 154 nota 52 in cui l'autrice cita L. Maderna, : "Insegne sacerdotali ed episcopali (alba, racchetto, stola, pastorale, croce pettorale, anello, guanti e mitra) furono ritrovati in tombe di monache di antichi monasteri. Il Codice Steinfed, del British Museum, riporta la frase 'sacerdotes utriusque sexus'; L'espressione è ripresa nelle cronache Sassoni di Widuchindo del X secolo. Lo storico luterano Giorgio Fabricius, che aveva consultato gli annali di Quedlimburg, ricorda quattro badesse inglesi che portavano il titolo di 'sacerdos maxima': Ebba, Edelberga, Sexburga e Cristina. Nel monastero di S.Ciriaco, in Roma, si usavano appellativi come magistra, priorissa, rctrix, diaconissa, custrix".